Auto aziendali e fiscalità: è l’alba di un nuovo giorno?
ARTICOLO DI PIETRO TEOFILATTO, DIRETTORE AREA FISCO ED ECONOMIA DI ANIASA - La Camera ha approvato un Odg tramite cui il Governo, finalmente, si impegna sul tema annoso dell’allineamento della fiscalità dell’auto aziendale ai valori europei. Un primo passo importante, che dovrà trovare sostegno e concretizzazione nei prossimi mesi.
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Una cosa è certa: nella Legge di Bilancio 2022, nonostante le dichiarazioni di Governo e Parlamento, non c’è traccia del piano pluriennale per la transizione ecologica sollecitato dal mondo automotive.
E questo in un momento delicatissimo per il comparto che ha terminato il 2021 con 1,5 milioni di immatricolazioni, –23,6% sul 2019, un livello che ritarda la regolare sostituzione del nostro parco circolante di circa 40 milioni di autovetture e salito a 11,5 anni di anzianità media.
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IL RUOLO DEGLI INCENTIVI
Eppure le risorse degli eco incentivi – anche se a corrente alternata – hanno determinato una forte promozione di mobilità sostenibile. Nel 2021 le immatricolazioni di veicoli full electric sono aumentate del 107% ed insieme ai veicoli ibridi hanno costituito il 38% del mercato, un salto notevole considerando che nel 2019 erano al 6,6%.
Ottimi risultati, è vero, ma oggi circolano sulle nostre strade solo 1,1 milione di auto con tali alimentazioni, mentre sono ancora 10,5 milioni quelle sotto Euro 4. C’è ancora tanta strada da fare per adeguarsi alle proposte di Fit for 55 e alla controversa decisione del “phase out” delle auto con motore a combustione a partire dal 2035 annunciata dal CITE, il Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica.
QUOTE DELLE ALIMENTAZIONI IN ITALIA: 2021 VS 2019
Alimentazioni | 2021 | 2019 |
Benzina | 29,7 | 44,3 |
Diesel | 22,6 | 40 |
Elettrico | 4,6 | 0,5 |
Plug-in Hybrid | 4,7 | 0,3 |
Hybrid | 29 | 5,7 |
Metano | 2,1 | 2 |
GPL | 7,3 | 7,1 |
Fonte: elaborazioni su dati Unrae |
SOLO IN ITALIA NESSUN SOSTEGNO
Il nostro è l’unico fra i cinque più importanti mercati UE a non aver finora previsto per il 2022 sostegni alla domanda di veicoli a zero o basse emissioni. Fra PNRR e Leggi di Bilancio la Germania ha stanziato 2,1 miliardi di euro per il comparto automotive, la Francia 1,2 e la Spagna 619 milioni di euro. Da noi serve una decisa sterzata, per sostenere consumatori e aziende nel passaggio alla nuova mobilità, considerate le difficoltà del mercato.
MERCATO: 2021 VS 2019
2021 | 2019 | Var 2021-2019 | |||
Privati | 922.745 | 1.095.121 | -15,7% | ||
Noleggio lungo termine | 258.870 | 283.183 | -8,6% | ||
Noleggio breve termine | 64.403 | 143.848 | -55,2% | ||
Auto immatricolazioni | 131.242 | 272.265 | -54,8% | ||
Società | 83.733 | 98.622 | -15,1% | ||
Totale | 1.460.993 | 1.893.039 | -23,6% |
Fonte: elaborazioni su dati Unrae
Insieme alle altre associazioni di categoria, Aniasa continua a sostenere l’urgenza di un tavolo di lavoro e di un cronoprogramma. Occorre definire strategie almeno triennali di incentivo alla diffusione di vetture di ultima generazione, per accelerare il rinnovo del parco, promuovere le infrastrutture di ricarica e varare la riforma fiscale dell’auto.
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Quest’ultima non è più rinviabile, in particolare per le auto aziendali a bassissime emissioni, a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi UE. E’ fondamentale che il Governo non presenti alla Commissione Europea un’ulteriore domanda di proroga per la deroga al diritto comunitario sulla detraibilità dell’Iva, vista l’imminente scadenza del primo aprile. Vediamo perché.
LA QUESTIONE DELL’IVA
L’Iva costituisce da sempre un tema centrale per l’auto aziendale. Dal 1983 e per 17 anni l’Italia ha ottenuto dall’UE, di triennio in triennio, un regime speciale di totale indetraibilità. Con vari interventi dal 2001 al 2006 l’aliquota fu portata al 10 e poi 15%, consapevoli di un possibile procedimento di infrazione per il contrasto delle disposizioni nazionali con quelle comunitarie stabilite dalla Direttiva 2006/112/CE.
Tant’è che l’incompatibilità fu sancita dalla Corte di Giustizia nella nota sentenza “Stradasfalti” del 2006. Ne derivava una complessa serie di passaggi legislativi anche a livello comunitario, che portarono alla richiesta di limitare la detrazione al 40%. La Commissione UE accordò l’autorizzazione per il 2007-2010 e da allora, sempre di triennio in triennio, sono state concesse-altre proroghe. L’ultima terminerà il 31 dicembre 2022: un regime eccezionale che dura da 15 anni.
Il problema, continuamente evidenziato dall’automotive, è finalmente approdato dopo anni di silenzio nell’agenda di vari responsabili parlamentari. In sede di legge di Bilancio 2021 un emendamento, promosso dall’On.le Benamati, mirava ad una totale detraibilità dell’imposta, almeno per i veicoli elettrici: ma pur apprezzato, era poi accantonato. Così come si è verificato con la più recente Legge di Bilancio, dove varie iniziative, tra cui quelle dell’On. le Bitonci, sono state tutte superate dal maxi-emendamento del Governo.
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UN SORPRENDENTE ORDINE DEL GIORNO
Il 2022 sembra comunque iniziato con una luce diversa. A seguito di iniziativa dell’On. le Sara Moretto, la Camera ha approvato il 31 dicembre scorso l’ordine del giorno 9/3424/136, con il quale il Governo “si impegna a valutare la possibilità di allineare la fiscalità dell’auto aziendale ai valori europei con il fine di incentivare e sostenere le partite Iva che utilizzano le autovetture ai fini professionali”.
Per l’On. le Moretto, l’attuale disciplina Iva, disequilibrata rispetto a quella UE, ha un effetto distorsivo sulla competitività delle imprese nazionali che sostengono un maggior costo nella produzione di beni e servizi rispetto ai competitor europei. Mai il tema era arrivato a tale livello. Ed è una notizia sorprendente e molto attesa per la spinta che darebbe alle flotte, specialmente per raggiungere gli obiettivi green.
L’auto aziendale, ed in particolare il noleggio, costituiscono infatti un concreto strumento, per imprimere velocità al rinnovo del circolante. Per di più in due fasi distinte:
- l’immissione in strada di vetture di ultima generazione con un ciclo di vita medio di 36-48 mesi;
- la parallela rimessa in circolazione di veicoli usati “freschi”, economicamente accessibili anche alle fasce meno abbienti, che spesso circolano su vetture ante Euro4, decisamente più inquinanti e meno sicure.
L’ordine del giorno è solo un contributo alla soluzione del problema. E’ un primo passo, di forte impatto, di fronte al quale il Governo, visto l’impegno preso, difficilmente si orienterebbe a chiedere un ulteriore proroga. Occorre adesso supportare l’Esecutivo per un primo intervento di adeguamento alla normativa UE. Magari aumentando la detraibilità in base alle minori emissioni di CO2, un criterio, del resto, adottato per la tassazione del fringe benefit.
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