Quando il Car Sharing deve arrendersi
Il Car Sharing in Italia è in netta crescita, ma tra vandalismi e altri problemi economico-strategici non tutte le aziende hanno successo. E se si guarda il Bike Sharing, la situazione spesso rischia di affondare. Letteralmente...
LE CHIUSURE DEL BIKE SHARING
Non solo auto, pure le biciclette negli ultimi anni hanno visto una crescita impressionante dei servizi di Bike Sharing in Italia. Alcuni tonfi e fallimenti, però, si sono visti anche in questo settore.
OFO A MILANO
Verso la fine dell’estate 2017 Milano si era improvvisamente vestita di giallo. Merito delle 4.000 biciclette del servizio di Bike Sharing OFO, vincitore dell’appalto del comune insieme al connazionale (sono entrambi cinesi) Mobike.
La novità, rispetto al già presente BikeMi (l’analogo servizio dell’ATM) è quella di essere un Bike Sharing Free Floating. Le bici non vanno lasciate in apposite stazioni, ma possono essere “abbandonate” in qualsiasi punto della città.
Tutto molto bello, se non fossero insorti alcuni “problemucci”.
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In primis, come da triste prassi, il vandalismo. Bici rubate, deturpate, distrutte. A volte “parcheggiate” sugli alberi o nel Naviglio, in altre occasioni portate fin dentro casa dagli utenti.
Se tra i milanesi e OFO non è stato un matrimonio felice (per colpa dei primi), non si può dire che sia andato meglio quello tra la stessa società e il comune meneghino. Stavolta, però, a causa di OFO:
- Bici non a norma (niente cestino, freno e luci posteriori)
- Tariffe più alte nelle periferie (dove si registravano più danni)
- Mancato pagamento dei canoni di concessione
Abbastanza per chiedere la chiusura del servizio e la rimozione dei mezzi. Dal 1° aprile 2019, le strade di Milano sono un pochino meno gialle.
OBIKE A ROMA
Con l’addio di Obike a Roma, la nostra è rimasta l’unica Capitale europea sprovvista di un servizio di Bike Sharing Free Floating.
Infrastrutture deficitarie, mancanza di un serio piano per la ciclabilità da parte dell’amministrazione cittadina e gli eccessivi “tuffi dolosi” delle biciclette nel Tevere (spesso documentati sui social): questi gli ingredienti della ricetta che ha finito con l’allontanare Obike dall’Urbe.
GOBEE.BIKE A TORINO
Cosa ci troveranno i vandali nei fiumi non ci è dato saperlo. Dopo il Naviglio e il Tevere, anche il Po ha fatto i conti con i bagni indesiderati delle bici del Bike Sharing. In questo caso parliamo di Goobee.Bike, marchio di un’azienda proveniente da Hong Kong.
Società che ha motivato proprio con i danni la decisione di abbandonare la piazza di Torino. Un brutto San Valentino per i ciclisti torinesi, che il 14 febbraio 2018 si sono visti comunicare la cessazione dell’attività.
Nonostante un buon servizio di segnalazione bici inutilizzabili e l’assistenza tecnica offerta dalla società, i costi per la manutenzione erano diventati troppo onerosi.