Ecobonus: come funziona e quali sono i modelli inclusi nell’incentivo
Come funziona l'ecobonus auto? Quali sono i modelli ad oggi inclusi nell'incentivo? Quali sono state le tappe della breve ma intensa storia del provvedimento? Diamo una risposta a queste domande.
In questo articolo
Ha sempre fatto discutere. Prima di tutto perché l’ecobonus per le auto è nato insieme all’ecotassa, ovvero un incentivo accompagnato da un malus. In secondo luogo, perché l’ecobonus è stato pensato per incentivare solo le auto elettriche e ibride plug-in che, come sottolineato più volte in queste settimane dalle associazioni dell’automotive, sono solo una minima parte del mercato: prima del lockdown rappresentavano circa il 2% del mercato totale.
I risultati li ha portati a casa: nel 2019 ha favorito l’acquisto di circa 13mila EV e Phev (di cui 10.566 auto elettriche) e quest’anno senza il Covid sarebbe stato ancora più decisivo per spingere i nuovi modelli a basse emissioni lanciati dai Costruttori.
L’avvento del Coronavirus, però, ha cambiato le carte in tavola e, per questo, il mondo delle quattro ruote aveva chiesto di estendere l’incentivo a un numero maggiore di auto. Richiesta, come sappiamo, non accolta al momento dal Decreto Rilancio, che ha esteso i fondi mantenendo le stesse categorie di vetture.
Quali modelli usufruiscono oggi dell’ecobonus, dunque? Scopriamolo qui, e scopriamo come funziona l’ecobonus, con un riassunto delle tappe della storia dell’incentivo.
COME FUNZIONA L’ECOBONUS AUTO E I CAMBIAMENTI RISPETTO AL 2019
La formula dell’ecobonus auto, fin dalla sua nascita, è rimasta la stessa (soltanto la soglia massima si è abbassata rispetto a un anno fa da 70 g/km a 60 g/km): prevede un contributo di 4.000 euro per l’acquisto di un veicolo con emissioni da 0 a 20 g/km. Si scende a 1.500 euro nel caso in cui i livelli di CO2 siano un po’ più alti, da 21 g/km a 60 g/km. Il contributo aumenta in caso di rottamazione (6.000 euro, per modelli da 0 a 20 g/km, e 2.500 euro, per quelli da 21 g/km a 60 g/km). Si possono rottamare le auto Euro 0, 1, 2, 3 e 4.
Il dato sulle emissioni (calcolato, fino al 31 dicembre 2020, secondo il ciclo NEDC) è riportato al punto V.7 della carta di circolazione. L’incentivo permette di ridurre del 5-23 % il costo d’acquisto di un EV e del 4-16% il costo d’acquisto di un Phev, sulla base del diverso segmento di veicolo e della presenza o meno della contestuale rottamazione.
I MODELLI COPERTI DALL’ECOBONUS AUTO
Ecco in questa tabella (fonte: automobile.it) i modelli che ad oggi sono coperti dall’ecobonus (nei prossimi mesi ci saranno parecchi altri lanci di modelli elettrici e ibridi plug-in):
Marca | Modello |
AUDI | A3 SPB e-tron, Q5 |
BMW | Active Tourer, i3, Serie 3 Berlina, Serie 5 Berlina |
CITROEN | C-Zero, E-Mehari |
DS | DS3 Crossback, DS 7 Crossback |
FORD | Kuga 3ª serie |
HYUNDAI | Ioniq, Kona |
KIA | Niro, Optima Berlina, Optima station wagon |
MERCEDES | Classe C berlina, Classe C station, GLC Suv |
MINI | Countryman |
MITSUBISHI | Outlander |
NISSAN | e-NV200 Evalia, Leaf |
OPEL | Corsa-e, Grandland X |
PEUGEOT | 208, iOn |
RENAULT | Zoe |
SMART | Forfour, Fortwo cabrio, Fortwo coupé |
TESLA | Model 3 |
TOYOTA | Prius Plug-in |
VOLKSWAGEN | e-Golf, e-up!, Passat berlina, Passat station |
VOLVO | S60 |
LA STORIA DELL’ECOBONUS AUTO
NASCITA E ENTRATA IN VIGORE
Inserito nella Legge di Bilancio del 2019, l’ecobonus auto è nato insieme all’ecotassa. Obiettivo: stimolare la domanda di auto a basse emissioni, dato che l’incentivo, all’inizio, riguardava le categorie di veicoli con emissioni di CO2 fino a 20 g/km o tra 21 e 70 g/km (soglia successivamente ulteriormente abbassata). L’entrata in vigore, dopo mesi di discussioni e ritardi, è avvenuta ad aprile 2019, con un fondo disponibile di 60 milioni di euro.
