Digitalizzazione ed energia come chiave per l’Italia del domani: l’analisi di EY
Per un'Italia più competitiva servono investimenti nella digitalizzazione e nella sostenibilità: è questo ciò che pensano manager e famiglie intervistate da EY, che si dicono pronte e interessate alla nuova sfida del 5G.
In questo articolo
EY ha presentato le nuove analisi riguardanti le infrastrutture digitali 5G ed energetiche del nostro Paese, mostrando, come di consueto, cosa chiede nel concreto l’Itlaia.
Ne emerge che la maggioranza degli italiani ha come priorità, per la creazione dell’Italia di domani, la transizione energetica e il potenziamento delle infrastrutture di connettività. Ovvero, un’Italia più sostenibile e più digitale è anche un’Italia più competitiva.
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LA SITUAZIONE ATTUALE SECONDO EY
Dall’analisi di EY, insomma, emerge che la transizione digitale e quella energetica sono due sfide interconnesse, che devono procedere di pari passo per permettere all’Italia di tornare a correre. Le infrastrutture dovranno fare da base per il potenziamento dei benefici che deriveranno da questa nuova “Rivoluzione industriale”.
Questo aspetto lo si evince già dal PNRR, il nuovo Piano Nazionale per la Ripartenza e Resilienza del governo Draghi, che vede il 67% dei fondi destinati proprio a queste due aree. L’analisi di EY è quindi un’ulteriore conferma: secondo il 54% dei manager intervistati, serve un passaggio completo alle energie rinnovabili e per il 40% il potenziamento delle infrastrutture di connettività.
La ricerca fa però emergere come non venga riconosciuto che le due transizioni siano una complementare all’altra. Eppure, si tratta di un concetto essenziale, ed è evidente la necessità di fare delle riforme audaci in modo che istituzioni, imprese e parti sociali collaborino al meglio per un futuro più sostenibile da lasciare alle nuove generazioni.
IL 5G OGGI IN ITALIA E NEL MONDO
Per quanto riguarda la situazione attuale, tra la fine del 2020 e i primi mesi del 2021 abbiamo assistito a una non lieve crescita delle offerte commerciali 5G in tutto il mondo.
Sono dati incoraggianti, ma bisogna sempre considerare che non si può parlare di una singola tecnologia. Le infrastrutture digitali, infatti, includono anche:
- Cloud Computing;
- Reti IoT;
- Sensoristica.
Tutti ambiti che hanno bisogno di altri sviluppi. Inoltre, le percentuali appena indicate vanno messe in relazione alla forte mancanza infrastrutturale in alcune aree, e con la capacità di utilizzo delle aziende e della Pubblica Amministrazione, entrambi settori che dimostrano ancora una forte arretratezza.
Basti pensare che il 75% delle aziende a livello mondiale non ha piena consapevolezza del 5G e di come si utilizzi, motivo per cui serve urgentemente un’opera di accompagnamento alla transizione, con un’accelerazione che deve avvenire sulle attese dei clienti e, soprattutto, sulle necessità delle aziende.
Nel nostro Paese, la copertura della popolazione con almeno tre player è arrivata al 20% (il doppio rispetto a un anno fa), mentre un operatore ha già il 91% della copertura mediante 5G ready, infrastruttura che sarà in grado di raggiungere il 99% della popolazione entro il 2025.
A livello regionale, la copertura è disomogenea, molto probabilmente a causa di un sistema produttivo che è localizzato in alcuni territori. Le regioni maggiormente coperte sono:
- Valle d’Aosta, Basilicata, Molise (98% di copertura);
- Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Calabria (97%);
- Umbria, Campania (96%);
- Emilia-Romagna, Liguria (95%);
- Sicilia (93%);
- Piemonte (92%);
- Toscana, Lazio (88%);
- Lombardia (87%);
- Sardegna (84%);
- Puglia (76%).
Serve, quindi, supportare i territori che traino le filiere produttive e che al momento sono in una condizione di gap infrastrutturale, anche grazie ai 6,7 miliardi di euro stanziati nel PNRR a favore dell’infrastrutturazione digitale del Paese.
