Che fine fanno i miliardi del MIMS
L’Allegato Infrastrutture del Mims illustra riforme e investimenti realizzati e programmati per i prossimi 10 anni. Un maxi piano da oltre 279 miliardi di euro
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L’Allegato Infrastrutture, mobilità e logistica al Documento di Economia e Finanza (Def) 2022, presentato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims), prevede un ambizioso piano di sviluppo del sistema della mobilità nel segno della sostenibilità ambientale.
LA RIPARTIZIONE DEI FONDI DEL MIMS
Nel piano sono previsti, per i prossimi 10 anni, quasi 300 miliardi di euro di investimenti. Nel complesso, le opere considerate prioritarie nel settore delle infrastrutture per la mobilità e la logistica valgono 279,4 miliardi di euro (a questi si aggiungono ulteriori 12,3 miliardi per infrastrutture idriche e 6,7 miliardi per l’edilizia pubblica).
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Si tratta – spiega il Mims – di interventi necessari per il completamento, la messa in sicurezza, anche rispetto alla crisi climatica, e l’adeguamento tecnologico del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT).
Tali investimenti riguardano:
- Ferrovie e nodi urbani (147,4 miliardi di euro)
- Strade e autostrade (83,5 miliardi)
- Porti (10,1 miliardi)
- Aeroporti (3,2 miliardi)
- trasporto rapido di massa nelle città metropolitane (32,6 miliardi)
- ciclovie (2,6 miliardi).
“I fondi già stanziati e quelli aggiuntivi che verranno da fonti nazionali ed europee consentono di proseguire gli investimenti legati al Pnrr, attuando la visione di medio-lungo termine descritta nell’Allegato”, ha sottolineato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini.
COME SONO STATE ASSEGNATE LE RISORSE
Le risorse già assegnate attraverso i diversi canali di finanziamento ammontano a 209 miliardi. Gli investimenti sulla rete stradale e autostradale sono finalizzati alla messa in sicurezza, al potenziamento tecnologico e digitale, alla valorizzazione del patrimonio esistente anche nell’ottica della transizione ecologica, alla riduzione dell’incidentalità, al decongestionamento delle tratte metropolitane, extraurbane e autostradali, all’integrazione della rete disponibile con quella dedicata alla mobilità ciclistica.
PRIORITÀ AL SUD
Attenzione particolare al Mezzogiorno. Non a caso, tra le nuove opere prioritarie, particolare importanza assume l’Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria (11,2 miliardi), con le sue interconnessioni regionali e trasversali.
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Focus sul miglioramento e il potenziamento della Statale 106 Jonica, da Reggio Calabria a Taranto (491 Km per 3 miliardi di euro). Per quanto di vitale importanza per i territori attraversati, è definita dai calabresi la “strada della morte” per i frequenti incidenti (secondo Aci e Istat è tra le strade più pericolose d’Italia).
La A2 Salerno-Reggio Calabria sarà la prima smart road italiana, grazie all’implementazione delle tecnologie di ultima generazione applicate alla mobilità e alla sicurezza di chi viaggia: 198 milioni di euro (già finanziati) per il progetto pilota.
E poi, oltre un miliardo per l’adeguamento e messa in sicurezza dell’itinerario Salerno-Potenza-Matera-Bari, 800 milioni per riqualificazione dell’A19 Palermo-Catania, 1,5 miliardi per il potenziamento del collegamento Agrigento-Caltanissetta SS 640, 1,2 miliardi per l’itinerario Ragusa-Catania, oltre un miliardo per la SS 372 Telesina (Benevento Caianello).
LE OPERE AL CENTRO
Tra le altre opere prioritarie, figurano anche gli interventi stradali per il potenziamento della Strada Statale 4 Salaria (1,1 miliardi) e nelle aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016.
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In particolare, i lavori programmati riguardano le statali di accesso e collegamento ai crateri sismici (2 miliardi), ma anche l’itinerario tirrenico centro-meridionale (RMNA, oltre 2,5 miliardi).
GLI INTERVENTI PIÙ IMPORTANTI AL NORD
Non mancano gli interventi prioritari al Nord:
- 1,4 miliardi per il potenziamento dell’autostrada del Brennero A22
- 1,3 miliardi per l’autostrada Val d’Astico A31, 647 milioni per l’autostrada A4 (ampliamento alla terza corsia nelle tratte tra San Donà di Piave ed Alvisopoli e tra Gonars e Villesse)
- 2,3 miliardi per la Pedemontana Veneta
- 2,7 miliardi per l’autostrada Pedemontana Lombarda
- 348 milioni per il completamento dell’autostrada A33 Asti-Cuneo
- 1,3 miliardi per la nuova autostrada regionale Cispadana e sistemazione ex SP10
- oltre 2,5 miliardi per l’itinerario Civitavecchia-Orte Ravenna
- 1,4 miliardi per il completamento del potenziamento del nodo di Firenze (autostrada A1 e autostrada A11)
- 4,8 miliardi per la Gronda di Genova (c.d. di “Ponente”), nuova tratta per il potenziamento dell’interconnessione A7-A10-A12
- 207 milioni per ampliamento alla quarta corsia dell’autostrada A1 nella tratta Milano sud-Lodi.
Obiettivo dichiarato: recuperare il gap infrastrutturale che frena la competitività delle imprese e aumenta le disuguaglianze territoriali e sociali, determinando costi ambientali insostenibili.
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