Cosa c’è prima di una gigafactory (e perché rendere europea tutta la filiera)
Nella filiera produttiva che sta a monte delle gigafactory (raffinazione metalli e lavorazioni chimiche; produzione di catodi, che oggi sono concentrate in Cina) si posiziona il 60-70% del valore aggiunto della catena del valore delle batterie.
Le gigafactory stanno arrivando in Italia e in Europa, ma la partita da giocare è solo all’inizio e c’è ancora molto da fare. Infatti, è nella filiera produttiva che sta a monte delle gigafactory (raffinazione metalli e lavorazioni chimiche; produzione di catodi, che oggi sono concentrate in Cina) che si posiziona il 60-70% del valore aggiunto della catena del valore delle batterie.
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Rendere europea questa parte di produzione è complicato, dato che si parte dai processi estrattivi dei metalli in miniere extra UE.
Spiega il Presidente ANFIA Paolo Scudieri: “Ci proponiamo di lavorare con il governo per costruire in Italia almeno una parte della filiera produttiva che sta a monte delle gigafactory. Questo sviluppo permetterebbe di compensare le perdite occupazionali derivanti dal passaggio dalIe motorizzazioni ICE a quelle elettriche”.
PRIMA DELLA GIGAFACTORY
La mobilità elettrica, nell’ottica di Anfia, è una delle componenti della transizione energetica, ma non l’unica. “Conviveranno diverse tecnologie, dai carburanti sintetici, all’idrogeno e al gas”, commenta Scudieri.
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Per quanto riguarda l’elettrico e la filiera per realizzare le batterie per le auto BEV, il tratto finale sono le gigafactory, che servono a costruire il pacco batterie, ma sono solo l’ultimo pezzo di una filiera lunga e complessa.
I MATERIALI
Prima delle gigafatory ci sono materiali che servono per la costruzione delle batterie, come il litio, che hanno necessità di concessioni.
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Spiega Scudieri:“Bisogna costruire delle partnership con Paesi amici, la Cina ha fatto una attenta politica di strategia industriale creando collaborazioni e realizzando infrastrutture, specialmente nell’Africa subsahariana. L’Europa dovrebbe orientarsi su aree come il Canada e l’Argentina, fare un patto per portare vantaggio a tutti”.
LA TRASFORMAZIONE
La trasformazione dei materiali estratti è molto complessa e con criticità sia di sicurezza sul lavoro sia ambientali da risolvere, come il consumo di acqua elevato.
“La tecnologia deve evolversi ma non lo farà a brevissimo, è un ciclo complesso. Bisogna che evolvano i processi e la sicurezza del lavoro. Costruire partnership, per poi importare produzioni mature”.
Dopo il lavaggio, vengono preparati i composti e trasformai in paste o foil. Proprio dai fogli parte la composizione delle celle e del pacco batteria, questo è l’ultimo passaggio ed è ciò che avviene nella gigafactory.
VERTICALIZZARE IL KNOW HOW
“La catena del valore è complessa. Più il know how è verticalizzato più autonomia ha. L’Europa sta costruendo le gigafactory, è un primo passo. A monte bisogna dotarsi di quante più competenze e condividere le forniture di materiali”, conclude Scudieri.
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