Come si vede, c’è ancora molto da fare. Anche perché, in Italia, solo il 31% delle microimprese dichiara di voler usare una connessione 5G in sostituzione di internet fisso, mentre il 46% delle PMI se ne servirà per migliorare i processi aziendali.
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GLI ITALIANI VOGLIONO IL 5G
Ad ogni modo, appare evidente che le reti 5G si pongano come abilitatori di servizi innovativi per il consumatore e per le grandi imprese, per l’Industry 4.0, per i servizi IoT, per i servizi Smart City e via dicendo.
Contrariamente a quanto si possa pensare, gli italiani riconoscono l’importanza e i benefici di queste reti, secondo quanto emerge dall’analisi EY “Decoding the digital home” che ha visto intervistare più di 3000 famiglie italiane.
Il 42% di loro ritiene che le nuove reti saranno in grado di garantire una connettività più affidabile e costante sia in casa che fuori, mentre il 24% ha intenzione di usare presto la rete 5G come connessione internet principale per il nucleo familiare.
I fattori che spingono gli italiani a scegliere una connessione di banda larga mobile sono:
- Canone mensile più basso rispetto a quello su rete fissa (46%);
- Segnale più affidabile (40%)
- Migliore velocità di navigazione (39%).
Va detto, però, che il 25% degli intervistati non è consapevole né delle caratteristiche né dei vantaggi del 5G e, nonostante le rassicurazioni di provider e governo, il 31% delle famiglie italiane non è tranquillo nell’utilizzo di questa tecnologia. Tolto questo, il 5% è già in possesso di un piano mobile 5G e il 30% ha interesse nel sottoscriverlo.
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PER LA DIGITALIZZAZIONE SERVONO INVESTIMENTI
È evidente che per procedere alla transizione digitale ed energetica, e per rafforzare le tecnologie, è fondamentale sviluppare tutte le priorità individuate nel PNRR, ovvero servono investimenti.
I manager intervistati dallo studio di EY sono consapevoli della sinergia tra transizione energetica e digitale, due ambiti che possono fare la differenza in termini di risparmio energetico e di minor spreco delle risorse ambientali.
Secondo il 95% dei partecipanti, il rafforzamento delle tecnologie digitali darà un contributo positivo ai processi di sostenibilità. L’Italia, infatti, gode già di un buon livello di sviluppo nella transizione energetica, grazie alla proattività di alcuni grandi player del settore, nonché per il supporto di una legislazione incentivante; ma anche per una risposta positiva dell’intera filiera, utenti inclusi.
Per il 54% degli intervistati, infatti, la priorità è quella di completare la transizione alle energie rinnovabili, cui segue un’ottimizzazione dell’utilizzo delle infrastrutture fisiche (fibra, energia elettrica sui tralicci, unione di gas e idrogeno) e della costruzione di termovalorizzatori (su modello di quelli già esistenti di Copenhagen, in Danimarca, e di Brescia) che producano energia dai rifiuti. Il 32%, infine, pone l’accento sulla necessità di rendere più efficiente la rete idrica.
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UNA DIGITALIZZAZIONE SU TRE ELEMENTI
Per la digitalizzazione, quindi, l’Italia dovrà considerare tre elementi:
- Sviluppo delle reti;
- Copertura del territorio e dei settori abilitanti;
- Competenze digitali del capitale umano coinvolto nel processo.
Questo cambiamento impatta su più soggetti (PA, aziende, PMI, lavoratori e utenti) che dovranno essere coinvolti attraverso percorsi di aggiornamento e formazione. Un processo che prevede una revisione di modelli, processi e spazi di lavoro per un efficientamento che ripensa le tradizionali catene del valore e le modalità operative.
Ecco quindi che per il 46% italiani la precedenza va data all’alfabetizzazione generale degli utenti, perché la transizione digitale potrà dare i suoi frutti solo se saranno sviluppate le competenze digitali degli utenti.
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