Ricondizionare auto e componenti: una soluzione contro i ritardi nelle consegne del nuovo
Dallo scorso anno il mondo del noleggio e delle flotte aziendali stanno vivendo un periodo di gravi ritardi nelle consegne delle auto nuove. Ecco perché l’auto ricondizionata, in questo momento storico, rappresenta ancora di più una soluzione.
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Non ci sono dubbi: la crisi produttiva in atto ha stravolto gli equilibri del settore auto. Le consegne delle auto nuove stanno subendo ritardi mai visti in passato, con conseguenti (ed evidenti) disagi per le società di noleggio e i Fleet e Mobility Manager aziendali. In questo quadro, destinato a proseguire per tutto il 2022, l’auto ricondizionata rappresenta una soluzione importante.
Un’alternativa, che si affianca a quella delle auto usate. Queste ultime, infatti, già da tempo hanno catturato l’interesse delle aziende e dei privati, ma a causa della crisi del nuovo, che ha ovviamente inciso a cascata sulle permute, i prezzi delle auto di seconda mano si sono alzati e i piazzali si sono gradualmente svuotati. In definitiva, considerata la grave carenza di prodotto, il ricondizionamento dell’auto diventa una “conditio sine qua non” in chiave di saving e disponibilità dei mezzi.
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RICONDIZIONARE I CONTENITORI DELL’ADBLUE: LA SOLUZIONE DI GPS MOTORI
Ricondizionare l’auto significa prima di tutto dare una nuova vita a motori e cambi che, come testimonia Luca Morini, CEO di Gps Group, sono i componenti più soggetti a guasti gravi. “In media, noi li ripariamo in 8 giorni, mentre oggi i tempi di attesa di un’auto nuova sono anche di 6 mesi” spiega.
Ma ci sono anche altri ricondizionamenti importanti, come quelli dei filtri antiparticolato sulle auto diesel. Che ancora oggi costituiscono il cuore pulsante per le flotte aziendali. La survey “Mobility Transformation”, che abbiamo condotto tra febbraio e marzo su un campione di 103 Fleet e Mobility Manager con un parco gestito di 120.731 veicoli, testimonia infatti che oltre 88mila di questi sono tuttora a gasolio. Sappiamo che, con l’arrivo dell’Euro 6 il filtro antiparticolato è diventato una necessità per “digerire” le emissioni dei motori.
Il percorso di ripristino
“Dagli studi che abbiamo fatto sui guasti ai filtri antiparticolato, abbiamo dedotto che questi ultimi si rompono anche e soprattutto a causa dell’usura del contenitore dell’ADBlue – spiega Morini – Quello che viene chiamato comunemente ‘serbatoio’ dell’ADBlue è un insieme di componenti che contengono il liquido, lo riscaldano e gestiscono i parametri necessari attraverso una centralina. Questi componenti, spesso, entrano in contrasto con l’ADBlue, che è composto da acqua e ammoniaca. In determinate circostanze, ad esempio quando l’ADBlue non è di qualità, l’ammoniaca tende ad addensarsi e a distruggere la parte elettronica del componente”.
Gps Motori ha analizzato i guasti e creato un percorso di ripristino unico a livello italiano ed europeo. Un percorso di fondamentale importanza, visto che fino ad oggi il contenitore dell’ADBlue rotto veniva semplicemente buttato e sostituito. “Se dal punto di vista meccanico, il ricondizionamento consiste semplicemente nella pulizia del contenitore, dal punto di vista elettronico occorre intervenire sulla centralina e sui sensori, un procedimento complicato, ma che oggi abbiamo affinato: non a caso, su 27 ‘codici’, oggi, ne riusciamo mediamente a ripristinare 20” sottolinea Morini.
Una soluzione per il mondo fleet
Un’attività che Gps svolge in maniera strutturata dal gennaio scorso, principalmente per le flotte. “L’attività di recupero e produzione dei ricambi per le riparazioni, che noi facciamo da tempo utilizzando gli stessi componenti di primo impianto, oggi diventa fondamentale: sui contenitori dell’ADBlue riusciamo ad effettuare la riparazione in 4-5 giorni e, quindi, a limitare al minimo il fermo del veicolo” osserva Morini.
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L’ESEMPIO DELL’UK: L’AUTO RICONDIZIONATA IN FABBRICA
Allargando lo sguardo all’estero, dalla Gran Bretagna arriva proprio in queste settimane un importante esempio di procedura collegata al ricondizionamento delle vetture, che potrebbe essere estesa anche ad altri mercati. Stiamo parlando di una rigenerazione che avviene direttamente in fabbrica, eseguita dallo stesso Costruttore con l’obiettivo di allungare la vita della vettura.
Come funziona? Dopo il primo ciclo di vita, ad esempio i canonici 36 mesi di noleggio, l’auto rientra in fabbrica e viene ripristinata secondo i migliori standard, per poi essere reimmessa sul mercato per il secondo ciclo di vita. Il procedimento, poi, potrebbe essere nuovamente ripetuto, per consentire di raggiungere i 10 anni di utilizzo. Al termine dei quali non è prevista alcuna rottamazione, ma un riciclaggio totale da parte dei Costruttori, a partire dalle batterie. Una rigenerazione virtuosa e sostenibile, che agli occhi delle Case automobilistiche potrebbe costituire una risposta anche alle crescenti e sempre più pressanti esigenze green.
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