Auto a metano: il prezzo del gas non scenderà prima di 6 mesi
Per la prima volta in 70 anni il prezzo del metano è impazzito, schizzando verso l'alto. Una situazione che ha forti impatti sulla mobilità, ma i prezzi dovrebbero tornare vicini alla normalità verso aprile.
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La buona notizia è che i prezzi per il rifornimento di metano torneranno alla normalità. La cattiva notizia è che lo faranno solo dopo l’inverno, presumibilmente in aprile.
A spiegarlo è Dante Natali, presidente di Federmetano: “È la prima volta in 70 anni che il mercato del metano prende questa piega inedita, ma non vediamo situazioni strutturalmente tali da protrarre il mantenimento di questa situazione”.
IL PREZZO DEL METANO
Il prezzo per fare rifornimento auto di metano è aumentato in pochi giorni almeno del 70%, con picchi che si avvicinano ai due euro al chilo (il metano si misura in chili).
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“A nostro parere la situazione attuale durerà fino ad aprile, potrebbe avere un’evoluzione migliore ma dipende dall’andamento del prezzo internazionale del metano che nei primi di ottobre ha raggiunto picchi fino a 6 volte il prezzo medio degli ultimi 20 anni”, spiega Natali. Ad aprile, infatti, finiscono consumi stagionali degli usi civili (legati alla stagione invernale) e a quel punto situazione dei mercati si sarà riassestata sulla normalità.
I prezzi impazziti del metano sono un unicum che non si è mai verificato prima. “La nostra utenza è molto legata al metano perché, oltre a essere il carburante più economico, è anche molto regolare nei prezzi, con poche oscillazione rispetto ai derivati petroliferi”, spiega il presidente di Federmetano.
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PERCHÉ I PREZZI DEL METANO SI SONO ALZATI
Il problema è a livello mondiale: “C’è stata una tensione sul mercato internazionale del prezzo del gas, dovuta a errate valutazione sui consumi nel post Covid. Gli operatori si sono trovati impreparati e senza i quantitativi di gas necessari”. Una situazione complessa, dovuta in larga parte ai maggiori consumi asiatici.
Il prezzo del gas è in aumento dai primi mesi del 2021, ma era imprevedibile immaginare la progressione rapidissima dei prezzi che c’è stata fra settembre e ottobre. “Ci aspettavamo un assestamento ma invece l’andamento è stato peggiore. È un grave disagio per gli utenti ma anche per noi e per tutti gli operatori”, commenta Natali.
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LE RICHIESTE AL GOVERNO
“Noi ci siamo mossi primi che il problema emergesse nella forma più grave, con appelli rimasti inascoltati, perché nel decreto salva-bollette non si fa menzione della mobilità. Ora cerchiamo di sollecitare il Governo perché l’aumento del metano per il rifornimento auto va a colpire direttamente famiglie già molto attente al risparmio”. Due gli interventi richiesti, che non sono risolutivi ma possono tamponare la situazione di emergenza:
- L’abbassamento dell’Iva dal 22 al 5%
- L’annullamento di alcuni oneri di sistema fissi di sistema
Misure da intendersi come temporanee, solo fintanto che permane l’attuale situazione.
IL CONTRIBUTO GREEN DELLA MOBILITÀ A METANO
L’Italia è il Paese con più distributori di metano in Europa: 1500 gli operativi. Per dare un’idea delle dimensioni della nostra Rete: la Germania – secondo Paese per diffusione del metano – ne ha poco più della metà (qui l’elenco completo degli impianti in Europa).
Spiega Natali: “Riteniamo che il settore del metano, con la sua rete capillare, sia una prerogativa e una opportunità irrinunciabile per il Paese. Considerato che un quinto del carburante che già distribuiamo è biometano diamo un grande contributo alla riduzione delle emissioni di CO2. Per tutti questi motivi, e per le ricadute occupazionali sulla filiera, è un settore da salvaguardare”.
https://youtu.be/QwmYrcB5VvU
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