Le polemiche iniziali hanno riguardato, naturalmente, l’accompagnamento con l’ecotassa (un incentivo e, in parallelo, un disincentivo) e una svista piuttosto grossolana del Governo: la scrittura del provvedimento escludeva infatti le vetture Euro 0 dalla possibilità di rottamazione per usufruire del bonus. Già lo scorso anno, poi, la fascia limitata di modelli agevolati (peraltro caratterizzati da un prezzo di listino piuttosto elevato) aveva spinto le principali associazioni dell’automotive a dichiarare che in questo modo non si dà il boost al tanto auspicato rinnovo del parco auto circolante.
I RISULTATI DEL 2019
I risultati del 2019, dicevamo, sono stati positivi, se si analizzano le categorie agevolate: le auto elettriche e ibride plug-in sono cresciute in maniera significativa (ripetiamo: circa 13mila auto a basse emissioni immatricolate), ma non è un caso che il fondo di 60 milioni di euro non sia stato esaurito.
https://vimeo.com/323828256
L’ecobonus, in definitiva, una volta entrato in vigore ha avuto un impatto neutro sul mercato generale, determinando un po’ di incertezza nei primi mesi dell’anno (quando se ne parlava solamente), a causa dell’accompagnamento con il malus e della parallela demonizzazione delle motorizzazioni diesel.
L’INIZIO DEL 2020
Dopo il primo anno, sul 2020 c’erano grandi aspettative: a partire dal 2 gennaio 2020, si erano riaperte le prenotazioni dei contributi. Con una novità prevista dal Decreto Milleproroghe, ovvero la soglia di emissioni fino alla quale è possibile ottenere l’incentivo, scesa da 70 g/km a 60 g/km, e nuova linfa: disponibili 40 milioni di euro fino al 30 giugno, con la previsione che, considerando il lancio di numerosi modelli interessati dall’agevolazione nei primi mesi dell’anno, sarebbero stati bruciati nel giro di pochi mesi e, quindi, di nuovo rifinanziati.
Una previsione sostenuta dalle vendite delle auto ibride ed elettriche nei primo bimestre del 2020. Un vero e proprio boom: tra gennaio e febbraio, sono state infatti immatricolate 4.474 auto elettriche e 2.547 auto ibride plug-in (dati Motus-E), con una crescita del +700% rispetto ai primi due mesi del 2019. Poi, però, è arrivato il Coronavirus. E le associazioni automotive (leggi le richieste di Unrae) si sono immediatamente allineate chiedendo l’estensione dell’ecobonus anche a fasce superiori in termini di emissioni per sostenere la domanda di vendite di auto post Covid.
COSA PREVEDE IL DECRETO RILANCIO
Il Decreto Rilancio, però, per ora ha deciso diversamente: ai fondi stanziati a inizio anno, a partire dalle scorse settimane si sono aggiunti altri 100 milioni di euro, con ulteriori 200 milioni di euro per il 2021. Una spinta ulteriore e importante per le auto elettriche e ibride plug-in. Unica condizione: per accedere al contributo, il prezzo di listino della vettura considerata dovrà essere inferiore ai 50 mila euro più Iva.
Ma basterà per rilanciare il mercato dell’auto, caratterizzato da una domanda influenzata dalle scorie (economiche e psicologiche) lasciate dal Covid? L’auspicio del mondo auto è che l’estensione dell’incentivo possa essere urgentemente ripresa in considerazione.