Bonus colonnine di ricarica: cos’è e chi può richiederlo
In questo articolo
L’elettrico, è deciso, avrà un ruolo fondamentale nella tradizione. Uno dei nodi da sbrogliare è, però, quello delle colonnine di ricarica. Il nostro Paese è carente da questo punto di vista. Per accelerare su questo fronte la legge 104/2020 ha permesso lo stanziamento di 90 milioni di euro per chi acquista e installa infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici.
Le risorse sono state sbloccate dal Ministero per la Transizione Ecologica grazie al decreto 25 agosto 2021 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 ottobre.
L’90% dei fondi è destinato agli interventi delle imprese (80% a quelli di valore complessivo inferiore a 375.000 euro, 10% con valore superiore a 375.000 euro). Il restante 10% per le persone fisiche.
Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Leggi Anche: Quante colonnine ci sono in Italia? L’inchiesta di Fleet Magazine.
BONUS COLONNINE DI RICARICA
Il bonus è riconosciuto per i costi sostenuti per l’acquisto e l’installazione delle infrastrutture di ricarica (al netto di Iva). Consiste in un contributo in conto capitale pari al 40% delle spese ammissibili. Ovvero l’acquisto e messa in opera di infrastruttura di ricarica, compresi installazione delle colonnine, impianti elettrici, opere edili correlate e strettamente necessarie, impianti e dispositivi di monitoraggio.
Sono ammissibili anche i costi sostenuti per la connessione alla rete elettrica e di connessione per un massimale del 10% e i costi di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi (anche questi nel limite del 10%).
Leggi Anche: Come si ricarica l’auto elettrica? Guida completa a colonnine e connettori.
CHI PUÒ ACCEDERE AL BONUS
I beneficiari del bonus possono essere sia le persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arti e professioni sia i soggetti Ires, quindi società, enti pubblici e privati e trust che hanno come oggetto principale l’esercizio di attività commerciale. Purché installino:
- Wallbox con un solo punto di ricarica in corrente alternata dipotenza da 7,4 kW a 22 kW (2.500 euro per singolo dispositivo);
- Colonnine con due punti di ricarica in corrente alternata tra i 7,4 kW e i 22 kW (8.000 euro per singola colonnina);
- Infrastrutture di ricarica in corrente continua fino a 50 kW (1.000 euro/kW), oltre 50 kW (50.000 euro per singola colonnina) e oltre 100 kW (75 mila euro per singola colonnina).
CARATTERISTICHE DELLE COLONNINE
Le infrastrutture di ricarica, per le quali è previsto il bonus, devono:
- essere nuove di fabbrica;
- avere una potenza nominale almeno di 7,4 kW, che garantisca almeno 32 Ampere per ogni singola fase
- rispettare i requisiti minimi di cui all’aricolo 4 della delibera dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) n. 541/2020/R/ee del 15 dicembre 2020;
- essere collocate nel territorio italiano e in aree nella piena disponibilità dei soggetti beneficiari;
- essere realizzate secondo la regola d’arte ed essere dotate di dichiarazione di conformità ai sensi del Dm 37/2008 e del preventivo di connessione accettato in via definitiva.
COME RICHIEDERLO
Per i potenziali beneficiari è prevista una serie di requisiti precisi.
Le imprese devono avere sede in Italia, risultare attive e regolarmente iscritte al Registro imprese, con iscrizione Inps e Inail e posizione contributiva regolare. Inoltre, non devono aver richiesto altri contributi pubblici per le spese ammissibili oggetto dello stesso decreto del Ministero della Transizione Ecologica che mette a disposizione i fondi per il bonus colonnine.
Per quanto riguarda i professionisti, devono essere in regola con gli adempimenti fiscali, il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali ed eventuali restituzioni di somme dovute per revoca di agevolazioni. Inoltre, devono avere volume d’affari non inferiore al valore dell’infrastruttura di ricarica per cui viene richiesto il contributo.
Leggi Anche: Elettrificazione, le differenze tra un parco auto e un LCV.
I professionisti in regime forfettario possono fare richiesta del contributo per un valore dell’infrastruttura non superiore a 20.000 euro. Ogni richiedente può presentare una sola domanda, documentando le spese con fattura elettronica.
COME INOLTRARE LA DOMANDA
Le domande dovranno pervenire secondo le modalità stabilite dal decreto.
Devono essere allegate le descrizioni degli investimenti in abbinamento alla segnalazione dei risultati attesi e alla dichiarazione Iva.
TEMPI DI RISPOSTA
Una volta recepita la domanda, il ministero della Transizione Ecologica (previa verifica e accertamento della congruità) ha 120 giorni per erogare i contributi con provvedimenti distinti e in riferimento all’ordine cronologico di ricevimento delle domande.
Entro lo stesso termine deve altresì comunicare i motivi ostativi nel caso di insussistenza dei requisiti.
I contributi possono essere revocati dal ministero con un provvedimento motivato. Il beneficiario dovrà restituire il contributo entro 60 giorni dalla comunicazione.
FOLLOW US
Per rimanere sempre aggiornato seguici sul canale Telegram ufficiale e Google News. Iscriviti alla nostra Newsletter per non perderti le ultime novità di Fleet Magazine.