Auto elettrica, Thorel: “La rete di ricarica la barriera più grande da superare”
Se il fattore del prezzo d'acquisto e l'autonomia di marcia sono due nodi importanti alla diffusione delle auto elettriche, resta l'infrastruttura di ricarica il tema di gran lunga più importante e sul quale serve un impegno di sistema
In questo articolo
La prima reazione dell’ACEA, l’Associazione dei Costruttori Europei di Automobili, alla proposta relativa all’industria automotive del piano Fit for 55, non a caso si è rivolta alla necessità di obblighi vincolanti per gli Stati membri in materia di infrastruttura di ricarica.
AUTO ELETTRICA, LE BARRIERE
È la condizione minima necessaria affinché si possa immaginare un vero sviluppo della mobilità elettrica su volumi rilevanti e non percentuali ridotte sul totale del mercato.
Approfondisci: Auto termiche, lo stop in Europa nel 2035 e la posizione ACEA
L’esigenza di una rete di ricarica adeguata è tanto più stringente nei Paesi del sud dell’Europa. Sul tema, Gaetano Thorel – responsabile marchi Fiat e Abarth (marchi nella strategia Stellantis destinati a essere full electric) per l’Europa – ha sottolineato la centralità in un’ottica di sviluppo del mercato delle elettriche.
INFRASTRUTTURA, OLTRE L’ANSIA DA RICARICA
“L’automobile sta facendo il suo, la ricarica resta un ostacolo rilevante per superare l’ansia del consumatore di non rimanere in mezzo alla strada con l’auto elettrica. L’Italia, come altri Paesi del Sud Europa, è molto indietro nelle infrastrutture di ricarica rispetto al Nord Europa. Creare una infrastruttura sia on-grid che off-grid è l’obiettivo da raggiungere per togliere ansia del consumatore”, le parole dell’intervento a E-Mobility, evento organizzato da E-Gap e Comin&Partners.
POSTAZIONI RAPIDE E PROGRAMMAZIONE
Rendere capillare la rete di ricarica è una precondizione per immaginare un mercato elettrico dai grandi volumi. Vuol dire strutturare postazioni ultraveloci, sì – con ben presenti i limiti di continue ricariche a potenze molto elevate sulla vita della batteria -, ma anche numericamente rilevanti per semplici postazioni a corrente alternata.
Approfondisci: Ricarica AC e DC, quali sono le differenze?
In una condizione ordinaria, la ricarica domestica, nelle ore notturne, è la scelta preferibile per programmazione dei tempi e facilità dell’operazione. La colonnina pubblica può immaginarsi come un’integrazione, per garantire una “continuità di ricarica” su strada e su lunghe distanze.
COLONNINE, NUMEROSE E VELOCI
Più ancora dell’autonomia di marcia, conterà poter attingere a una rete diffusa di ricarica: “Serve un intervento di sistema. Non solo per realizzare le colonnine, ma anche per velocizzarle, perché la tecnologia ‘fast’ è fondamentale. Per superare la barriera è necessario che tutte le parti del sistema operino insieme: questa è la vera sfida”.
FATTORE PREZZO RIDIMENSIONATO DAGLI INCENTIVI
Altro punto cruciale nella diffusione delle elettriche, la barriera del prezzo d’acquisto (leggi la posizione di Carlos Tavares su un elettrico imposto dall’alto). Fintanto che campagne di incentivi all’acquisto supporteranno i consumatori, si potrà beneficiare di notevolissimi tagli ai listini, a rendere accessibile una tecnologia ancora costosa per gli investimenti prodotti specialmente sull’approvvigionamento delle materie prime necessarie ai pacchi batteria.
L’aumento dei volumi produttivi e il costante diminuire del costo per kWh delle batterie, renderà ancora più competitive le elettriche. Tanto più lo saranno se i limiti delle normative Euro 7 (leggi i punti in fase di discussione in Europa) verranno definiti stringenti quanto è nelle intenzioni dell’Europa: le auto termiche, soprattutto nei segmenti inferiori, subiranno un incremento di prezzo che dovrebbe portare, tra 2025 e 2027 a un’equivalenza di fatto dei listini tra auto benzina e auto elettriche.
Leggi anche: Stellantis e le soluzioni in arrivo per l’elettrico
“L’automobile sta vivendo la trasformazione più importante da quando è nata. Il passaggio all’elettrico è inevitabile ma il consumatore della strada deve superare tre barriere. Il prezzo d’acquisto non è più vero che il prezzo di un veicolo elettrico sia più alto (grazie agli incentivi; ndr).
Sulla barriera dell’autonomia sono stati fatti passi in avanti. Il terzo elemento è l’ansia da ricarica ma qui l’industria non può fare molto. Serve un intervento di sistema”.