Diess sulla guerra in Ucraina: “Rischia di essere peggio della pandemia”
Aumento dei prezzi, carenza di energia e inflazione: questi i problemi scaturiti dalla guerra in Ucraina che mettono a rischio l'automotive. A parlare è Herbert Diess, ad di Volkswagen.
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Le conseguenze di una guerra prolungata tra Russia e Ucraina potrebbero essere “assai peggiori” di quelle della pandemia di Sars-Cov-2. A parlare al Financial Times è l’amministratore delegato Volkswagen, Herbert Diess.
Il numero uno di Wolfsburg teme, in modo particolare, per le catene di approvvigionamento. Già oggi stiamo vedendo un aumento costante dei prezzi, che potrebbero andare ad aggiungersi (ed essere aggravati) dalla “carenza di energia e inflazione“. Diess è chiaro: “Le minacce di questa guerra per la Germania e l’Europa sono enormi“.
INFLAZIONE E IMPATTO SUI CONSUMI
Gli elevati tassi di inflazione e il conseguente impatto sui consumi, sottolinea Diess, sono il rischio maggiore. I prezzi dell’Eurozona hanno già segnato un aumento record del 5,8% a febbraio. Un trend che, se prolungato per il resto del 2022, si stima potrebbe raggiungere fino il 7%.
Diess ha sottolineato, come molti prima di lui, i problemi legati all’approvvigionamento, soprattutto della Germania. Ma anche l’Italia, lo sappiamo, è a forte rischio di inflazione causata dall’aumento dei prezzi dell’energia.
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Stop alle importazioni dalla Russia
La dipendenza energetica dalla Russia (dal quale L’Ue importa il 43% del gas naturale utilizzato) è anche motivo di contrasto tra Germania e Stati Uniti, che vorrebbero bloccare totalmente le importazioni di gas e petrolio.
“Immaginiamo uno scenario in cui interrompiamo i rapporti commerciali con la Russia, cosa che probabilmente dovremmo fare se questo conflitto non cessa. In tal caso, non potremo più acquistare energia e questo porterebbe a una situazione che potrebbe avere un impatto considerevole su Europa e Germania“, ha sottolineato Diess.
L’ad di Volkswagen, comunque, si è detto favorevole alle sanzioni al Cremlino. Senza però dimenticare la diplomazia, bisogna “tornare al tavolo delle trattative, al dialogo, perché quello che non vogliamo è una guerra senza fine in Ucraina“.
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