Casa, dolce casa. La ricarica domestica secondo Scame
Il momento migliore per caricare l’auto elettrica è quando rimane ferma a lungo: tipicamente a casa o al lavoro. Per questo Scame ha messo a punto le Wall box BE-W e forma gli installatori.
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Certo, le ricariche fast sono necessarie se vogliamo andare da Roma a Milano senza fare soste di ore, ma quasi sempre l’auto elettrica si ricarica a casa o al lavoro.
Alla base c’è un cambio di paradigma: “L’auto diventa come uno smartphone: lo mettiamo in carica la sera a casa, indipendentemente che sia rimasto il 10 o il 60 per cento di batteria. Allo stesso modo, sappiamo che non ci serve una ricarica completa per funzionare” commenta Omar Imberti, marketing manager e-Mobility di Scame Parre, l’azienda bergamasca che dal 1999 produce connettori per i veicoli elettrici.
LA WALL BOX INTELLIGENTE DI SCAME
Il 93% delle famiglie italiane in casa ha un contratto di fornitura da 3kW. È abbastanza per convertirsi alla mobilità elettrica?
“Le nostre wall-box si regolano in base ai consumi domestici. In altre parole, se la famiglia sta usando forno, phon e lavatrice non caricano, mentre lo fanno di notte, quando i consumi sono minori” spiega Imberti.
In teoria sarebbe possibile caricare l’auto da una comune presa domestica, ma è rischioso perché le normali prese di corrente domestiche non sono adatte a resistere a potenze elevate per molte ore continuative senza danneggiarsi. Per ricaricare in tutta sicurezza è opportuno utilizzare una stazione di ricarica apposita, cioè una wall-box, conforme alle normative italiane.
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INSTALLATORI QUALIFICATI E COSTI CONTENUTI
Scame ha una rete di 300 installatori qualificati sui prodotti di mobilità elettrica, operativi in tutta Italia e sempre aggiornati.
Ma quanto è costoso o complicato installare a casa una wall-box? Meno di quanto si pensi: “L’80 per cento delle nostre installazioni sono standard e tutti gli ostacoli, come un box troppo lontano dalla rete, sono superabili” spiega Imberti.
Compreso di istallazione, un buon prodotto – come la linea BE-W, recentemente riprogettata anche nel design – costa fra i 1.000 e i 1.500 euro. “Se si abita in condominio va fatta richiesta in assemblea condominiale, che, però, non può impedire l’eventuale realizzazione di una linea aggiuntiva dedicata alla ricarica” conclude Omar Imberti.
LA GESTIONE DEI RIMBORSI AZIENDALI
Un dipendente con l’auto in fringe benefit dispone solitamente di una scheda carburante. Ma come calcolare i rimborsi se l’user-chooser sceglie un’auto elettrica (o plug-in) e ricarica di notte presso la sua abitazione? “È difficile certificare il consumo dell’energia di casa – spiega il marketing manager -, ma stiamo facendo dei test pratici con alcune aziende per cercare di capire quanto spende in bolletta il driver. È più complesso di come sembra, ma contiamo di riuscire a fornire questo utile servizio”.