Flop degli incentivi per l’usato
Gli incentivi per le auto usate inseriti nel decreto Sostegni bis sono stati varati a luglio 2021, messi all'opera dal settembre dello stesso anno, e sono andati sprecati. Nelle casse dello Stato sono "avanzati" quasi 33 milioni. Ecco perché.
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Gli incentivi per l’acquisto di vetture usate, introdotti a luglio 2021, sono stati un vero fallimento. Varati nel decreto Sostegni bis erano diventati operativi solo il 28 settembre, offrendo 40 milioni di euro (diventati successivamente 45) ad ottobre dello stesso anno. Fin da subito però non avevano “performato”.
33 MILIONI SPRECATI
I limiti erano stati stabiliti all’esaurimento dei fondi, o al 31 dicembre. Peccato, però, che allo scadere del tempo fossero rimasti inutilizzati 32,6 milioni di euro.
Solo il 27,6% dei fondi, corrispondente a 12,4 milioni, è stato utilizzato. In poco meno di 100 giorni, ciò equivale a dire appena 130 mila euro al giorno.
Non si conosce ancora l’entità dei contratti che hanno beneficiato del bonus. Calcolatrice alla mano, però, l’incentivo potrebbe aver riguardato circa 12-13 mila vetture (ipotizzando un beneficio di circa mille euro ad auto).
Tenendo conto del totale di passaggi di proprietà per lo stesso periodo, circa 760 al netto delle minivolture, si può dire che l’incentivo per le auto usate sia stato un flop.
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I MOTIVI DEL FLOP
Le ragioni del fallimento sono da ricercare, innanzitutto, nell’entità del bonus stesso. Il contributo statale era riconosciuto a fronte della rottamazione di un’auto con più di 10 anni e l’acquisto di una Euro 6 con un prezzo non superiore a 25 mila euro ed emissioni comprese tra 0-160 g/km CO2.
Soddisfatti i requisiti, l’incentivo andava da un minimo di 750 a un massimo di 2 mila euro. Si seguiva un criterio “a emissioni di CO2”: tra 91-160 g/km 750 euro; 61-90 g/km 1.000 euro; tra 0-60 g/km 2.000 euro.
TERMICHE E MILD HYBRID (QUASI) ESCLUSE
Secondo questo schema, la maggior parte delle termiche e delle mild hybrid sul mercato avrebbero ottenuto un incentivo di appena 750 euro. Le elettriche di seconda mano, invece, avevano diritto a bonus più corposi, peccato che siano davverorare sul mercato dell’usato e comunque a prezzi non sempre concorrenziali.
LE SPESE DI ROTTAMAZIONE
Sulla scarsità del contributo pesano anche le cosiddette “spese di rottamazione”. L’ammontare inserito in preventivo dai venditori si aggira tra 150 e 350 euro (costo reale poco superiore ai 50 euro). In conclusione, dai 750 euro per una vettura termica si dovevano detrarre oltre alle spese di rottamazione e anche quelle relative al passaggio di proprietà.
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IL MERCATO CHE NON AIUTA
Oltre alle problematiche proprie dell'”offerta”, l’incentivo è giunto in un momento poco propizio per il mercato dell’usato. la crisi del chip ha fatto sì che l’offerta sia stata relativamente scarsa e, soprattutto, con quotazioni decisamente lievitate.
MANCANO I “RIFORNIMENTI” DEL NOLEGGIO
Oltre alla carenza di vetture nuove, che diventano di per sé sempre già costose, e ai tempi di consegna eccessivi, si aggiunge poi il buco lasciato dalle flotte. Buona parte dell’usato a 6 e 48 mesi proviene infatti dalle flotte. Sul breve termine si parla di vetture che hanno tra i 6 e 12 mesi e si passa ai 24-48 mesi per quelle a lungo termine.
Il noleggio a breve, però, ha subito un colpo d’arresto a causa dell’autonomia, chiudendo i rubinetti ai piazzali dei rivenditori. Pochi “rientri” presso gli operatori del noleggio, quindi piche macchine, poca offerta e prezzi inevitabilmente sempre più alti.
SI COMPRA “MENO”
Bisogna poi pensare al target del sostegno, le famiglie con reddito medio-basso. Già l’acquisto di beni è stato frenato dalla pandemia. A questi si aggiunge che chi poteva rottamare un’auto ha, spesso, preferito gli incentivi per l’acquisto del nuovo, più ingenti.
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TORNERANNO?
Il ministero dello Sviluppo economico starebbe riflettendo sull’impatto dell’iniziativa. La politica poi è concentrata su altre scadenze e la legge di bilancio 2022 è stata appena approvata. Il mercato dell’auto, quindi, dovrà attendere per sapere se gli saranno riservati nuovi incentivi.
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