Ibride plug-in: nel 2021 quasi la metà sono a noleggio
Numeri alla mano, si nota un'importante distinzione tra le varie tipologie di ibrido: se le Full Hybrid e le Mild Hybrid vengono scelte soprattutto dai privati, le auto ibride plug-in sono trainate dai noleggi, come testimoniano i dati del primo semestre 2021.
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Le auto ibride plug-in stanno crescendo parecchio: i dati del primo semestre 2021 testimoniano un incremento a tripla cifra rispetto allo scorso anno e una quota che ha raggiunto il 4,7%. Ma, aldilà dell’offerta delle Case (in aumento esponenziale) quali sono i canali che stanno trainando questo trend così evidente? Le statistiche di Dataforce sottolineano chiaramente che da gennaio a giugno il 47,23% delle Phev immatricolate sono state destinate al canale del noleggio.
Dunque, quasi la metà delle ibride plug-in sono abbinate al renting, a lungo o a breve termine, contro solo il 36,40% riservato ai privati. Discorso diverso, invece, per il Full Hybrid: in questo caso, il 70,49% delle auto appartenenti a questa categoria è stato immatricolato ai privati e il 20,24% ai noleggi.
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IL NOLEGGIO TRAINA L’IBRIDO PLUG-IN
Il noleggio costituisce senza dubbio il traino principale delle auto con la spina, come testimoniano anche le recenti rilevazioni di Aniasa. In generale, le ibride plug-in piacciono alle aziende: sempre analizzando le statistiche di Dataforce emerge, infatti, che, se si considerano anche le vendite alle società e le autoimmatricolazioni, la quota delle ibride plug-in destinate al B2B nel 2021 sfiora il 64%. Per quanto riguarda le Full Hybrid, invece, la percentuale di market share si attesta circa al 30%.
Il 47% ottenuto dal canale del noleggio rappresenta un dato particolarmente rilevante, perchè, di queste, circa 8 su 10 sono auto aziendali in fringe benefit.
I MOTIVI DEL TREND
Quindi, è soprattutto la variabile fiscale (leggi il nostro approfondimento sul fringe benefit), con la tassazione agevolata al 25%, a spingere i Fleet e Mobility Manager a scegliere le auto ibride plug-in a noleggio che, sottolinea Dataforce, costituiscono un’opzione più costosa rispetto alle Full Hybrid, ma sono particolarmente accessibili per quegli utilizzatori a reddito medio-alto, che hanno a disposizione un garage con la wall-box o possono contare sulle infrastrutture di ricarica in azienda.
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I privati, invece, al momento sono più orientati verso l’ibrido Mild e Full. E i motivi sono intuibili: i prezzi di listino di queste ultime sono più bassi in confronto alle Phev, c’è maggiore disponibilità di prodotto in concessionaria e, in aggiunta, non tutti hanno ancora compreso a fondo le peculiarità dell’ibrido ricaricabile che, per essere utilizzato nella maniera giusta, necessita di un upgrade culturale. In altre parole, per tradurre in concreto i loro vantaggi, le ibride plug-in necessitano di essere costantemente rifornite di elettricità, altrimenti i loro consumi rischiano di essere addirittura superiori rispetto a quelli di un’auto termica.
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