7 giorni con Mazda CX-60, la più potente di sempre
Il 2023 di Mazda comincia con un’espansione in alto della gamma, con la nuova Mazda CX-60 che assume il ruolo di potente ammiraglia SUV, qui in chiave ibrida.
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Di fronte a una vettura Mazda, per me, diventa difficile essere obiettivo: da quando infatti ha “ottenuto l’indipendenza” ha sfornato modelli sempre interessanti, curati e divertenti da guidare, tanto da decidere di prendere una CX-30, scelta più familiare e razionale di una più compatta ma emozionante Mazda 3.
La CX-60 della prova introduce un nuovo capitolo, un nuovo salto di qualità che rende il marchio giapponese definitivamente premium, in grado di rivaleggiare (e in certi aspetti persino superare) tutti gli altri, europei e giapponesi, per design, qualità e piacere di guida.
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7 GIORNI CON LA MAZDA CX-60 PHEV
Lunedì – Bella, ma difficile
Vi dirò, per la prima volta il Soul Crystal Red non è il mio colore preferito su una vettura del marchio di Hiroshima. Tanto elegante sulle altre vetture, qui forse risulta too much, e io la preferisco nel più raffinato bianco perla che avevo visto a Düsseldorf, dove per la prima volta l’ho provata.
Comunque è un’auto indubbiamente bella, perché ricercata nelle forme, con un’alternanza sapiente tra il muso verticale e un po’ squadrato e le forme morbide che riguardano un po’ tutta la carrozzeria, con un accenno coupé al posteriore.
Sicuramente è però un’auto difficile per l’Italia, con dimensioni più “americane” che europee, che se certo portano grande vantaggio all’interno, richiedono un po’ di attenzione per metterla in box o girare nelle città e nei borghi con e loro strade molto strette: parliamo infatti di un’auto lunga quasi 4,7 metri, larga 1,9 e alta 1,70.
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