No, il 2022 non è ancora l’anno della ripresa (definitiva) per l’automotive
Difficile fare peggio del 2021, ma comunque il 2022 non sembra essere l'anno del rilancio per il settore automobilistico: se la chip shortage sembra andare verso la risoluzione, rimangono ancora i problemi relativi all'energia e alle materie prime.
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È ufficiale che il 2021 è stato, per l’automotive, un anno pessimo: la crisi dei chip, le difficoltà logistiche per l’approvvigionamento delle componenti, ma anche il continuo rincaro di energia e materie prime. Problematiche che, unite alle politiche incostanti di alcune Nazioni (come la nostra), hanno avuto effetti negativi su produzione e vendite.
E se c’è chi spera in 2022 migliore, purtroppo rimarrà deluso: nell’anno che sta per cominciare, infatti, molti di questi problemi rimarranno ancora.
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LA CHIP SHORTAGE NEL 2022
Le preoccupazioni maggiori riguardano ovviamente la crisi dei semiconduttori, il cui picco – avvenuto nell’estate del 2021 – sembra essere superato e dall’inizio dell’autunno c’è stato un effettivo miglioramento delle forniture.
Questo ha spinto le società di ricerca e i manager a rilasciare previsione più ottimiste, e se certo fino alla fine del primo semestre del 2022 sono previste delle difficoltà, queste saranno di molto inferiori rispetto a quanto abbiamo visto negli scorsi mesi.
Comunque, rimane un clima d’incertezza, così come rimangono i rischi. Secondo la società di ricerca IHS Markit, che ha rilasciato delle previsioni piuttosto accurate, la produzione globale dei veicoli leggeri dovrebbe rimbalzare nel 2022, crescendo del 9% e passando dalle 75,5 milioni di unità del 2021 alle 82,3 milioni del 2022. Una crescita attesa anche in Europa, dove nel 2022 si prevedono 18,5 milioni di veicoli prodotti contro i 15,7 del 2021.
Ciò sembra essere possibile grazie a una ripresa della domanda. Sempre IHS Markit prevede vendite intorno a 82,4 milioni di veicoli nel 2022, con un 3,7% in più rispetto al 2021, anno in cui se ne sono venduti quasi 79,4 milioni. Di questi, solo in Europa occidentale sono previsti 15 milioni di unità vendute, con un 7,8% di crescita rispetto al 2021.
IHS comunque esprime cautela sull’andamento, visto il numero di fattori di crisi mai visto fino adesso dato da aumento dei contagi da Covid-19 e i problemi di approvvigionamento.
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IL PROBLEMA DELLE MATERIE PRIME
Ciò che invece non sembra avere ancora una fine è il problema relativo a materie prime ed energia. A proposito di questa, a pesare sono le tensioni geopolitiche che hanno fatto schizzare i prezzi del gas ai massimi storici e che, del resto, hanno spinto imprenditori e associazioni di categoria a lanciare degli appelli praticamente quotidiani sull’insostenibilità di questa situazione.
Un allarme che comprende anche l’auto, anche se i produttori automobilistici sembrano aver risolto il problema trasferendo i loro ricavi sui consumatori. Per esempio, Audi, BMW e Mercedes nel 2021 hanno visto un aumento dei ricavi del 25% rispetto addirittura ai livelli del 2019 (pre-pandemia), per merito sia della domanda elevata che della scarsa disponibilità di prodotto che, in alcuni casi, ha fatto anche aumentare i prezzi.
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