Cina-Taiwan: in caso di guerra cosa succede al settore automotive?
Le tensioni tra Pechino e Taipei mettono in pericolo anche il mondo automotive con una ulteriore crisi dei microchip. L'importanza dell'isola di Taiwan per la produzione dei semiconduttori è strategica e gli USA intendono difenderla a tutti i costi.
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Dopo la visita ufficiale di Nancy Pelosi a Taiwan la Cina ha iniziato una imponente esercitazione navale e area nel golfo. Questa pericolosa escalation avviene in una delle zone più trafficate al mondo di tratte commerciali.
Il livello di tensione è massimo con le relazioni geopolitiche tra Pechino e Stati Uniti ai minimi storici. Duri i tweet del ministro degli Esteri di Taiwan che denuncia come «la Cina ha effettuato un record di 68 incursioni di caccia e ha fatto passare 13 navi da guerra intorno a Taiwan con molte unità che nel mezzo delle maxi manovre militari cinesi hanno superato la linea mediana dello Stretto per simulare attacchi».
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Cina e USA ai ferri corti
La Cina, oltre alla provocatoria dimostrazione di forza, sospende la cooperazione con gli USA su clima e difesa. Di fatto vengono annullati i colloqui di lavoro sul cambiamento climatico e sospesi i vari meccanismi di comunicazione e cooperazioni su larga scala.
Non dovremmo essere alla vigilia di un’ulteriore guerra come quella tra Ucraina e Russia ma la Cina intende proseguire con le esercitazioni e ha già imposto sanzioni a carico della speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi che ha risposto da Tokyo «Gli Stati Uniti non permetteranno in alcun modo di isolare Taiwan».
Cina-Taiwan, l’importanza per il mondo automotive
L’isola di Taiwan è uno dei luoghi più importanti al mondo per la produzione dei semiconduttori. È uno dei principali produttori mondiali di semiconduttori avanzati ma standardizzati. Dagli impianti dell’isola di Tapei esce il 65% della produzione globale, il 18% dalla Corea del Sud, il 5% dalla Cina e il restante 12% da Giappone, Europa e USA.
In un momento storico di transizione tecnologica con l’all-in politico verso la mobilità elettrica Taipei diventa strategica per l’approvvigionamento di microchip.
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L’aggressione cinese e il costo dei semiconduttori
Taiwan è centrale nel comparto della microelettronica e Pechino lo sa. Così la Cina ha bloccato l’export di sabbia naturale che è fondamentale per l’estrazione del silicio per mettere in difficoltà l’economia di Taiwan e dei suoi partner commerciali.
Basti pensare che il valore dei semiconduttori presenti in un veicolo supera i 500 dollari. Si stima, però, che il valore dei semiconduttori in un’automobile possa raddoppiare fra pochi anni. L’offerta non riesce a tenere il passo della domanda visto che i semiconduttori servono anche ad altri comparti industriali.
Un problema che va ad aggiungersi a quelli logistici che ha portato a un significativo calo di volumi di produzione nel mondo automotive.
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