L’auto elettrica distruggerà o creerà posti di lavoro? “Li cambierà”
Un report sulle professionalità dell’e-mobility, curato da Motus-E e INAPP, evidenzia l’importanza della riconversione della filiera. Di sicuro, se dei posti di lavoro diventeranno obsoleti, occorre supportare la transizione per cogliere le nuove opportunità. Intanto, Motus-E continua a puntare sul dialogo con le istituzioni e sulla formazione.
In questo articolo
Quali sono gli impatti dell’auto elettrica sui posti di lavoro? Li distruggerà o li creerà? E quale è la portata della riconversione della filiera?
https://youtu.be/PUzckZX5yio
Motus-E – in occasione del Workshop 2021 organizzato martedì scorso a Roma dall’associazione, che ha visto la presenza di un gran numero di attori legati la mondo della mobilità elettrica – ha fatto il punto con associati e partner sulle attività, ponendo il focus anche sulla questione occupazionale.
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AUTO ELETTRICA E OCCUPAZIONE: QUALI SONO GLI IMPATTI?
I numeri hanno fatto scalpore nei mesi scorsi: ad esempio uno studio di Anfia e Roland Berger stima tra 60 e 70mila posti di lavoro a rischio con la transizione energetica. Perché, come è risaputo, i veicoli elettrici necessitano di un terzo dei componenti rispetto a quelli tradizionali, la metà del tempo di assemblaggio e una minore manutenzione.
Di contro, però, l’e-mobility definisce un nuovo “perimetro” all’interno delle professioni automotive, che, se supportato da un processo di riconversione e formazione, è destinato a creare nuove opportunità. “Si tratta di una transizione: il lavoro si sposterà da alcune professionalità consolidate fino ad oggi ad altre professionalità che si costruiranno con il nuovo paradigma della mobilità elettrica. Quindi, la parola d’ordine sarà: riconversione” spiega Giovanni Matranga, responsabile Organizzazione, Formazione e Industria di Motus-E.
“I primi cambiamenti si vedono già oggi: occorre cavalcarli, essere preparati, formare i propri dipendenti e mettere in campo strumenti importanti per agevolare questa transizione all’interno delle aziende” aggiunge Matranga.
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Il report di Motus-E e INAPP
Un report curato da Motus-E e INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) definirà la portata della riconversione della filiera. “Gli occupati italiani verranno toccati dal processo di transizione con diversi gradi: per alcuni sarà necessaria un’importante riconversione, per altri non ci sarà uno stravolgimento così rilevante” sottolinea Valentina Ferri, ricercatrice dell’INAPP.
I settori più coinvolti saranno, naturalmente, quelli della manifattura del veicolo e del post-vendita, mentre “la rete infrastrutturale energetica è ovviamente coinvolta, con una aggiunta rilevante in termini di occupazione”.
Al tempo stesso, Motus-E, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari, sta conducendo uno studio sugli impatti dei posti di lavoro in Italia da qui al 2030, i cui risultati saranno resi noti nei prossimi mesi.
SOSTEGNI ALL’AUTO ELETTRICA: GLI EMENDAMENTI ALLA LEGGE DI BILANCIO 2022
Nel frattempo, continua l’impegno costante di Motus-E (nella foto il segretario generale Francesco Naso) nel dialogo con le istituzioni. Gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2022, che verranno presentati in questi giorni, contengono un pacchetto di richieste su diversi fronti, dal rinnovo dell’Ecobonus, alle infrastrutture di ricarica (con la conferma del credito di imposta al 50% per le infrastrutture private e, in aggiunta, la proposta di rendere la ricarica un benefit aziendale), fino all’aumento della deducibilità per le auto aziendali elettriche e ibride plug-in.
Un altro nodo è rappresentato naturalmente dalle infrastrutture in autostrada (attualmente soltanto un Concessionario ha avviato le installazioni), per le quali Motus-E chiede una maggiore chiarezza del quadro normativo.
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LA CENTRALITÀ DELLA FORMAZIONE
Proseguono anche le iniziative di Motus-E nell’ambito cruciale della formazione: spiccano un progetto PCTO (ex alternanza scuola lavoro), in collaborazione con Rete di scuole per la mobilità sostenibile e l’Università di Messina, per avviare già tra i banchi di scuola degli istituti tecnici e negli Atenei la formazione sulla mobilità elettrica.
Il post-vendita, lo dicevamo, sta cambiando: in quest’ottica, si inserisce il corso professionalizzante rivolto agli autoriparatori indipendenti, promosso dall’associazione in collaborazione con Confartigianato.
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