Boom delle auto elettriche: che fine farà il petrolio?
Nonostante le difficoltà, le case automobilistiche, esortate dalle istituzioni, proseguono sulla strada dell’elettrificazione e le auto elettriche e ibride si confermano le più vendute. Se, così come sembra, la mobilità green diventerà la norma, che fine farà il petrolio? I tre scenari di Wood Mackenzie.
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La pandemia e le misure di lockdown messe in atto per contenerla hanno colpito duramente il mercato automobilistico e le prospettive a breve termine del settore automotive sono più che mai incerte. Tuttavia le case produttrici continuano ad attenersi ai piani di elettrificazione, esortati dalle azioni politiche a sostegno di decarbonizzazione e trasporto a basse emissioni.
La mobilità green continua a crescere: nel primo quadrimestre 2020, nonostante il crollo di vendite, il segmento degli Ev ha più che raddoppiato la propria quota di mercato, salendo al 6,8% dal 2,5% dell’anno precedente. I veicoli ibridi ed elettrici sostituiranno definitivamente quelli a benzina e gasolio? E, in questo caso, cosa ne sarà del petrolio?
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CHE FINE FARÀ IL PETROLIO? I 3 SCENARI WOOD MACKENZIE
Logica conseguenza della quarantena è stata la netta diminuzione del consumo di benzina, gas ed energia. A diminuire, soprattutto, la domanda di benzina, il cui bisogno è venuto meno in seguito alla riduzione del trasporto su strada e dei viaggi aerei. L’impatto definitivo del Covid-19 sul settore oil & gas non è ancora prevedibile e dipende da fattori incerti come, ad esempio, l’arrivo o meno di un vaccino, le azioni politiche a favore di energia sostenibile e la paura dei cittadini di utilizzare mezzi pubblici e aeroplani.
Nulla può essere affermato con certezza. Tuttavia, la crisi ha portato a galla tendenze già ben delineate: i governi hanno agito direttamente sulla vita di aziende e cittadini; gli spostamenti internazionali sono stati limitati; vi è stato un boom di tecnologie ideate per adattarsi alla vita in lockdown come le piattaforme di video conferenze (scopri tutti gli strumenti per lo smart working). Sulla base di questi trend, Wood Mackenzie, gruppo globale di ricerca e consulenza in materia di energia, prodotti chimici, fonti rinnovabili, metalli e miniere, ha analizzato i possibili effetti a lungo termine della pandemia, concentrandosi sul destino di petrolio, gas e carbone.
Scenario 1: Full Recovery
Il primo scenario ipotizzato dall’analisi Wood Mackenzie è il più ottimistico e immagina una rapida e forte ripresa dell’economia mondiale, ipotizzando un celere ritorno del livello del PIL globale alla situazione prepandemica. In questo caso, la domanda di petrolio non subirebbe alcuna variazione notevole e seguirebbe lo schema attuatosi nei decenni passati, continuando a salire fino alla metà del 2030, per poi calare gradualmente nella seconda metà del decennio.
Scenario 2: Go It Alone
Il secondo scenario ipotizza un maggiore impatto del coronavirus sul mercato oil & gas, predicendo una domanda di benzina nettamente più debole. L’opzione definita “Go It Alone” riflette una contrazione del fenomeno della globalizzazione, con un tracollo più profondo del mercato del petrolio e una successiva debole crescita. In questo caso, la richiesta di benzina nel 2030 sarebbe più bassa di quella che sarebbe stata nel 2023 se non ci fosse stata una pandemia.
Scenario 3: Greener Growth
Il “Greener Growth” scenario, letteralmente scenario di “crescita più verde” si basa sul panorama di “transizione energetica accelerata”, già delineato da Mackenzie lo scorso anno. In quest’ipotesi, la domanda di benzina è la più bassa. Programmi come il Green Deal europeo e il Green New Deal sostenuto dai democratici negli Stati Uniti, potrebbero accelerare il processo di elettrificazione dei trasporti e di diminuzione di combustibili fossili. Se così fosse, la vendita di petrolio subirebbe uno stallo nel decennio in corso, per poi crollare in quello successivo.