Nuovo sindaco, nuovo piano: la mobilità post elezione nelle principali città
Milano, Roma, Napoli, Bologna, Trieste: scopriamo cosa accadrà al trasporto pubblico e privato con i nuovi sindaci dopo le amministrative. Soprattutto con la scadenza, il 29 ottobre, per l'accesso al Mobility as a Service for Italy (MaaS) del ministero dell'Innovazione tecnologica e transizione digitale
Torino, modello svedese o integrazione della rete attuale
Anche a Torino si va al ballottaggio, con il candidato di centrosinistra Stefano Lo Russo in vantaggio su quello di centrodestra, Paolo Damilano. Quest’ultimo per il capoluogo piemontese guarda al modello nordeuropeo. Accostando “alla rete normale una rete DRT (Demand Responsive Transit) e in particolare una rete Microtransit” attraverso i CABIbus, già in uso in Svezia.
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Il Microtransit è una linea non standardizzata, ossia un servizio di trasporto collettivo basato su navette di piccole dimensioni, in grado di ospitare da 10 a 20 passeggeri, ad accessibilità facilitata e con la prenotazione dei posti a sedere e delle fermate.
A lato anche incentivi fiscali a tutti gli imprenditori che passeranno a veicoli a zero emissioni, semafori intelligenti e infrastrutturazione della rete ciclabile.
Anche per Torino, Stefano Lo Russo punta al MaaS per una pianificazione tecnologica personalizzata e dinamica. Integrando il trasporto pubblico locale con il Sistema Ferroviario Metropolitano e portando a termine la realizzazione della linea TAV Torino-Lione.
In città anche infrastrutture per la ciclabilità ed zone con limite di velocità a 30 km/h.
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