Pronti, (ri)partenza, via! Il bilancio del RAC dopo la prima estate senza limiti

La prima estate senza restrizioni ha fatto sì che, dopo quasi due anni di tracollo, il noleggio a breve termine segnasse una crescita a doppia cifra. C’è da chiedersi, adesso, se anche l’autunno sarà altrettanto positivo.
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Sono stati tempi duri, durissimi per il noleggio a breve termine. Servizio utilizzato per lo più quando ci si trova lontani da casa, ha visto la sua clientela scomparire durante la pandemia, quando a stento era concesso oltrepassare i confini comunali. Le trasferte di lavoro sono state sostituite dalle call su Zoom, i lunghi viaggi all’estero si sono trasformati in brevi gite fuori porta. Se a ciò si aggiungono il chip shortage, la carenza di vetture e la crisi economica, ben si comprende quel -48,8% registrato dal Rac nel primo semestre 2022.
Le cose, però, stanno per cambiare. Anzi, le cose sono già cambiate. Cifre altrettanto clamorose il rent a car le ha raggiunte negli appena trascorsi mesi estivi, stavolta, però, il segno è stato positivo. Nel mese di luglio 2022 il comparto è schizzato al +58,7%; ad agosto ha segnato un altrettanto strabiliante 46,67% (fonte: Dataforce).
Seppure la quota di mercato resta al 5%, il passivo annuo è a oggi contenuto a meno del 30%, nel primo semestre sfiorava il 40%. Il cambio di rotta è da capogiro. La gente è tornata a muoversi, ha ricominciato a viaggiare e i turisti sono tornati ad affollare gli sportelli del noleggio breve, seppur non tanto quanto in quell’ormai remota era in cui la parola Covid era appannaggio dei soli virologi.
L’estate, però, dura solo tre mesi, è una stagione inaffidabile e dalle facili illusioni. Bisognerà aspettare l’autunno per capire se davvero il 2022 segnerà l’anno della rinascita per il Rac. Per vedere se, anche a vacanze finite, si continuerà a noleggiare fuori città, per qualche giorno o poco più. Fare previsioni non è facile, per questo motivo abbiamo scelto di cedere l’arduo compito ad un esperto: è Giuseppe Benincasa, Direttore Generale di Aniasa a ipotizzare quel che accadrà.
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Il 2022 è l’anno della rinascita per il noleggio a breve termine?
Il 2021 ce lo siamo lasciati alle spalle, questo è certo. Quel che resta da capire adesso è se anche l’ultimo quarter conserverà la dinamica positiva e di recupero registrata in questi mesi. C’è stata un’estate molto interessante, il mercato è andato bene. Vedremo se, in autunno, il mercato tenderà a frenare o ci sarà una stabilizzazione. Confermo, però, che i dati del primo semestre e del periodo estivo sono assolutamente favorevoli.
Terminato il periodo di vacanze, le contingenze sfavorevoli del mercato, torneranno ad avere un impatto negativo sul Rac?
Non ci lamentiamo. Il rent a car è riuscito a superare abbastanza bene la problematica del chip shortage e la conseguente scarsità di vetture. Avremmo di certo potuto avere una situazione migliore, ma siamo riusciti a sopperire alle difficoltà e a garantire il servizio ai nostri clienti.
Si tornerà dunque ai fasti preCovid o ci si dovrà reinventare?
C’è un trend su cui tutte le compagnie stanno puntando ed è la telematica. Ovvero, la capacità di offrire i propri servizi anche su piattaforma mobile, direttamente sullo smartphone. L’obiettivo è velocizzare al massimo il momento di ritiro e riconsegna delle vetture. Ormai i tempi sono maturi per impostare dinamiche contrattuali più agevoli e smart, le dinamiche organizzative e logistiche lo consentono. Sarà questo il più immediato cambiamento del settore.
In secondo luogo, vedremo il Rac affiancarsi sempre più al car sharing. Lo sharing consente a chi vive in città di non dover possedere un’automobile – spostando sempre più il paradigma dalla proprietà all’utilizzo –; il noleggio breve è lo step successivo, che subentra quando il cliente ha bisogno della vettura per un tempo maggiore. Il tutto in modo completamente digitalizzato e accessibile su smartphone.
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PREZZI MATTI
Strabiliante davvero la ripresa del Rac, servizio scelto nell’estate 2022 nonostante il più che raddoppio delle tariffe. All’inizio della stagione estiva l’osservatorio di Federconsumatori aveva stimato un prezzo di 634,52 euro per il noleggio di una settimana di un’utilitaria a benzina, assicurazione e optional esclusi. Cifra superiore del 67% rispetto a quello che si sarebbe pagato nel 2021.
Nelle città più grandi, poi, il noleggio breve in aeroporto ha registrato rincari persino superiori al 100%. Il rincaro, ha risposto Aniasa, è stato dovuto all’esponenziale aumento della domanda, contrapposto all’esiguo numero di vetture a disposizione: nel 2021 la flotta estiva contava 110mila unità, quest’anno non superava le 90mila.
CINESI E RENT TO RENT
Tra le cause del crollo del mercato del rent a car si annovera la carenza di vetture, in particolare delle piccole utilitarie, magari a benzina, che, grazie ai loro prezzi accessibili hanno finora rappresentato la più grossa fetta delle flotte del noleggio breve. Per ovviare alla mancanza, i noleggiatori ricorrono al Rent to Rent, la formula attraverso cui le aziende del Rac acquisiscono i veicoli a noleggio dai colleghi del lungo termine (che continua a crescere a doppia cifra).
Altra soluzione è l’apertura ai produttori cinesi, i cui prodotti costano, in media, il 15-20% in meno. D’altronde, chi noleggia a breve termine più che alla notorietà del brand, è attento alla vantaggiosità del canone. E, soprattutto, è interessato ad avere un’auto pronta all’uso.
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