Auto aziendale, un benefit di valore: i risultati dell’Indagine Retributiva 2019
L'auto aziendale è un benefit che conta: lo testimoniano i risultati dell'Indagine Retributiva 2019, che saranno presentati alle imprese giovedì 12 settembre a Milano, in Assolombarda.
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L’auto aziendale è un benefit diffuso e che ha un valore importante: il dato di fatto emerge concretamente dai risultati dell’Indagine Retributiva 2019, che verranno presentati giovedì 12 settembre alle 9,30 in Assolombarda (Auditorium Gio Ponti, via Pantano, 9 – Milano), nel corso di un evento riservato alle aziende, associate e non.
Lo studio in questione, giunto alla quarta edizione, è promosso da Assolombarda e altre importanti associazioni territoriali aderenti a Confindustria (Associazione Industriale Bresciana, Confindustria Bergamo, Unione degli Industriali della provincia di Varese, Unione Industriale di Torino, Confindustria Cuneo, Confindustria Vincenza, Confindustria Verona e Confindustria Emilia Area Centro).
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Per la prima volta, nel 2019 l’indagine ha dedicato un capitolo all’auto aziendale e alla sua valorizzazione come benefit. Un approfondimento che ha fatto emergere dati molto interessanti e utili per le aziende sparse sul territorio. I dati sono stati raccolti su un campione di 600 aziende, con un parco totale di circa 12mila veicoli (in media 24 veicoli per ogni impresa), e su 3.500 loro dipendenti dotati di auto.
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AUTO AZIENDALE: UN BENEFIT AFFERMATO
Il primo dato che emerge dall’Indagine Retributiva 2019 è inequivocabile: nonostante negli ultimi anni si sia parlato molto di demotorizzazione, l’auto aziendale rimane un benefit diffuso. In media, infatti, la possiede il 13% dei lavoratori censiti, una percentuale superiore rispetto a quella registrata, per fare qualche esempio, da altri benefit come le carte di credito aziendali (12%) e il rimborso delle spese mediche (8%).
Naturalmente, la vettura è strettamente correlata alla qualifica: la percentuale dei dipendenti con l’auto aziendale sale infatti sensibilmente tra i dirigenti (fascia dove raggiunge l’85%) e tra i quadri (quasi il 40%).
CRITERI DI ASSEGNAZIONE E VALORE DEL BENEFIT
In base a quali criteri l’auto aziendale viene fornita? Nel 63,8% dei casi, l’assegnazione dipende semplicemente dalla categoria di inquadramento (ad esempio, alla totalità dei dirigenti in quanto tali), nel 60% dei casi, invece, dipende dalla mansione e, quindi, dalle esigenze lavorative.
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Per stabilire quale è la valorizzazione del benefit, lo studio ha considerato il valore fiscale dell’auto, determinato sulla base delle Tabelle ACI e ipotizzando un utilizzo di 15mila km/anno. Gli importi, in questo ambito, variano da poco meno di 1.400 euro a oltre 13.000 euro a seconda del modello. Il valore fiscale medio della vettura assegnata si attesta sui 2.430 euro, ma è evidente la differenza tra le utilitarie e le auto premium.
Non tutte le car policy, naturalmente, sono uguali. Alcune prevedono un contributo da parte del beneficiario per avere l’auto aziendale: quest’ultimo, secondo l’indagine, viene richiesto al 37% dei lavoratori e, in media, sfiora il 60% del valore fiscale della vettura assegnata. Questo contributo, sommato al valore fiscale, contribuisce a stabilire quanto pesa l’auto per il singolo: in media la vettura vale il 2,8% della retribuzione lorda annua, una quota significativa. Questa percentuale scende all’1,9% per i dirigenti e sale addirittura al 3,8% per gli impiegati. L’auto, in definitiva, è un benefit che conta.
NOLEGGIO E DIESEL: QUASI UN PLEBISCITO…
L’Indagine Retributiva 2019 analizza anche le scelte della formula di acquisizione dei veicoli da parte delle aziende. Per quel che riguarda i criteri di gestione, il noleggio a lungo termine (scopri qui come funziona), con il 58,5%, prevale nettamente, seguito dalla proprietà (49,5%) e dal leasing (36%).
E la motorizzazione preferita? E’ ancora di gran lunga il diesel, che alimenta il 92,5% del parco rilevato dallo studio. Percentuali molto piccole, invece, per le altre alimentazioni, con le alternative che pesano per il 4,1% e, in particolare, l’elettrico che raggiunge il 3%. Le motorizzazioni a bassa emissione sono scelte, come è ovvio, dalle realtà più grandi.