7 giorni con Kia Niro Plug-In Hybrid: Easy Rider
La Kia Niro Plug-In Hybrid unisce la facilità di un elettrodomestico, lo sfizio di un prodotto hi-tech, la versatilità di un crossover con la parsimonia di un’ibrida plug-in. Con il restyling, crescono qualità degli interni, Adas e infotainment. Quando si dice un’auto trasversale…
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FACILITÀ DI UTILIZZO
Mercoledì
Mentre non trovo cambiata la facilità d’uso, peraltro tipica anche delle altre ibride della Casa (visita il sito per scoprire tutti le ibride Kia): innanzitutto è una questione di “taglia” e di proporzioni tra lamiere e cristalli, perché la Kia Niro Plug-In Hybrid non è troppo lunga e, soprattutto, non è troppo larga. Gli ingombri sono facili da percepire e il posto guida si adatta alla corporatura, garantendo un punto di vista sufficientemente rialzato e panoramico, anche senza ricorrere ai vari sensori. Quando si muove sembra piuttosto leggera e maneggevole. Tieni la chiave in tasca e fai tutto, premi Start e metti in Drive. Facile usare il Cruise Control, altrettanto facile il clima (c’è anche il riscaldamento del volante e dei sedili, oltre alla ventilazione, persino in quelli posteriori).
Facile anche tenere sotto controllo consumi e autonomia, facile usare il telefono (c’è la ricarica wireless) e persino collegare due smartphone contemporaneamente grazie al Bluetooth multi-connection. Per alcune funzioni c’è ancora un buon numero di tasti fisici, che francamente non disturbano, anzi. Specialmente quelli a sinistra del volante: magari un po’ bassi, ma inequivocabili. Al terzo giorno l’unica domanda a cui non ho ancora risposto è come si ricarica, perché il bello dell’ibrido -nonostante i messaggi lanciati dalla bella valigetta nel bagagliaio che contiene il cavo per la rete domestica – è che puoi usare comunque la macchina anche senza riempire le batterie.