Elettrico e termico sempre più lontani, le case pensano a business separati
Ford annuncia la separazione in due business unite distinte dei veicoli elettrici e di quelli a motorizzazione endotermica. Azione richiesta dal mercato finanziario e che potrebbe presto essere replicata da più Case costruttrici.
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Come ha fatto Tesla, utopica start up guidata da un ceo dalla dubbia affidabilità e priva di basi economiche solide a ottenere finanziamenti per mille miliardi di dollari? E perché gli stessi finanziatori non sono disposti a scommettere sui costruttori storici, con volumi, ricavi e utili decisamente maggiori?
Per gli esperti di borsa e finanza il motivo risiede nella “specializzazione” della casa californiana, che ha scelto di puntare solo e soltanto sulle auto elettriche. Le società troppo variegate non piacciono agli azionisti. Basti ricordare la vertiginosa ascesa di Ferrari una volta staccati finanziariamente dal gruppo Fiat.
Così, oggi, quello che viene richiesto alle case auto è la creazione di due business unite distinte: una dedicata ai veicoli elettrici, una a quella delle più tradizionali vetture a motorizzazione endotermica.
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Ford fa da apripista
Il primo brand a scindersi è Ford, le cui quotazioni in borse sono massicce, così come l’impatto sul business delle richieste di Wall Street. È stato il numero uno Jim Farley ad annunciare ufficialmente la nascita delle due distinte unità: la Ford Model, per la parte elettrica, e la Ford Blue per i motori ICE.
Le due unità avranno nuovi gestori distinti, organizzazioni specifiche e bilanci separati. La supervisione della trasformazione è stata affidata a Stuart Rowley, l’attuale capo di Ford per l’Europa, con la qualifica di Chief Transformation and Quality Officer.
Le altre case seguiranno
Le richieste di Wall Street pesano anche su General Motors, che potrebbe scorporare il business dell’elettrico creando una nuova società da quotare in borsa. In Europa, a pensarci è Renault, che vaglia la possibilità di integrare le attività relative agli EV in una società francese dedicata.
Volvo (tra le prime ad annunciare il passaggio alla sola produzione elettrica), invece, qualcosa di simile lo ha già fatto. La casa svedese ha trasferito alla joint venture Aurobay, costituita con la controllante Zhejiang Geely Holding, l’intera divisione Powertrain Engineering, le fabbriche di motori in Svezia e Cina e i team di ricerca e sviluppo.
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