Il Fit for 55? Un’utopia, la transizione energetica è complessa
Aniasa, Unrae e Dataforce, che hanno animato il workshop inaugurale di Fleet Motor Day 2021, concordano su un dato di fatto: gli obiettivi green proposti dall’UE sono difficili, se non impossibili da raggiungere per l’automotive. Il passaggio al green, però, è inesorabile e il ruolo del noleggio, in tal senso sarà fondamentale.
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Il futuro della mobilità è il Fit for 55? Ci siamo posti questa domanda in apertura del workshop che ha inaugurato il Fleet Motor Day 2021. E la risposta delle associazioni dell’automotive, Aniasa e Unrae, sostenuta dalle statistiche più recenti di Dataforce, è stata chiara e unanime: il futuro della mobilità sarà certamente green (indietro non si torna), ma gli obiettivi proposti dalla Commissione Europea sono difficili, se non impossibili, da realizzare.
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Un’utopia, in questo momento e con i tempi paventati dall’Europa, che punta a “spegnere” i motori termici entro il 2035. Ovviamente, come sottolineato da Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l’iter del Fit for 55 (prima della sua approvazione definitiva) è ancora molto lungo e, fortunatamente, c’è tempo per rivedere gli obiettivi. Il tema, però, è ormai sul tavolo e la domanda sorge spontanea: i clienti, aziende e privati, sono pronti per il passaggio totale all’elettrico in tempi così ristretti?
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FIT FOR 55: DIREZIONE GIUSTA, TEMPI TROPPO VELOCI
“I tempi sono troppo veloci e chi, come in questo caso l’Europa, vuole guidare il cambiamento deve girarsi per vedere chi segue” ha spiegato senza giri di parole Cardinali. Senza contare che attualmente il nostro Continente “pesa” soltanto l’8% sulle emissioni prodotte in tutto il mondo e, quindi, è necessario anche il contributo di altri colossi extraeuropei, Cina in primis.
Più che l’elettrificazione completa delle vendite, la vera emergenza, oggi, è il rinnovo del parco circolante, con l’Italia sempre più fanalino di coda in termini di anzianità media delle auto (12 anni).
I numeri delle auto green, poi, non mentono: “I cinque principali mercati europei oggi hanno una quota di immatricolato elettrico dell’8%, che nei prossimi 5 anni si stima possa salire al 21%” ha osservato Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia. In compenso, si prevede che nel 2026 in Europa oltre il 60% delle immatricolazioni sarà ancora benzina o diesel. Poche cifre che fanno comprendere quanto la “green revolution”, che in considerazione dell’emergenza climatica resta (occorre sottolinearlo) una tappa obbligata e irreversibile, sia ancora agli albori. Il cammino, in definitiva, sarà lungo e complesso, considerando gli ingenti investimenti che il passaggio all’elettrico comporta.
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IL RUOLO DEL NOLEGGIO
Senza dubbio, nella rivoluzione green il noleggio avrà un ruolo fondamentale, come ha evidenziato Massimiliano Archiapatti, presidente di Aniasa, dopo aver sottolineato che “per l’elettrificazione ci vorranno tempi molto più lunghi rispetto a quelli del Fit for 55”.
“Il noleggio non è solo un volàno, ma anche e soprattutto l’albero motore dell’e-mobility, per la sua capacità di fornire un servizio alle aziende, ma anche ai privati” ha aggiunto. Flessibilità, certezza dei costi e assenza di rischi di svalutazione: sono questi i vantaggi della formula, che ha le carte in regola per svolgere una funzione “educazionale” nell’elettrificazione delle flotte, e non solo.
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