Audi e Porsche in F1, Diess e l’opportunità di un impegno di valore
L'a.d. del Gruppo Volkswagen ha confermato l'impegno dei due marchi in Formula 1. Non siamo all'ufficialità delle note stampa ma c'è un quadro molto ben delineato perché Audi e Porsche arrivino nella massima serie
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Se non ora, quando? Si può sintetizzare così la scelta dei tempi da parte del Gruppo Volkswagen per introdurre in Formula 1 i marchi Audi e Porsche. L’ora, in realtà, è il 2026, stagione che sarà di profondo rinnovamento tecnico sulle power unit. Un passaggio essenziale perché un nuovo motorista possa competere con realtà impegnate sul motore turbo ibrido sin dal 2014.
AUDI E PORSCHE IN F1
Impensabile poter recuperare e padroneggiare la soluzione tecnica odierna delle monoposto per chi approda da “new entry”. Nel 2026 cambierà molto, arriveranno gli e-fuels ad alimentare il motore termico turbo V6, poi la componente elettrica sarà da oltre 470 cavalli e varrà quasi il 50% della potenza massima delle power unit.
Herbert Diess, a.d. del Gruppo Volkswagen, ha confermato l’impegno dei marchi Audi e Porsche in quella Formula 1. Manca la bolla dell’ufficialità, i comunicati stampa che dicano “ok, è tutto fatto”. La realtà è già delineata in tal senso.
AL LAVORO SULLA NUOVA POWER UNIT
Diess stesso ha individuato nella “finestra” di reset tecnologico del 2026 l’ultima occasione buona prima di rinviare tutto di un decennio. Audi e Porsche sono già al lavoro sulla futura power unit ibrida, un progetto che è impensabile approcciare a ridosso dell’ingresso in Formula 1. Servono anni di sviluppo e ricerca per presentarsi attrezzati al 2026.
ESSERE IN F1 PER MONETIZZARE LA PRESENZA
Ecco, perché la scelta di portare due marchi della galassia Volkswagen in F1? Diess ha ammesso come in seno al CdA vi siano stati pareri contrari, a ritenere che le priorità dell’industria – elettrificazione, business dei servizi, piattaforme progettate intorno alla componente software – siano già sufficienti a impegnare i marchi.
Si è deciso per il via libera, su una base strettamente utilitaristica. La Formula 1 è in uno stato di massima salute, rappresentata nell’andamento del titolo sui mercati. Ha un’espansione programmata sempre più diffusa negli USA e in Asia, fa il pienone di pubblico come mai nell’era recente. Essere presenti in questa vetrina è funzionale a incrementare il valore, specialmente per il marchio Audi.
MARCHI DI “VALORE”, ADDIO AI VOLUMI
A Ingolstadt non è un mistero la programmazione verso un posizionamento sempre più concentrato sui segmenti superiori di mercato, premium. È il mantra di una miriade di costruttori chiamati ad affrontare costi e riduzione dei volumi di vendita dalla transizione energetica prospettata in Europa. Già Porsche, nel 2021, ha postato prestazioni record per ricavi, senza inseguire la crescita dei volumi produttivi. In formula: produrre meno ma di maggior valore, quindi prezzi superiori.
“Audi è un marchio molto più debole se paragonato a Porsche. Non può realizzare prezzi ugualmente elevati; la Formula 1 per Audi ha un potenziale di gran lunga superiore per il marchio.
Usciranno di scena A1 (scopri il modello Sportback) e Q2, Audi andrà nei segmenti più alti e in competizione con Daimler e ha senso per Audi essere in Formula 1“, ha precisato Herbert Diess. In termini strettamente finanziari, la Formula 1 è vista oggi come un’opportunità di generare valore prima ancora che sfoggio tecnologico, come avvenuto con l’avvento dei grandi costruttori nella prima decade degli anni Duemila.
PORSCHE IN UNA FASE PIÙ AVANZATA
“Abbiamo illustrato business case favorevoli all’ingresso in F1 per entrambi i marchi. Con la Formula 1 avremo maggiori entrate da Stoccarda e Ingolstadt di quanto non ne avremmo senza l’impegno in F1.
C’è lo scenario Porsche, il cui apporto al Gruppo è di 4 miliardi all’anno. Dovrebbe continuare così in futuro, Porsche è il marchio di auto più sportivo al mondo e deve fare le corse. Quindi giungi alla conclusione che una Porsche nelle corse nel modo più efficiente possibile deve fare la Formula 1″, ancora Diess.
L’impegno Porsche avverrà in collaborazione con Red Bull Racing e la nuova divisione Red Bull Powertrains. Il percorso verso la F1 per il marchio è molto meglio delineato di quanto non lo sia ancora per Audi. La casa di Ingolstadt sta esplorando opportunità di investimento o acquisizione di scuderie oggi in griglia. Tra i nomi più “gettonati” vi sono stati quelli di McLaren, Aston Martin, Williams.