“Noi che non ci siamo fermati”: la case history di Eismann

L’emergenza Covid-19 ha portato in auge il ruolo sociale della GDO: lo dimostra il caso di Eismann che, forte di una car policy basata sull’insourcing e sulle relazioni dirette con i fornitori, ha proseguito ininterrottamente la propria attività durante il lockdown dell’Italia
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In un’Italia che ha vissuto settimane di lockdown per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ci sono veicoli che non si sono mai fermati. Quelli di Eismann, multinazionale impegnata nella vendita porta a porta dei surgelati, hanno continuato a circolare sulle strade del nostro Paese.
Sul numero di maggio della nostra rivista abbiamo intervistato Simone Boeretto, direttore servizi generali di Eismann.
COME È CAMBIATO IL LAVORO DOPO L’EMERGENZA COVID
La prima domanda di questa intervista avrebbe dovuto essere sulla car policy, ma è inevitabile parlare, prima di tutto, della situazione surreale di questi mesi.
“In seguito alla diffusione dell’epidemia, la gestione dei veicoli non è cambiata, ma quella del personale sì – spiega Boeretto – Fin da subito abbiamo integrato i provvedimenti dei decreti nel nostro lavoro quotidiano. Tutti i cambiamenti sono avvenuti ‘on going’: abbiamo regolato l’entrata e l’uscita dei venditori nelle nostre filiali per evitare assembramenti di persone e fornito agli stessi venditori indicazioni ben precise durante le visite ai clienti, prima fra tutte quella di non avvicinarsi oltre il consentito. Poi, abbiamo promosso sanificazioni regolari e puntuali dei veicoli (almeno una volta alla settimana) e delle nostre filiali, attraverso l’utilizzo dell’ozono. In definitiva abbiamo applicato a tutti i livelli i contenuti dei decreti del Governo”.
Il know how di Eismann nella gestione delle filiali ha fatto sì che l’adattamento dell’attività al lockdown avvenisse in maniera immediata e la risposta dei venditori è stata più che positiva. “Hanno sposato il nostro progetto, svolgendo un servizio molto importante, che è stato apprezzato, soprattutto perché il nostro cibo è controllato e certificato, aspetto molto importante in un momento come quello che stiamo vivendo” aggiunge Boeretto.
UNA FLOTTA IN INSOURCING
Anche la stessa car policy di Eismann (leggi qui come è gestita) ha favorito la trasformazione rapida dei processi operativi. “La nostra flotta è composta da 700 furgoni allestiti per il trasporto dei surgelati, ai quali vanno aggiunte un centinaio di autovetture – riprende Boeretto -: queste ultime sono acquisite con la formula del noleggio, mentre per gli autocarri abbiamo scelto la formula del leasing operativo e una gestione totalmente in insourcing”.
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Una strategia che, in questo periodo di emergenza Coronavirus, si è rivelata ancora più azzeccata. “Con l’outsourcing si perde inevitabilmente il concetto di ‘fidelizzazione’ dei fornitori, invece per fortuna nella nostra realtà accade il contrario: abbiamo instaurato da tanti anni accordi con un network di 200 officine sul territorio e se non avessimo avuto relazioni così consolidate sarebbe stato molto complicato gestire in queste settimane la manutenzione dei veicoli”.