Caro carburante: quale impatto sul TCO?
Gli accresciuti costi per fare rifornimento (anche di 100k in più al mese) hanno un impatto significativo sul Total Cost of Ownership delle flotte. Ecco cosa si può fare.
In questo articolo
Il carburante è il più importante dei costi operativi all’interno del Total Cost of Ownership (TCO). Con la guerra in Ucraina, i costi per fare rifornimento si stanno “mangiando” una fetta crescente del TCO delle flotte, in tutta Europa. Secondo la società di fleet management TraXall International, l’impatto del costo crescente del carburante può essere calcolato con un aumento fino all’8% del TCO.
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L’AUMENTO DEL CARBURANTE E DEL TCO
Alessandro Menna, Chief Security Officer di Italgas, dà alcuni numeri significativi: “Nel bimestre gennaio-febbraio 2022 abbiamo rilevato un incremento del costo dei carburanti rispetto allo stesso periodo del 2021 pari a:
- +25% per il Diesel,
- +24% per la Benzina,
- +66% per il Metano
Italgas ha una presenza territoriale particolarmente distribuita sul territorio e pertanto i valori rilevati degli aumenti sono rappresentativi di una media nazionale. Considerando una percorrenza media mensile di circa 3-3,5 milioni di Km da parte della flotta del Gruppo, ed un utilizzo preponderante di Metano, l’impatto economico della crescita dei prezzi è quantificabile in circa 100K€/mese”.
COSA FARE?
“L’aumento del TCO in relazione all’aumento del carburante è un dato di fatto – spiega Gianfranco Martorelli, Consigliere – Co Founder dell’Osservatorio Top Thousand -. Le aziende che però hanno da tempo iniziato ad investire sulla transizione energetica e quindi sulla mobilità sostenibile e che hanno adottato azioni concrete con l’obiettivo di ridurre le emissioni e di conseguenza i consumi subiranno un impatto più lieve. Gli efficientamenti della flotta non si improvvisano, ma hanno bisogno di una strategia ben chiara e una vision a lungo termine. L’impatto sul TCO può essere mitigato quindi da azioni mirate alla sostenibilità”.
C’è poco che le aziende possono fare per combattere gli alti prezzi di mercato, una delle poche azioni che è possibile mettere in campo velocemente è monitorare i driver alla guida di plug-in, invitandoli a ricaricare l’auto il più possibile, in modo da ridurre i consumi di carburante fossile.
SUV E DIESEL I PIÙ PENALIZZATI
Secondo i dati di Fleet Support (raccolti sul mercato olandese ma rappresentativi per l’Europa):
- sono stati colpiti soprattutto i SUV e, in generale, le auto di segmenti e motorizzazioni più importanti. Il loro TCO segnala un aumento del +24% della quota di carburante nel periodo 2017-2022.
- Il TCO per le autovetture compatte è aumentato del +8% nella benzina e del +18% nella versione diesel
- per le compatte premium le cifre sono rispettivamente +16% e +19%
- In generale il diesel (+21%) ha subito rincari quasi doppio rispetto alla benzina (+11%) nello stesso periodo. Ed è anche il carburante più impattato nella crisi attuale
Insomma: i prezzi attuali richiamano una tendenza già in corso. L’aumento della quota di carburante nel TCO agirà da acceleratore nel ribaltare le tabelle per l’adozione dei veicoli elettrici. È qualcosa su cui tutti gli esperti sono d’accordo.
TCO A SECONDA DEL CARBURANTE
L’impatto dei costi del carburante sul TCO dipende dal tipo di alimentazione. Non si tratta, ovviamente, di dati certi, in quanto così come oscilla il prezzo di diesel e benzina oscilla anche quello dell’elettricità. Ecco una stima indicativa secondo dati del Car Cost Index 2021 di Leaseplan:
- Ibrido plug-in: 17%
- Gasolio: 17%
- Benzina: 23%
- Elettrico: 10%
IL TCO DELLE AUTO ELETTRICHE
Forse è una sorpresa, ma anche la quota dedicata al rifornimento (di energia elettrica, ovviamente) all’interno del TCO dei veicoli elettrici sta aumentando a un ritmo che sembra allarmante: +70% dal 2017 al 2022.
Ma c’è una spiegazione per il fenomeno che non risiede semplicemente nell’aumento delle bollette: dobbiamo considerare che la quota di ammortamento del TCO è in forte diminuzione a causa del miglioramento dei valori residui.
Quindi, non c’è dubbio, i costi energetici di un EV rimangono molto più bassi in termini assoluti rispetto ai veicoli ICE comparabili, certamente nel caso di chilometraggi elevati e durata più lunga dei contratti. Secondo l’ultimo Car Cost Index di Leaseplan (2021) la riduzione dei costi è del 54%.
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VANTAGGIOSE ANCHE IN FUTURO?
Ma le flotte elettriche manterranno il loro vantaggio sui costi del carburante in futuro? Qui bisogna essere più cauti, perché i governi perderanno entrate significative da tasse e accise quando aumenteranno le flotte elettriche. Quindi, potrebbero compensare queste perdite adattando le tasse sull’elettricità.
La natura stessa dei prezzi dell’elettricità è diversa da quella dei combustibili tradizionali, più dipendente dalle tariffe di punta infragiornaliere ed è possibile beneficiare di prezzi fissi attraverso contratti a più lungo termine. Indubbiamente, la ricarica intelligente svolgerà un ruolo decisivo per le flotte nel mantenere la percentuale energetica del TCO sotto controllo e il più bassa possibile. Queste fluttuazioni di prezzo renderanno le flotte elettriche più complesse da gestire di quelle tradizionali, una nuova sfida per il futuro.
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