Le auto elettriche e ibride plug-in cresceranno anche senza incentivi?
Nel 2021 le auto elettriche e ibride plug-in sono cresciute a tripla cifra. Ma ora il mondo automotive si chiede cosa accadrà in questo 2022, alla luce del mancato rinnovo degli incentivi. Ecco il quadro delineato da Motus-E.
In questo articolo
Cosa sarà delle auto elettriche e ibride plug-in senza gli incentivi? La domanda è lecita, visto che la Legge di Bilancio 2022 ha di fatto ignorato tutte le richieste di sostegno avanzate dal settore automotive. La situazione, attualmente, è complicata.
Il percorso dei Costruttori verso l’elettrificazione continuerà, così come proseguirà l’infrastrutturazione del Paese, quindi le auto elettriche e ibride plug-in saranno protagoniste anche nel 2021 (scopri qui quali sono le auto elettriche in arrivo). Secondo Motus-E, però, è difficile pensare ad una crescita rispetto al 2021 se non ci sarà alcun tipo di aiuto. Prima di entrare nel dettaglio, però, facciamo un passo indietro e vediamo quello che è successo lo scorso anno.
Approfondisci: come sostenere la crescita delle auto elettriche?
AUTO ELETTRICHE E IBRIDE PLUG-IN: LA CRESCITA DEL 2021
I dati di Motus-E testimoniano una crescita del 128,34% delle auto con ricarica, con una penetrazione del 9,35% sul mercato totale rispetto al 4,33% dello stesso periodo del 2020: 67.255 unità immatricolate nel 2021 per le Bev e 69.499 unità per le Phev.
“Come da nostra previsione, il 2021 si è chiuso con oltre 67.200 auto elettriche e quasi 70mila auto ibride plug-in immatricolate. La percentuale di market share sul totale delle alimentazioni è più che raddoppiata, anche se c’è da dire che il total market ha ottenuto un risultato molto basso” spiega Francesco Naso, segretario generale di Motus-E.
Interessante l’analisi dei canali: “Per quanto riguarda i veicoli Bev, si nota una distribuzione al 50% tra privati e flotte, mentre per quanto riguarda le ibride plug-in, fa da padrone il noleggio a lungo termine e, quindi, la clientela aziendale” sottolinea Naso. Dati che fanno capire quanto gli incentivi siano importanti per spingere la clientela privata a scegliere le auto elettriche.
COSA ACCADRÀ SENZA INCENTIVI
Motus-E e le altre associazioni automotive hanno cercato di spiegare al Governo le conseguenze nefaste di una mancata pianificazione dei sostegni al mercato e all’industria automotive nel prossimo triennio. L’ecobonus è una parte significativa di questa pianificazione.
“Gli incentivi attualmente sono ancora necessari per avvicinare il prezzo d’acquisto dei veicoli elettrici con quelle endotermici: un dato di fatto che è stato recepito in tutti i principali Paesi europei, tranne che in Italia” sottolinea Naso. La Legge di Bilancio ha di fatto ignorato il settore: “Crediamo che sia ancora possibile mettere una pezza, o con eventuali scostamenti di bilancio promulgati nel 2022 o attraverso una revisione in corsa del PNRR”.
Allo stato attuale, le prospettive non sono rosee: vero è che c’è ancora un tesoretto di auto prenotate con gli incentivi 2021, ma anche ancora non sono state immatricolate (“intorno alle 15-20mila unità tra elettriche e ibride plug-in” spiega Naso, ma senza sostegni, secondo Motus-E, “i canali di sbocco per Bev e Phev saranno essenzialmente quelli aziendali, ma non credo che potremo arrivare oltre le 50-60mila unità elettriche immatricolate”.
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LE STRATEGIE
In questo momento, quindi, è ancora più importante che il mondo automotive sia coeso per rimarcare la gravità della situazione. “Cercheremo di convincere il Governo, affinché riguardi i progetti e faccia come gli altri Paesi europei, che hanno previsto un importante sostegno”.
C’è anche un altro fattore da considerare: attualmente la produzione di auto in Europa è limitata rispetto alla domanda e, quindi, visto che in Italia non ci sono incentivi, il rischio che le vetture elettriche vengano destinate a mercati più appetibili è concreto.
Motus-E, conclude Naso, auspica “che vengano reintrodotte formule di incentivazione: non ci riferiamo solo all’ecobonus, che comunque speriamo possa essere reintrodotto, ma anche ad un intervento sulla fiscalità per le auto a basse e zero emissioni”.
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