Stellantis, Mercedes, Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi, Volkswagen: ecco cosa sta accadendo all'industria automotive in Russia.
Le nuove sanzioni economiche che hanno colpito la Russia hanno messo in ginocchio il rublo. Secondo gli esperti, Putin non si sarebbe aspettato una mossa tanto imponente dall’Occidente, in risposta all’invasione Ucraina, che ha escluso le banche russe dal circuito dei pagamenti Swift.
La moneta russa ha perso quasi il 30% sul dollaro. In compenso gli indici di borsa vedono volare alto il petrolio, con il WTI, che dopo aver toccato un +7,5%, è cresciuto del 5,5% arrivando a 96,63 dollari al barile (comunque sotto le stime di venerdì scorso, che ipotizzavano il superamento del 100 dollari al barile).
Il Brent ha guadagto il 4,67% a 102,50 dollari mentre la Banca centrale russa, in stallo dopo le sanzioni della Ue e del G7, ha aumentato i tassi di interesse di riferimento di 10,5 punti al 20 per cento.
BORSE MONDIALI
La Borsa di Mosca ha aperto le contrattazioni con tre ore di ritardo e gli spread sul rublo sono aumentati di otto volte. Secondo BCE, Sberbank d.d. in Croazia e Sberbank banka d.d. in Slovenia sarebbero sull’orlo del fallimento, questo a causa di un deterioramento della loro situazione di liquidità.
TREMA L’AUTOMOTIVE
L’invasione russa in Ucrania ha anche un forte impatto sull’industria automotive. Chi più chi meno, sono moltissime le Case automobilistiche balistiche che hanno impianti nella regione. Tra questi c’è Stellantis, che già alla fine della scorsa settimana ha annunciato la chiusura degli impianti vicino Mosca.
Non meno complessa la situazione di Volkswagen (che nell’impianto di Kaluga produce oltre 150 vetture, tra gli altri Polo e Q8) e Mercedes, che dovranno presto affrontare la decisione in merito agli impianti produttivi che anch’esse detengono in Russia.
Ma a rischiare di più è l’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi: qui il gruppo possiede sia AutoVaz, brand russo nato a metà degli anni Sessanta, sia due stabilimenti tra Mosca e Togliatti (siti di produzione della Lada Niva). Secondo i dati di vendita del 2021, il gruppo ha una quota del 38% in Russia e il 22.4% deriva proprio da AutoVaz (l’anno scorso il marchio ha immatricolato 350 mila unità).
Le mosse dell’automotive
Prima di restare imprigionata nell’immobilità produttiva, l’automotive sta cercando di limitare i danni spostando la produzione di alcune componente su altri impianti. A portare avanti questa strategia sia Renault che Mercedes (che nell’impianto inaugurato nel 2019 alla presenza dello stesso presidente russo produce Classe E e GLE).
Sempre a Kaluga Stellantis produce i veicoli commerciali leggeri dei marchi Fiat, Peugeot, Opel e Citroen in joint venture con Mitsubishi van. Il CEO Tavares, che la settimana scorsa aveva anticipato la possibilità, ha annunciato lo stop alla produzione e ricollocato la produzione.
La cittadina di Kaluga ospita anche gli impianti di Continental e Magna.
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