SURVEY LA CARICA DEI 102 | Auto ibride nelle flotte aziendali: entro 12 mesi ci sarà il boom
Quale è lo stato dell’arte dell'auto ibrida in azienda? Lo abbiamo chiesto a 102 Fleet e Mobility Manager, che ci hanno fornito la loro opinione e svelato i loro progetti. La propensione verso questa alimentazione è in crescita esponenziale: previsto l'inserimento in parco di oltre 15.500 veicoli ibridi nel giro di un anno.
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Quale è lo status dell‘auto ibrida nelle flotte aziendali? I 102 Fleet e Mobility Manager che abbiamo coinvolto a febbraio in una survey sulla mobilità sostenibile, tracciano un quadro puntuale.
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L’interesse verso l’elettrificazione cresce, spinto soprattutto da ragioni di CSR e dalla necessità di abbassare le medie di emissioni. Ma se il Full Electric sta proseguendo la sua crescita lentamente, seguendo il trend di mercato e scontando i ben noti limiti ancora esistenti in termini di infrastrutture e, soprattutto, di tempi di ricarica, l’auto ibrida, nelle sue tre declinazioni (Full Hybrid, Mild Hybrid e Plug-in Hybrid) si è ormai affermata.
La situazione è testimoniata chiaramente nella prima parte del nostro studio, intitolata “L’ibrido entra in azienda” ed effettuata nel mese di febbraio dalla nostra redazione in collaborazione con l’Osservatorio Top Thousand.
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IL CAMPIONE
La nostra inchiesta ha coinvolto un campione di 102 aziende di ogni dimensione, con un parco totale gestito di 118.439 veicoli. Diversi i settori merceologici rappresentati: internet company, tour operator, logistica, linee aeree, assicurazioni, consulenza, energia, GDO, food&beverage, banche e servizi finanziari, enti pubblici, industria, commercio, farmaceutica, trasporti, informatica e telefonia. Di questi oltre 118mila veicoli, ben 106.654 sono a noleggio.
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LE ALIMENTAZIONI DELLA FLOTTA
Il mix delle alimentazioni delle auto gestite dalle aziende intervistate fotografa molto bene il trend in via di sviluppo dell’e-mobility, pur rispettando le gerarchie che già erano emerse chiaramente dalle tre precedenti release della survey Mobilità alla spina, condotte nel 2016, nel 2018 e nel 2019: il diesel mantiene saldamente la propria leadership (e non potrebbe essere altrimenti, considerate le esigenze di mobilità di numerose aziende), la benzina conferma il suo ruolo, specie negli spostamenti cittadini e sui segmenti più piccoli, ma ibrido ed elettrico prendono quota.
Gli Hev, i Phev e i Mhev, complessivamente, arrivano a 6.158 unità, con, come vedremo, prospettive di crescita esponenziale nei prossimi 12 mesi, mentre gli EV fanno registrare 3.612 unità. Numeri piccoli, se confrontati con i quasi 94mila veicoli a gasolio, ma i prossimi rinnovi dei parchi auto sono destinati a cambiare le carte in tavola, in favore di una crescita più consistente dell’elettrificazione. E non parliamo solo di vetture: anche i veicoli commerciali elettrici e ibridi, in totale 435 unità, cominciano a rappresentare un’alternativa concreta per le consegne nelle città, considerando anche il ruolo sempre più importante dell’e-commerce.
E il fatto che il 57% dei veicoli percorra meno di 100 km al giorno è un indicatore chiaro di quanto i veicoli elettrificati possano essere una soluzione praticabile già nell’immediato.
FOCUS SULL’AUTO IBRIDA
L’ibrido in flotta non è certo una novità. Anche le precedenti survey avevano rilevato quote in crescita, ma quest’anno abbiamo voluto fare un distinguo tra le tre declinazioni che caratterizzano questa tipologia di veicoli: emerge una sostanziale distribuzione equa tra Full, Mild e Plug-in Hybrid, con un interessante sviluppo di questi ultimi, che difatti prevalgono, seppur di poche unità, sugli altri.
L’ibrido alla spina sta conquistando consensi non solo per l’aumento dell’offerta dei modelli, ma anche per il livello di emissioni (sotto i 60 g/km) che dal luglio scorso consente di ottenere vantaggi in termini di fringe benefit, oltre alle note agevolazioni nella circolazione. Il tutto senza l’ansia da ricarica che ancora oggi contraddistingue l’utilizzo degli EV.
