L’indipendenza dal gas russo è possibile?

Putin chiede il pagamento delle forniture in rubli, l’Europa non ci sta e stringe patti con gli Stati Uniti per raggiungere l’indipendenza dal gas russo. L’Italia, nel frattempo, pensa a fonti alternative.
Dal prossimo giovedì 31 aprile il gas russo dovrà essere pagato in rubli, lo ha intimato a Governo, Banca Centrale e al fornitore Gazprom il presidente Vladimir Putin: “non è possibile o ragionevole fare la carità all’Europa”. La richiesta per i paesi del G7 “è inaccettabile” ha risposto il ministro dell’energia tedesco Robert Habeck.
Decise a non cedere all’ultimatum anche le compagnie petrolifere ed energetiche – l’Eni ha già detto no -, in ogni caso prive di rubli a disposizione. Putin porta avanti il “ricatto” nella speranza di trasformarlo in una leva contro le attuali sanzioni. Ma è più probabile che la mossa del presidente russo non faccia che accelerare la volontà di indipendenza dall’Ue nei confronti del gas russo.
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RePowerEU
Prende il nome di RePowerEu il piano dell’unione per raggiungere l’indipendenza energetica o, per lo meno, per sganciarsi dalle forniture russe. La strategia si basa sulla diversificazione degli approvvigionamenti, da raggiungersi tramite:
- aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto e via gasdotto da fornitori non russi
- aumento dei volumi di produzione e importazione di biometano e idrogeno rinnovabile
- riduzione dell’utilizzo di fonti fossili nell’edilizia e nell’industria
- efficientamento energetico, elettrificazione, aumento fonti di energia rinnovabile
Decisione anche sugli stock di gas, con una direttiva in preparazione che obbligherà i paesi membri a riempire le riserve al 90% entro il 1° novembre di ogni anno. Nell’Unione, però, vi sono sette paesi (Grecia, Lussemburgo, Finlandia, Estonia, Irlanda, Slovenia, Lituania) che non hanno la possibilità di stock, ci vorrà solidarietà tra le nazioni.
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Stock comuni e tetto ai prezzi
Bruxelles pensa dunque a una piattaforma per gli acquisti comuni – così come già successo per i vaccini – da estendere anche ai paesi limitrofi: Ucraina, Balcani occidentali, Georgia, Moldavia. Comuni dovranno essere anche i sistemi di stoccaggio e, dopo mesi di insistenza dai paesi del sud, potrebbe entrare in vigore anche un tetto ai prezzi fissato per tutti.
Al vaglio anche una tassazione sugli utili extra del caro bollette e una riforma del mercato, con revisione del sistema marginalista attualmente in atto, dove è la tecnologia di generazione più costosa a stabilire il prezzo di tutte l’elettricità messa all’asta.
Strategia sostenibile
L’Ue importa dalla Russia non solo il 40% di gas, ma anche il 27% di petrolio e il 46% di carbone: materie che hanno portato 148miliardi di euro nelle casse russe. Con l’adozione del Fit for 55, il consumo annuo di gas verrebbe ridotto di 100 miliardi di metri cubi, il piano RePowerEu arriverebbe a 155 miliardi.
Il contributo Usa
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è impegnato, in un accordo siglato a Bruxelles con il presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, ad aumentare di 15 miliardi di metri cubi all’anno le forniture di gas naturale all’Europa. Passando così a 37 miliardi dai 22 attuali, per arrivare gradualmente a 50 miliardi di metri cubi aggiuntivi.
Cifre di certo non sufficienti per sostituire i 155 miliardi di metri cubi che ogni anno l’Europa riceve dalla Russia. Senza considerare che, il Gnl promesso dagli Usa non è ancora in produzione, bisognerebbe fermare sull’impegno futuro, e costruire più gassificatori. Così l’Italia, nel frattempo, mette a frutto le recenti missioni diplomatiche e stringe accordi con Algeria, collegata dal gasdotto Transmed di Mazzara del vallo, in uso da quasi quarant’anni; Azerbaigian, tramite il Tap di Meledugno, vicino Lecce; Qatar e Congo.

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