Lo strano caso delle Canarie, dove il noleggio è tornato indietro di 36 anni
Il rent a car è stato e continua a essere tra i settori maggiormente colpiti dall’emergenza e dallo stop al turismo, specie in quei paesi che del turismo hanno fatto la propria principale fonte di sostentamento, come le Canarie.
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Che l’autonoleggio in Italia stia attraverso la più grande crisi dal proprio arrivo nel Paese è, ahinoi, un fatto noto. La pandemia ha dimezzato il giro d’affari del noleggio, in calo del 52% rispetto al 2019. Nel 2020 le vetture immatricolate sono state appena 63.500, contro le 138.700 del 2019, pari al -54,3% (fonte: Aniasa).
A soffrire è soprattutto il settore del rent a car, quello i cui principali utilizzatori sono i turisti di passaggio. Le aziende continuano a lavorare, i privati a utilizzare l’auto, i viaggiatori invece non è esistono più. Come sopravvivere, allora, in un paese che ha fatto del turismo la propria principale fonte di sostentamento?
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LA SOLUZIONE DELLE CANARIE
Il Covid ha svuotato le isole spagnole di visitatori, al rent a car non resta alcun cliente. La maggior parte delle società di noleggio specializzate nel settore turistico ha rivolto la propria attenzione al noleggio aziendale e alle officine, fornendo veicoli sostituivi. Sono loro gli unici utilizzatori dei 18.000 veicoli attualmente attivi nel paese.
Back to 1985
Per sopravvivere, le quasi 300 società di autonoleggio che operano nell’arcipelago, che si preparano a un’estate 2021 di nuovi stop e ulteriori perdite turistiche, hanno scelto di alleggerire le proprie flotte. Vendere, cioè, le vetture in parco. Azione sostenuta da ERTE (la cassa integrazione locale) e dai crediti ICO.
I noleggiatori delle Canarie non sono gli unici ad aver applicato una strategia del genere, ma si fanno notare per la quantità di auto cedute. Il noleggio delle isole ha eleminato il 70% della flotta e degli 82.000 veicoli che si stima operassero nel paese pre-Covid oggi ne restano circa 22.000. Cifra che rappresenta un ritorno ai livelli di 36 anni fa, al 1985.
Le 60.000 vetture cedute sono state, per la maggior parte, commercializzate all’estero, mentre il resto è stato venduto come usato nel territorio locale.
https://youtu.be/I702kWWEaoE