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Perchè le aziende scelgono l’ibrido
A proposito dei vantaggi dell’ibrido e, quindi, dei motivi che hanno spinto i Fleet Manager a sceglierlo, spiccano l’abbassamento delle medie di CO2 (indicato da oltre 60 intervistati), la responsabilità sociale di impresa, i già citati risparmi negli spostamenti (ingresso nelle ZTL, parcheggi, ecc), le tipologie di percorsi e chilometraggi effettuati dai driver, l’abbattimento dei consumi e proprio la tassazione agevolata del fringe benefit.
Interessante notare come quasi 20 Fleet Manager su 102 abbiano indicato un vantaggio anche in termini di canoni di noleggio, che risultano essere più competitivi.
Assegnazione e utilizzo
L’avvicinamento all’ibrido, in questi anni, è stato attentamente ponderato dalle aziende: il 36% degli intervistati, infatti – una percentuale che sale parecchio se si considerano solo le imprese con parchi superiori alle 1.000 unità – ha effettuato una survey interna per monitorare gli spostamenti dei driver. Solo in questo modo, è possibile rendersi conto delle reali esigenze di mobilità. Che, per quanto riguarda l’ibrido, non presentano limitazioni in termini di percorrenze: difatti, l’89% dei veicoli considerati è assegnato in fringe benefit (stessa percentuale che avevamo rilevato nel 2019).
Invece l’81% dei veicoli del campione viaggia quotidianamente sia in città sia in ambito extraurbano.
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Le prospettive di crescita dell’ibrido
Sulle prospettive di crescita dell’auto ibrida, infine, non ci sono dubbi. La direzione intrapresa dalle aziende è chiara: 75 Fleet Manager dichiarano di voler aumentare il numero dei veicoli nei prossimi 12 mesi, con, dato ancora più rilevante, una previsione di aumento di 15.568 veicoli all’interno dei parchi auto nel giro di un anno. In altre parole, una crescita superiore al 250% rispetto ad oggi!
Con un interesse, ancora una volta, rivolto in maniera particolare all’ibrido plug-in, seguito dal Mild Hybrid e dal Full Hybrid.
Una gerarchia che rispecchia anche l’offerta: la maggior parte dei modelli che verranno lanciati sul mercato nel corso di quest’anno, infatti, saranno proprio Phev.
Canoni, valori residui e consulenza
La diffusione delle motorizzazioni elettrificate nelle flotte è determinata da alcune variabili: per questo, rispetto alle precedenti survey, abbiamo aggiunto focus specifici su tre temi di grande importanza, il trend dei canoni degli EV e degli ibridi, la consulenza da parte delle società di noleggio e la formazione all’utilizzo di questi veicoli. I canoni, in particolare, sono un parametro fondamentale. Per quanto riguarda gli ibridi, un terzo ha riscontrato una diminuzione e un terzo ha dichiarato che sono rimasti uguali, mentre una percentuale minore ha riferito un peggioramento.
La variazione positiva secondo i Fleet Manager, è stata determinata, in particolare, dal miglioramento dei VR, dalla maggiore disponibilità di modelli (che incide positivamente sui prezzi), dai bassi costi di manutenzione degli Hev, ma anche dagli incentivi statali, mentre quella negativa dal peggioramento dei VR, dall’aumento dei listini su alcuni modelli, dall’incremento dei costi di gestione e, tra gli altri motivi, dalla mancanza del superammortamento, che negli anni scorsi ha spinto le immatricolazioni delle aziende, e dalla necessità da parte di Costruttori e noleggiatori di recuperare i profitti persi durante la prima fase del Covid.
La seconda questione chiave è quella della consulenza dei noleggiatori, un aspetto che, secondo gli intervistati, presenta diversi margini di miglioramento: è vero che un terzo del campione, per quanto riguarda gli ibridi, ha riscontrato un up-grade rispetto a due anni fa (grafici 23-24), ma la maggioranza dei voti, in entrambi i casi, resta tra l’1 (insufficiente) e il 2 (sufficiente).
Stesso discorso per la formazione: solo 4 Fleet Manager dichiarano che loro e i loro driver usufruiscono di corsi sui veicoli ibridi (organizzati da Case, noleggiatori, ma anche da altri fornitori esterni)