Le batterie europee costano il 33% in più di quelle cinesi, perché?
Ovviamente, alla base del vantaggio competitivo della Cina ci sono anche le materie prime - litio, cobalto, nichel e terre rare - ma anche i costi minori per energia e investimenti.
La Cina detiene circa il 65% delle tecnologie chiave di decarbonizzazione (parliamo di batterie, ma anche di fotovoltaico e energia verde), per l’Europa – impegnata con target ambiziosi per quello che riguarda taglio delle emissioni e rinnovabili – questo divario è pericoloso. La dipendenza dalle tecnologie è un tema molto dibattuto (proprio in questi giorni il governo italiano sta parlando di incentivi per le sole auto made in Italy).
È proprio la fotografia scattata da Enel Foundation e The European House Ambrosetti, nello studio “Filiere strategiche per la transizione energetica Roadmap industriale per l’Europa e l’Italia”, a mostrare che alla base di questo divario ci sono anche i costi di produzione maggiori.
Costi maggiori, risorse e minor competitività
Ovviamente, alla base del vantaggio competitivo della Cina ci sono anche le materie prime, metalli preziosissimi che negli ultimi tre anni di scarsità hanno provocato non pochi problemi alla produzione, ad esempio il litio, ma anche cobalto e nichel, e poi le famose terre rare. Alla disponibilità di questi materiali – autoprodotti e quindi più economici rispetto all’importazione europea – si unisce il costo d’investimento maggiore per la filiera in Europa.
Pannelli fotovoltaici (necessari a produrre energia verde per alimentare impianti e, poi, le batterie delle auto), delle batterie (le gigafactory su cui l’Ue vorrebbe investire) e delle pompe di calore.
Conti alla mano, l’investimento per la realizzazione di impianti produttivi di pannelli fotovoltaici nel nostro Paese arriva ad essere anche 5,6 volte superiore alla Cina. Una nuova gigafactory? Le spese in conto capitale sono maggiori del 47% in Europa. Per intenderci, ogni gigawattora in Europa costa 100 milioni di euro, in Cina 68.
Alla fine, una batteria nella Ue costa oltre un terzo in più che in Cina. Un extra costo del 33% che ci rende poco competitivi, soprattuto perché quello che serve alla transizione energetica oggi sono auto elettriche a minor costo. Poi c’è il costo dell’energia, in Ue quasi doppio (+45%), e quello di compensazione delle emissioni di CO2, che per noi è 10 volte tanto rispetto alla Cina.
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