Nuovo sindaco, nuovo piano: la mobilità post elezione nelle principali città
Milano, Roma, Napoli, Bologna, Trieste: scopriamo cosa accadrà al trasporto pubblico e privato con i nuovi sindaci dopo le amministrative. Soprattutto con la scadenza, il 29 ottobre, per l'accesso al Mobility as a Service for Italy (MaaS) del ministero dell'Innovazione tecnologica e transizione digitale
In questo articolo
Con un’affluenza risicata, quasi tutte le città sotto il 50% dei votanti, con picchi negativi a Milano e Torino, ferme rispettivamente al 47,69% e al 48,06%, si sono concluse le elezioni amministrative.
Un voto importante anche per l’accesso al Mobility as a Service for Italy (MaaS), il progetto pilota del Midt che promette un “nuovo concetto di mobilità” grazie all’integrazione di servizi di trasporto pubblico e privato che l’utente potrà sfruttare tramite un unico canale digitale.
La scadenza è il 29 ottobre (le candidature aperte dall’inizio del mese), ma a cavallo delle elezioni i nuovi sindaci potrebbero decidere di non manifestare il proprio interesse.
Ecco quindi i progetti legati alla mobilità nelle principali città italiane, Milano, Roma, Napoli, Torino, Bologna e Trieste.
Milano sempre più Milano
Giuseppe Sala, candidato della sinistra “rientrante”, è stato eletto al primo turno. Con uno stacco di quasi 20 punti da Luca Bernardo, del centrodestra. Fin dalle prime battute i due hanno espresso intenzioni opposte per Milano, specie sul tema della micromobilità, che è stata anche al centro dei temi del Fleet Motor Day 2021.
Per approfondire: Quanto costa muoversi a Milano.
Il sindaco uscente ha espresso la volontà per la Milano del futuro di avvicinarsi alle grandi città europee, passando dalle attuali 50 automobili ogni 100 abitanti a 40 ogni 100 abitanti. Per farlo, non solo i divieti (già fissati con aree B e C), ma l’aumento dello sharing dei veicoli e la mobilità dolce.
L’idea di fondo è quella di una “Milano in 15 minuti” con più trasporto pubblico, incrementato del 50 per cento in versione “green“. In termini di chilometraggio si parla di 50 chilometri di metropolitana e 100 di piste ciclabili.
Non se ne farà niente, invece, del programma di Luca Bernardo. L’idea del candidato del centrodestra era quella di fluidificare il traffico cittadino liberando le grandi arterie da restringimenti dalle piste ciclabili. Più auto significa più parcheggi, in stile retrò, ovverosia sotterranei. Abolire, o ridurre, le barriere anti-inquinamento: via l’area B, con un ritorno al ticket di ingresso pensato, a suo tempo, da Letizia Moratti al posto della C.
Leggi Anche: Crisi dello sharing: la ricetta di Aniasa per la ripresa.