Ciò che l’Europa non ha
In Europa c'è quasi tutto per l'agognata transizione elettrica: le tecnologie, i fondi, e anche un grosso mercato che attira molti produttori. Tutto però rallentato da una burocrazia eccessiva e dispersiva
In questo articolo
Già secondo mercato elettrico globale per importanza, l’Europa è stata la prima regione al mondo a stabilire un gigantesco processo di decarbonizzazione, e la prima a stabilire una data di scadenza per l’immatricolazione di nuove auto ICE.
Nonostante le premesse siano buone, e lo dimostra l’importanza del mercato, l’Europa ha enormi svantaggi nei confronti dei principali rivali, gli Stati Uniti e soprattutto la Cina, primo mercato al mondo per le elettriche e con anche un netto distacco. E sono svantaggi dovuti tutti alla particolare e complessa situazione socio-politica dell’UE, ormai più di un’organizzazione sovranazionale, ma non ancora uno Stato a tutti gli effetti.
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LA DIFFERENZA TRA UE E USA
Uno degli argomenti emersi durante EVision riguarda proprio le problematiche burocratiche che differenziano l’Europa da Cina e USA. Sono problematiche denunciate in particolare da Marc Coltelli, EY Americas eMobility Leader, il quale ha dichiarato che nell’elettrificazione certamente gli USA guardano all’UE, come dimostra l’arrivo di un ban alle auto ICE in stile europeo in alcuni degli Stati federati, come la California.
“Tradizionalmente gli Stati Uniti sono orgogliosi e cercano di essere i primi in tutto. Ma, in questo caso, sono indietro con meno di 7 milioni di veicoli elettrici” – conferma Coltelli.
In effetti, se guardiamo al panorama americano sulle auto elettriche, c’è da essere molto fieri di quello che abbiamo non solo in Europa ma anche nella sola Italia. Negli States peccano soprattutto le infrastrutture e, inspiegabilmente, una rete elettrica obsoleta, che non ha retto al gelo di Chicago nell’inverno 2023-2024, e ogni estate va in tilt in Texas e California.
Tuttavia, c’è un fattore chiave da tenere in considerazione, ed è sempre Coltelli a enfatizzarlo: “Quello che rende gli USA più competitivi è che ci hanno messo 3 anni a raggiungere numeri vicini a quelli europei“. Come? Basti pensare solo agli enormi incentivi, fino a oltre 12.000 $ per vendere più auto elettriche, il costo dell’energia inferiore, i sussidi statali alla produzione di veicoli elettrici in loco a Ford, General Motors, Stellantis e anche alcuni produttori esterni come Volvo, cosa che serve a tenere i prezzi più bassi, ad accedere ai suddetti incentivi in un Paese dove comunque gli stipendi medi sono molto più alti che nella maggior parte dei Paesi europei, esclusi i Paesi Nordici.
Non solo. “Negli USA saranno costruite 10 gigafactory nei prossimi anni, e ci sono politiche nuove per rendere i veicoli elettrici ancora più accessibili. Quello che serve sempre è l’interoperabilità: quando si parla di introdurre una grande domanda di energia, non è solo questione di produzione di auto o batterie, ma anche di rendere efficienti le reti elettriche per supportare questa norme domanda. E questo negli USA manca“.
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L’EUROPA VIAGGIA A TROPPE VELOCITÀ DIVERSE
Il problema europeo, quindi, è il caos. Un caos che abbiamo visto per le reti elettriche, e che si traduce anche in un’estrema lentezza di applicazione di ciò che viene deciso a Bruxelles nei singoli Stati.
Tolta la Cina, che ha un sistema semi-democratico dove tutto dipende dal governo di Pechino, per quanto alcune regioni siano in qualche modo autonome, negli USA è vero che i singoli Stati hanno leggi e diverse autonomie, ma comunque il Governo federale è unico e ciò che viene deciso a Washington ha poi tempi burocratici molto più snelli.
L’UE, invece, ha la direzione di diventare uno Stato, ma ancora non lo è. Non c’è una gestione unica della rete, non ci sono politiche di incentivi all’acquisto uniche (c’è solo il vincolo del NextGeneration EU che impone anche gli incentivi), non ci sono sussidi produttivi per la localizzazione delle fabbriche. Manca tutto questo, oltre al fatto che i singoli Stati hanno il potere di veto e basta uno per bloccare tutto; o ancora sono lunghi i tempi in cui i singoli Stati adottano le politiche e le normative votate nel Parlamento Europeo.
Ciò che l’Europa non ha, quindi, è coesione e anche definizione. Ma se la strada dev’essere quella dell’elettrico, da una parte tornare indietro sarebbe distruttivo per tutti (aziende e cittadini in primis), dall’altra come gli USA guardano all’UE per le decisioni prese, l‘UE dovrebbe guardare agli USA per la velocità e la riduzione della burocrazia.
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