La decarbonizzazione del petrolio è possibile?
Se non dovessero fare delle rinnovabili e delle emissioni zero il proprio core business, le aziende petrolifere sono destinate al fallimento? Può darsi, per questo molte hanno intrapreso la via "green".
In questo articolo
Grazie al progresso tecnologico e ai crescenti investimenti le rinnovabili stanno diventando sempre più convenienti (anche a fronte del quasi costante aumento del prezzo del petrolio). Ma se il passaggio alle energie pulite sembra essere ormai avviato e inevitabile, o così si spera, le compagnie petrolifere si vedono costrette a fare del green il loro core business.
Non stiamo parlando di greenwashing, sul quale tanto si è fatto e tanto si è detto (vedi il dibattito infuocato che ha visto al centro Plenitude di Eni, main sponsor di del Festival di Sanremo 2022). In sostanza ci si chiede, potrà l’industria del petrolio portare a compimento la transizione energetica entro il 2050?
COSA SUCCEDE CON LE RINNOVABILI?
Secondo un rapporto del 2020 di Irena, già due anni fa la capacità di energia rinnovabile era aumentata di 3,7 volte rispetto al decennio precedente, raggiungendo i 2.799 GW. Nel frattempo, Bloomberg ha previsto che, a fronte di una costante crescita di EV stimata intorno al 60% l’anno, la domanda di petrolio dovrebbe diminuire, già nel 2023, di 2 milioni di barili al giorno.
In pratica, restare agganciati ai combustibili fossili non è in contrasto con gli obiettivi climatici globali, ma economicamente irrealizzabile. Ecco che le principali compagnie petrolifere mondiali stanno adattando le proprie strategie energetiche future, allontanandosi dal petrolio e orientandosi verso fonti di energia rinnovabili e a basse emissioni.
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Shell, carbon neutral entro il 2050
Anche Shell, come i Paesi firmatari degli accordi di Parigi, si è impegnata ad affrontare il problema del cambiamento climatico, mantenendo l’aumento della temperatura globale al di sotto della soglia di +2°C. L’azienda ha quindi delineato una strategia completa a zero emissioni nette, che si estende fino al 2050. Entro il 2030, l’azienda vorrebbe ridurre le proprie emissioni di CO2 fino al 20% rispetto ai livelli del 2016, e poi di un ulteriore del 45% entro il 2035 e del 100% entro il 2050.
Shell si sta anche muovendo su tre progetti di cattura e stoccaggio del carbonio (o CCS, una tecnologia che sta entrando a far parte del mix di strategie disponibili per far fronte alla crescente concentrazione in atmosfera di CO2 di origine antropica) in Canada, Norvegia e Paesi Bassi e intende aumentare la propria capacità di 25 milioni di tonnellate all’anno entro il 2035.
Entro il 2030, Shell mira a fornire abbastanza elettricità rinnovabile per 50 milioni di famiglie, installando anche oltre di 2,5 milioni di punti di ricarica per veicoli elettrici. Da un punto di vista produttivo, l’obiettivo è anche di aumentare del 10% la quota di biocarburanti e idrogeno nei carburanti per autotrazione (con un investimento di circa 1 miliardo di dollari all’anno).
L’obiettivo zero emissioni è fissato al 2050, in linea proprio con gli obiettivi dell’accordo di Parigi delle Nazioni Unite.
BP, grande spinta sulle rinnovabili
Nel 2020, BP ha investito 220 milioni di dollari per lo sviluppo di diversi progetti legati all’energia solare negli Stati Uniti (per fornire energia a 1,7 milioni di case) e raggiungere il suo obiettivo di produzione di energia verde di 20 GW entro il 2025. Entro il 2030, BP prevede di aumentare la produzione di energia rinnovabile a 50 GW.
Lightsource BP, una joint venture costituita nel 2017, è entrata nel mercato dell’energia solare portoghese e greco nel 2021, con l’obiettivo di produrre 1,35 GW nei prossimi cinque anni in Portogallo, firmando un accordo di co-sviluppo da 640 MW in Grecia.
Altro passo significativo nella sua strategia green, con il partner tedesco EnBW, BP ha acquistato due licenze per parchi eolici offshore nel Mare d’Irlanda all’inizio del 2021. Aggiungendone altri sei nei prossimi anni, l’azienda prevede di produrre energia per alimentare 7 milioni di case. L’anno scorso, la compagnia aveva anche investito 1,1 miliardi di dollari in due progetti che sono stati sviluppati dalla compagnia petrolifera statale norvegese Equinor.
