Mercato: meno 20 milioni di auto vendute a causa del Covid
Un report AlixPartners prospetta un crollo del mercato dell'auto. Circa 20 milioni in meno di vendite a causa del Coronavirus.
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Circa 20 milioni in meno di auto vendute a livello globale nel 2020: è questo il futuro del mercato auto prospettato dallo studio degli analisti di AlixPartners. Nello scenario migliore, il Coronavirus potrebbe costare 15 milioni di automobili; in quello peggiore, i milioni diventerebbero 24.
Quella che stiamo affrontando è una crisi senza precedenti, che impatta allo stesso tempo la domanda e l’offerta. Fare previsioni accurate è impossibile, alle industrie tocca l’arduo compito di riuscire a adattarsi a un panorama in continua evoluzione.
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DUE POSSIBILI SCENARI
Sono due gli scenari ipotizzati dallo studio di AlixPartners; a dividerli circa 9 milioni di unità vendute. Il primo scenario, più positivo, prevede una condizione di recessione per buona parte dell’anno corrente, con una ripresa tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Il secondo, definito di recessione prolungata, sposterebbe al 2021-2022 la fine dell’emergenza.
SCENARIO 1: RECESSIONE 2020
Il primo scenario ipotizzato da AlixPartners suppone che il Coronavirus non colpirà i mercati europei e statunitensi così duramente come ha fatto con quello cinese. Si immagina dunque la fine dello shutdown a fine aprile, con la completa riapertura degli stabilimenti produttivi nel mese di maggio e una ripresa degli acquisti già a giugno. In questo caso, l’economia globale subirebbe una flessione delle vendite tra il -16% e -21%, mentre in Italia si registrerebbe un calo delle immatricolazioni del 27%, pari a circa 450 mila auto vendute in meno rispetto al 2019.
SCENARIO 2: RECESSIONE PROLUNGATA
La seconda ipotesi proposta da AlixPartners è più cupa e prospetta gravi conseguenze economiche per l’intero mercato globale. Un fermo della produzione prolungato per altri tre mesi o più porterebbe a uno stop degli investimenti da parte delle aziende, nonché a un posticipo dell’acquisto da parte degli acquirenti. In questo caso, il mercato automobilistico potrebbe subire perdite tra il 22% e il 27%. Per quel che riguarda l’Italia, in caso di recessione prolungata, la contrazione arriverebbe al 34% in caso di incentivi statali e al 43% senza interventi di stimolo, per un totale, rispettivamente, di -600 mila e -800 mila auto vendute.
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CRISI PEGGIORE DI QUELLA DEL 2008
Ad oggi, con la produzione ferma e il crollo degli acquisti, il rischio di bancarotta è concreto per molti costruttori. Una situazione critica come quella del 2008, dovuta alla crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti. Forse anche peggiore, ipotizza AlixPartners. Se tra il 2007 e il 2009, infatti, le vendite di automobili diminuirono dell’8%, oggi si rischia un crollo tra il 18% e il 24%.
Quella del 2008 fu una crisi finanziaria, oggi è l’intera economia a essere a rischio: si impoveriscono tanto i produttori quanto gli acquirenti, l’impatto tocca sia la domanda che l’offerta. Le aziende sono in perdita e così i cittadini, spesso impossibilitati a lavorare. Dopo mesi di sacrifici e guadagni ridotti, la spinta all’acquisto di un bene non primario ed economicamente impegnativo come l’automobile potrebbe restare a lungo bassa.
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LA RISPOSTA DELLE AZIENDE
AlixPartners conclude il report con una serie di consigli per le aziende. A servire, per superare lo stallo, sono soprattutto elasticità e tempestività, oltre a una governance specifica e votata a sconfiggere la crisi. Fondamentale sono inoltre una solida liquidità e la gestione flessibile degli investimenti. Infine, gli analisti consigliano di rafforzare il rapporto con i propri clienti e intercettare le opportunità di business, anche attraverso acquisizioni e alleanze.