In Italia 29 città su 95 hanno superato i limiti di PM10 giornalieri nel 2022
Lo ha annunciato Legambiente dopo la pubblicazione del rapporto "Mal’aria di città 2023". I dati raccolti durante lo scorso anno dall'associazione mostrano una situazione davvero preoccupante: buona parte dei capoluoghi italiani ha superato i limiti giornalieri delle polveri sottili.
L’inquinamento nelle città italiane decresce ancora troppo lentamente mettendo a rischio la salute di milioni di cittadini che ogni giorno respirano aria tutt’altro che pulita. È questo il sunto del rapporto “Mal’Aria di città 2023: cambio di passo cercasi“, l’analisi che Legambiente compie ogni anno sull’inquinamento atmosferico delle città italiane capoluogo di provincia.
Partendo dai dati raccolti dalle centraline di monitoraggio installate nei diversi comuni, l’associazione ambientalista ha fornito un quadro completo (e tutt’altro che confrontante) su quello che è stata la qualità dell’aria durante il 2022.
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Una condizione davvero preoccupante
Lo scorso anno ben 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di PM10, ossia le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 µm prodotte da industrie, riscaldamento e traffico. Tra le città peggiori ci sono Torino, Milano Modena, Asti, Padova e Venezia che hanno registrato più del doppio degli sforamenti consentiti.
Una situazione che si fa ancora più critica se si guarda alla nuova normativa europea che impone come obbiettivo climatico la ridurre le emissioni all’interno degli stati UE di almeno il 55% entro il 2030. In quest’ottica, la percentuale delle città italiane fuorilegge salirebbe al 76% per il PM10, all’84% per il PM2.5 e al 61% per il diossido di azoto (NO2).
“Per rendere le nostre città più vivibili e sostenibili – sottolinea Legambiente – serve un cambio di passo e una maggiore attenzione da parte di Governo e amministrazioni locali. Ecco le nostre proposte: zone a zero emissioni, città 30 km all’ora, potenziamento del trasporto pubblico, elettrificazione autobus e sharing mobility”.
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La situazione nel dettaglio
A guidare la poco invidiabile classifica delle città con il maggior numero di giorni di sforamento dei valori di PM10 è Torino con 98 giorni. Completano il podio Milano con 84 giorni e Asti, 79.
A chiudere il gruppo delle città più inquinate ci sono Modena (75 giorni), Padova e Venezia (70). Ognuna di queste città ha superato e di fatto doppiato il numero di sforamenti consentiti di 35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo.
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Ciafani ha concluso ribadendo la necessità di “agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura”.
Ecco l’elenco delle 29 città italiane che hanno sforato più volte il limite giornaliero per il PM10:
- Torino (98 giorni)
- Milano (84)
- Asti (79)
- Modena (75)
- Padova (70)
- Venezia (70)
- Cremona (67)
- Treviso (66)
- Mantova (65)
- Rovigo (65)
- Reggio Emilia (64)
- Alessandria (63)
- Ferrara (61)
- Frosinone (61)
- Brescia (60)
- Vicenza (60)
- Lodi (59)
- Verona (59)
- Monza (58)
- Pavia (55)
- Piacenza (47)
- Andria (47)
- Parma (46)
- Novara (43)
- Rimini (42)
- Ragusa (41)
- Ravenna (37)
- Como (37)
- Roma (36)
I possibili rimedi
Come si può combattere l’inquinamento nelle nostre città? Tra le proposte lanciate da Legambiente per ridurre i livelli di smog e polveri sottili presenti nell’aria delle nostre città c’è in primis il potenziamento del trasporto pubblico e di quello rapido di massa attraverso la quadruplicazione dell’offerta di linea e la promozione di abbonamenti integrati.
Oltre a questo un impatto positivo sulla quantità di emissioni nelle città italiane potrebbe averlo il passaggio dalle Ztl (zone a traffico limitato) alle Zez (Zone a zero emissioni). Come dimostra l’esperienza di Milano (con l’area B) e, soprattutto, dell’ultra Low Emission Zone londinese, le limitazioni alla circolazione dei veicoli più inquinanti riducono le emissioni da traffico del 30% e del 40%.
La progressiva estensione delle ZEZ, unita alla triplicazione dell’immatricolazione di mezzi di trasporto pubblico elettrici e la maggiore diffusione della sharing mobility (bici, monopattini, auto) potrebbe portare anche prima del 2035 a un traguardo veramente importante: la totale assenza di mezzi a motore a combustione all’interno delle città.
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