L’Italia accelera con le colonnine: +32% in un anno
Se confrontiamo i dati con giugno 2021, la crescita è di 7.429 punti di ricarica, pari al +32%. Ma sono ancora troppe le infrastrutture che non funzionano (11,5%) e al Sud e nelle Isole la copertura è scarsa (solo il 20% di tutte quelle installate, il restante 23% al Centro, il Nord ha il 57%).
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Negli ultimi tre mesi Motus-E ha rilevato un’importante accelerazione nell’istallazione di punti di ricarica per veicoli elettrici. Rispetto ai trimestri precedenti, infatti, ci sono 2.847 infrastrutture in più. Al 30 giugno 2022 in Italia abbiamo 30.704 punti di ricarica in 15.674 infrastrutture (o stazioni, o colonnine) e 12.410 location accessibili al pubblico.
Per fare un confronto, a marzo 2022 si contavano 27.857 punti in 14.311 infrastrutture. Se confrontiamo i dati con giugno 2021, la crescita è di 7.429 punti di ricarica, pari al +32%.
11,% NON SI PUÒ ANCORA USARE
Nonostante l’aumento record, circa l’11,5% delle infrastrutture installate risulta attualmente non utilizzabile dagli utenti finali, in quanto non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative.
In termini di potenza, “il 92% dei punti di ricarica è in corrente alternata (AC), mentre l’8% in corrente continua (DC)”, spiega l’Associazione, sottolineando come nell’ultimo trimestre siano soprattutto “i punti di ricarica in DC continuano ad aumentare, con un +46% per i punti di ricarica tra 50 e 150 kW e un +38% per i punti di ricarica con potenza superiore ai 150 kW”.
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SUD E ISOLE ANCORA SCOPERTE
Guardando alla distribuzione geografica, il 57% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia, il 23% circa nel Centro e solo il 20% nel Sud e nelle Isole.
“I numeri degli ultimi tre mesi sono positivi, ma possiamo e dobbiamo fare meglio in vista del 2035, quando l’Europa ha fissato lo stop all’immatricolazione di auto a benzina e diesel. La crescita delle ricariche in DC è un segnale positivo che non si fermerà ma dovremo sfruttare al meglio anche le risorse del PNRR destinate alle sole città e superstrade“, spiega l’assocuazione.
“Resta infatti da risolvere la questione dei ritardi delle gare in ambito autostradale, che non beneficeranno dei fondi del PNRR. Bandi di gara che continuano ad essere rimandati e che si attendono da 5 anni su tutte le concessioni senza che l’impasse si sblocchi mentre alcune infrastrutture vengono installate in autostrada su iniziativa di un solo concessionario, ma questo non basta – conclude Motus-E – È il momento di accelerare per garantire al nostro Paese una rete di punti di ricarica capillare su tutto il territorio“.
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