Facciamo il punto: come il Covid ridisegna il mercato automotive
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McKinsey (multinazionale di consulenza strategica) ha pubblicato uno studio secondo il quale i 20 maggiori costruttori auto vedranno diminuire i profitti di circa 100 miliardi di dollari nel 2020. Ma non è “solo” una questione di numeri, che evidenziano il calo del mercato auto. Con Michele Bertoncello, partner di McKinsey, facciamo il punto sul cambiamento in atto nel mondo automotive.
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IL PUNTO CON MICHELE BERTONCELLO
Il new normal, la “nuova normalità”, è al centro dello studio McKinsey “Reimagining the auto industry’s future: It’s now or never”. Il Covid ha fatto ha fatto da acceleratore a una serie di processi già in atto.
Il calo dei fatturati e della profittabilità
Il Covid ha portato a un rallentamento della fiducia dei consumatori, della capacità di investimento delle imprese e della domanda. “Un rallentamento che ha colpito varie regioni del mondo, ma in maniera diversa: la Cina ha saputo rimbalzare e chiuderà il 2020 con un volume di vetture superiore al 2019, mentre in Europa e Nordamerica il calo sarà del 20-25%”, spiega Bertoncello.
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Questo calo dei fatturati e della profittabilità non avrà ripercussioni solo sul 2020 ma anche sul 2021, con un rimbalzo che dipenderà anche dall’andamento della crisi sanitaria.
La crescita dell’online
Sia i consumatori sia le aziende, forzati dalla condizione di smart working, hanno iniziato a utilizzare il digital in maniera sempre più pervasiva sia per raccogliere informazioni sia per effettuare direttamente l’acquisto.
Due i dati più significativi:
- Un incremento di circa il 15% dell’ingaggio dei consumatori con i Costruttori auto online (nei Paesi più digitalizzati, come la Germania, quasi il 30)
- Il 72% di tutti coloro che per la prima volta hanno utilizzato i canali digitali dichiara che continuerà a farlo anche in futuro, nel post Covid. Non è un fenomeno transitorio
Cambiano le abitudini di mobilità
Sappiamo tutti che il Covid ha portato un cambiamento della mobilità: meno chilometri percorsi, trasporto pubblico in calo. Ma la smart mobility continua a crescere: “Dalle nostre ricerche proprietarie emerge che i consumatori si aspettano di utilizzare modalità di trasporto legare al car sharing e alla micromobilità in modo superiore. Il mercato italiano è fra quelli più progressivi per le nuove modalità di trasporto”.
Nuove partnership
“Tutti i player soffrono di un calo di ricavi, già da metà 2018 c’è stato un rallentamento delle vendite di autovetture a fronte di un incremento di investimenti per elettrificazione, guida autonoma e connettività. Il Covid ha posto il sistema sotto ulteriore stress e quindi c’è un incremento delle partnership e di concentrazioni, per condividere competenze e investimenti in nuove tecnologie”.
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Elettrificazione, connettività, guida autonoma richiedono investimenti di base che non si possono sostenere autonomamente in un momento di difficoltà di mercato.
Il comparto italiano
La filiera italiana dell’automotive non è posizionata all’avanguardia nelle tecnologie legate all’elettrificazione e non disponiamo di colossi del software dell’automotive, siamo invece molto legati alle competenze della meccanica.
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Spiega Bertoncello: “Le aziende italiane sono più target che potenziali acquirenti, questo anche per la loro dimensione minore rispetto ai grandi gruppi internazionali. Non è necessariamente una cattiva notizia perché possono portare investimenti, competenze, massa critica”.