BP vuole anche conquistare una posizione strategica nel mercato dell’idrogeno, ossia il 10% della produzione dei principali mercati. (Secondo BP Energy Outlook, l’idrogeno potrebbe rappresentare circa il 16% di tutto il fabbisogno energetico mondiale).
Nel rapporto sulla sostenibilità del 2021, gli investimenti a basse emissioni di carbonio sono aumentati da 750 milioni di dollari nel 2020 a 2,2 miliardi di dollari nel 2021.
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Total, puntare su rinnovabili e biomasse
Total ha lasciato l’American Petroleum Institute, la principale lobby statunitense del petrolio e del gas, per disaccordi sulle politiche climatiche all’inizio del 2021. Dopodiché, ha acquistato il 20% della società energetica indiana AGEL, specializzata in rinnovabili, e ha acquisito il 50% del solare dell’azienda indiana.
Gli investimenti nel solare sono proseguiti in Spagna e nel Regno Unito, concordando di produrre 3,3 GW di energia in Spagna e un contratto di locazione per iniziare a sviluppare 1,5 GW di elettricità al largo della costa dell’Anglia orientale, nel Regno Unito, attraverso una joint venture.
In termini di energia eolica, Total ha acquisito una partecipazione del 23% in Yunlin Holding di Taiwan ad aprile per un progetto di parco eolico offshore da completare nel 2022. La produzione di energia sarà di 640 MW, sufficiente per alimentare 605,000 famiglie. L’azienda vuole raggiungere una produzione di energia verde di 35 GW entro il 2025 e una capacità di 100 GW entro il 2030. Al 2050 è invece fissata la scadenza per raggiungere il target del 40% delle vendite globali in energie ed elettricità rinnovabili.
Nel suo Sustainability & Climate – 2022 Progress Report, Total sostiene ce fornitura di energia con un ciclo di vita a maggiore emissioni di carbonio si è ridotta di oltre il 10% rispetto al 2015. Oggi, gli investimenti in energie ed elettricità rinnovabili rappresentano il 25% del totale degli investimenti Total, superando l’obiettivo iniziale del 20% previsto nel 2020, e le vendite di gas naturale liquefatto (GNL) sono aumentate del 10%, raggiungendo le 42 milioni di tonnellate. La quota dei prodotti petroliferi nel mix di vendita si è ridotta al 44% (dal 65% del 2015) e le emissioni di gas serra (GHG) relative ai prodotti petroliferi utilizzati dai clienti sono state ridotte del 19%.
Nel suo ultimo rapporto annuale, la società ha determinato un impegno, tra il 2022 e il 2025, in termini di investimenti, di almeno il 50% destinato a nuove forniture energetiche, energie decarbonizzate (30%), rinnovabili (25%) e molecole decarbonizzate (5%). La produzione dovrebbe quindi corrispondere al 50% di elettricità rinnovabile, il 25% di nuove molecole decarbonizzate da biomasse (biocarburanti, biogas) o energia elettrica rinnovabile (idrogeno, e-combustibili) e il 25% di idrocarburi (petrolio e gas).
ExxonMobil, reagire a forti pressioni
Dopo essere stata accusata di aver lasciando indietro gli impegni green, ExxonMobil ha annunciato a metà del 2021 che avrebbe speso 3 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per formare una nuova business unit a basse emissioni di carbonio. Il gigante petrolifero mira a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) del 2050.
Nel suo rapporto 2021, si è concentrata sulla riduzione delle emissioni di CO2 nei trasporti commerciali, nella produzione di energia e nei processi industriali. L’Advancing Climate Solutions – 2022 Progress Report dell’azienda sottolinea i piani di riduzione delle emissioni di ExxonMobil per il 2030 ed estende gli obiettivi di riduzione del carbonio nelle operazioni aziendali.
Sono stati identificati più di 150 potenziali interventi di riduzuine delle emissioni di CO2 e la società ha dichiarato di voler ridurre le emissioni assolute di gas serra del 30% per le sue attività a monte e del 20% per l’intera società entro il 2030, entro il 2030 ridurrà rispettivamente del 60% e del 70% le emissioni assolute di flaring e metano.
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