SURVEY LA CARICA DEI 102 | Auto elettriche nelle flotte aziendali: in attesa della svolta
La nostra survey sull’e-mobility testimonia che l’interesse per l’auto elettrica cresce, così come cresce il numero di EV assegnati in fringe benefit. Permangono però gli ostacoli ben noti (carenza di infrastrutture e tempi di ricarica lunghi), che rendono l’elettrico una scelta ancora difficile per molte aziende.
In questo articolo
Quale è lo stato dell’arte dell’auto elettrica nelle flotte aziendali? La nostra survey “La carica dei 102”, effettuata su un campione di 102 Fleet e Mobility Manager con un parco totale gestito di 118.439 veicoli, ha risposto in maniera approfondita a questo quesito.
L’atteggiamento dei Fleet Manager nei confronti dell’elettrico è ancora, in un certo senso, attendista. Rispetto a due anni fa, data della nostra precedente rilevazione, certamente l’interesse è cresciuto, così come il numero degli EV all’interno dei parchi auto, ma diverse aziende hanno riferito di essere ancora in fase di valutazione/sperimentazione e altre ancora continuano a dichiarare l’incompatibilità di questi veicoli con gli spostamenti dei driver.
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SURVEY LA CARICA DEI 102: L’AUTO ELETTRICA NELLE FLOTTE AZIENDALI
Perché le aziende scelgono l’elettrico?
Chi ha scelto l’elettrico lo ha fatto soprattutto per ragioni di CSR, e, come per l’ibrido, anche l’abbassamento delle medie di emissioni e le agevolazioni nella circolazione hanno avuto un peso importante.
Allo stesso tempo, l’evoluzione delle batterie e il conseguente aumento dell’autonomia, gli incentivi (usufruiti in forma indiretta) e i vantaggi fiscali, in primis l’esenzione dal bollo, stanno incidendo in maniera concreta. Ancora poco percepito, invece, è il vantaggio sui canoni, indicato solamente da 4 intervistati.
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Assegnazione e utilizzo dell’auto elettrica
Un’inversione di tendenza importante rispetto a due anni fa, invece, si rileva sulle formule di utilizzo degli EV: se nel 2019 oltre il 70% dei veicoli era in pool, oggi la maggioranza (2.480 veicoli) è assegnata in fringe benefit.
Dunque, le auto a zero emissioni sono entrate a tutti gli effetti nelle car list e il loro utilizzo non è più solo urbano: nel 55% dei casi, infatti, vengono utilizzate anche fuori dall’ambito cittadino.
Nonostante questo le percorrenze giornaliere dichiarate dai Fleet e Mobility Manager rimangono, in media, basse, al di sotto dei 100 km.
La situazione attuale delle infrastrutture in Italia, che comunque sta progressivamente migliorando, costituisce ancora un ostacolo importante. Solo il 7% dei Fleet Manager ha dichiarato che nelle loro aziende sono stati effettuati viaggi di oltre 200 km a bordo dell’auto elettrica, ma la maggior parte (65%) non ha superato i 120 km.
Tra i motivi che frenano, oltre alla scarsa capillarità dei punti di ricarica, ci sono i tempi di rifornimento troppo lunghi e la difficoltà nel dover pianificare in anticipo ogni dettaglio del viaggio con l’EV.
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La propensione dei driver
Anche la propensione dei driver verso le auto a zero emissioni rimane bassa: 82 Fleet Manager ci hanno riferito che la percentuale di loro colleghi disposti a passare all’elettrico non supera il 10%. Qui, oltre ai già citati problemi legati alla ricarica, sia pubblica sia domestica, e alle esigenze di utilizzo (impensabile considerare l’auto elettrica se si percorrono oltre 30.000 km all’anno), permane anche un fattore culturale.
La sensazione è che ci sia ancora da parte di molti utilizzatori una certa ritrosia a cambiare abitudini, unita ad un’ancora scarsa conoscenza della motorizzazione elettrica. Due aspetti su cui occorre lavorare.
Il futuro dell’auto elettrica
Visto che numerose car policy sono user-chooser, la scelta del driver è un asset fondamentale per la crescita dell’elettrico. Che ci sarà, ma nei prossimi 12 mesi non sarà di certo evidente come quella dell’ibrido: 55 intervistati su 102 non inseriranno auto elettriche nelle loro flotte.
E il valore stimato della crescita (4.440 unità), pur essendo numericamente rilevante, non deve trarre in inganno: fatta eccezione per poche grandissime aziende, nelle altre realtà l’aumento dei veicoli elettrici non supererà in media le 12 unità.
Valori residui, canoni e consulenza
I valori residui e i canoni sono, anche nel caso dell’auto elettrica due parametri fondamentali nella scelta. Innanzitutto è opportuno sottolineare come alcuni dei Fleet Manager, specie sull’elettrico, non abbiano una percezione precisa dell’andamento dei canoni negli ultimi due anni, vuoi perché hanno richiesto le quotazioni solo nel periodo più recente, vuoi perché non hanno mai considerato finora di inserire queste auto in flotta.
Il resto del campione si è diviso, anche se sugli EV è piuttosto netta la percezione di diminuzione dei canoni rispetto al 2019 (anche perché i prezzi erano più alti rispetto a quelli degli ibridi).
La variazione positiva è determinata dal miglioramento dei VR (indicata dal 35% del campione) e dall’arrivo sul mercato di diversi nuovi modelli con prezzi più bassi (32%), ma anche dalla politica di scontistiche delle Case nei confronti dei noleggiatori e dal fatto che oggi la tecnologia costa meno ai Costruttori rispetto al passato (voce “Altri motivi”). Il 6%, invece, riscontra un peggioramento dei VR degli EV, mentre altri riferiscono come l’elettrico sia una tecnologia ‘ancora per pochi’ per motivare il trend negativo dei canoni.
Per quanto riguarda la consulenza, confermiamo quanto già detto per le auto ibride: si tratta di un aspetto che, secondo gli intervistati, presenta diversi margini di miglioramento: è vero che quasi un terzo del campione ha riscontrato un up-grade rispetto a due anni fa, ma la maggioranza dei voti, in entrambi i casi, resta tra l’1 (insufficiente) e il 2 (sufficiente).
La formazione
Stesso discorso per la formazione all’utilizzo dei veicoli elettrici, che non è una prassi diffusa: solo 13 Fleet Manager dichiarano che loro e i loro driver usufruiscono di corsi sui veicoli elettrici (organizzati da Case, noleggiatori, ma anche da altri fornitori esterni). Per il resto, c’è chi si è organizzato in proprio per fare formazione ai driver sull’utilizzo degli EV.
L’aspetto culturale, lo abbiamo già visto, non è affatto secondario e una delle sfide future dei noleggiatori, delle Case auto e delle stesse aziende sarà senza dubbio quella di puntare maggiormente sul coaching.
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