Come cambia la mobilità aziendale: la nostra survey [VIDEO]
La pandemia di Coronavirus ha creato una nuova normalità e cambiato in diversi aspetti la mobilità delle aziende. Ecco quanto emerge da una survey che abbiamo condotto quest’estate tra i Fleet e Mobility Manager.
In questo articolo
Il Covid ha lasciato il segno. Un dato di fatto che emerge chiaramente dalla survey “Le Flotte non si sono fermate”, condotta dalla nostra redazione tra luglio e i primi di agosto su un campione di 61 Fleet e Mobility Manager di aziende nazionali e multinazionali di varie dimensioni e appartenenti a diversi settori merceologici (Osservatorio Top Thousand parziale e altri), con un parco totale rappresentato di 80.785 veicoli.
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Rispetto a questa primavera, quando avevamo condotto una prima “instant survey” tra i Fleet e Mobility Manager, emerge una visione più matura e razionale delle imprese, che stanno affrontando la nuova normalità con realismo e tanta voglia di reagire di fronte alla difficile situazione economica determinata dall’emergenza Coronavirus. Vediamo, nel dettaglio campione, metodologia e risultati.
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IL CAMPIONE
L’indagine è stata condotta tra luglio e agosto dalla nostra redazione: coinvolti 61 Fleet e Mobility Manager (80.785 veicoli). Come sempre sono svariati i settori merceologici rappresentati – trasporti, energia, servizi pubblici e privati, costruzioni, telecomunicazioni, media, industria alimentare, chimica e petrolchimica, consulenza, ecc. -.
Parte delle risposte sono state raccolte attraverso l’invio del questionario on-line e parte tramite il metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing, ovvero interviste telefoniche).
COME CAMBIA LA MOBILITÁ AZIENDALE POST COVID
Abbiamo innanzitutto chiesto ai Fleet Manager se la gestione della mobilità aziendale, dopo il lockdown, sia cambiata ed è significativo che solo il 16% abbia risposto “no”. Per il 53% è cambiata in parte, mentre per un terzo del campione il mutamento è stato significativo.
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La stragrande maggioranza degli intervistati (84%) dichiara che oggi, rispetto al pre-Covid, ci sono meno trasferte per i dipendenti e spostamenti ridotti al minimo (come vedremo, prevale lo smart working), mentre il restante 16% afferma un maggiore utilizzo dei veicoli negli spostamenti urbani e/o limitrofi.
NUOVE SOLUZIONI PER LA RIPARTENZA
La fase 2, con la riapertura delle attività del Paese dopo il lockdown, ha determinato il varo di nuove soluzioni per la mobilità. La prima? La figura del Mobility Manager nelle aziende con oltre 100 dipendenti diventerà obbligatoria e, quindi, quasi la metà degli intervistati dichiara di averla già istituita o di volerla adottare.
Il numero dei veicoli in fringe benefit, per quasi il 90% degli intervistati, è rimasto uguale rispetto a febbraio. La tanto temuta riduzione, quindi non si è verificata.
il ricorso alle proroghe dei contratti di noleggio, come era già emerso nella prima indagine primaverile, è stato massiccio: il 61% dei Fleet Manager lo ha promosso.
Per il 16% degli intervistati il mid term (leggi il nostro approfondimento) si è rivelato fin da subito una valida alternativa al tradizionale Nlt. Formule flessibili che in questo periodo sono particolarmente valide.
I veicoli in pool e in car sharing, contrariamente a quanto si possa pensare, per la maggioranza dei gestori sono rimasti invariati.
Il corporate car sharing e, in generale, l’auto condivisa, quindi, rimangono una soluzione per ottimizzare la gestione della flotta aziendale.
Più rilevante (26%) è la percentuale delle aziende che ha ridotto l’utilizzo dei veicoli operativi. Ennesimo segno che il Coronavirus e la limitazione degli spostamenti hanno avuto copiosi effetti sulle attività.
ELETTRIFICAZIONE E MICROMOBILITÁ
Questa primavera molti Fleet Manager erano convinti che l’emergenza Covid avrebbe rallentato il processo di elettrificazione delle flotte. Alla prova dei fatti, però, il percorso è inarrestabile: anche in questa fase, il 12% degli intervistati ha dichiarato di aver aumentato il numero degli EV e il 22% il numero dei veicoli ibridi. Quasi nessuno li ha diminuiti.
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Dunque, il trend è vivo più che mai, affiancato però da un altro fenomeno figlio del Covid: la micromobilità. Che nelle grandi città costituisce un’alternativa sicura. Il 16% dei Fleet Manager ha risposto di aver già adottato soluzioni di micromobilità, soprattutto monopattini e scooter, più gettonati rispetto alle biciclette.
SICUREZZA DI DIPENDENTI E VEICOLI
Quasi la metà degli interlocutori ha allo stesso tempo dichiarato di aver ridotto l’utilizzo dei mezzi pubblici, ovviamente per minimizzare i rischi di potenziali contagi.
Solo l’8% ha dichiarato di aver messo a disposizione nuove soluzioni per gli spostamenti casa-lavoro, ma questa percentuale bassa trova spiegazione nel massiccio ricorso allo smart working da parte delle aziende.
Una delle principali priorità, in questa era post-Covid, poi, è la messa in sicurezza dei veicoli, attraverso la sanificazione (leggi il nostro approfondimento sull’ozono), promossa dal 57% degli intervistati, e l’igienizzazione, adottata dal resto del campione.
Interessante notare come la frequenza di queste operazioni sia molto alta: il 24% le effettua settimanalmente, mentre il 39% addirittura dopo ogni utilizzo (per le auto in pool) e ogni intervento riparativo/prima delle riassegnazioni (per le auto in fringe benefit).
IL FUTURO DELLA MOBILITÁ AZIENDALE
Per quanto riguarda il futuro, sono tre i punti che emergono con chiarezza.
Primo: il processo di elettrificazione continuerà. Secondo il 71% degli intervistati, il Covid non ha avuto alcun impatto su questo aspetto e solo secondo il 16% c’è stato un rallentamento (in primavera gli scettici erano molti di più).
Secondo: lo smart working, per molte aziende, è una prassi ormai collaudata. Difatti, ben il 75% del campione dichiara che la sua impresa ha intenzione di proseguire anche dopo l’estate con questa formula.
Terzo: è forte e decisa la volontà di non farsi trovare impreparati di fronte a una nuova ondata di Coronavirus. Il 65%, infatti, ha rivelato che, nel caso la pandemia torni a farsi sentire in maniera massiccia nel nostro Paese, esiste già un recovery plan aziendale.
L’esperienza del lockdown, in altre parole, almeno in questo senso è servita per creare una maggiore consapevolezza.
(La survey completa sarà pubblicata sul numero di settembre – 165 – di Fleet Magazine)