In 3 anni l’Italia ha perso oltre 1,6 mln di veicoli, il governo faccia qualcosa
L'appello di Unrae al governo: le previsioni per il 2023 indicano un rialzo di sole 100 mila unità a 1,4 milioni di vetture (+7,7%) sul 2022.
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Il 2022 ha segnato il peggior risultato del mercato dell’auto degli ultimi 44 anni, con 1,3 milioni di vetture, e una previsione di rialzo nel 2023 di sole 1,4 milioni di unità (+7,7%). I dati UNRAE mostrano un settore in crisi, che per decenni è stato trainante per l’industria nazionale e che oggi ha spinto il Presidente dell’Unione Nazionale Rappresentanti Veicoli Esteri, Michele Crisci, a scrivere una lettera aperta al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: bisogna riconvertire o si rischia la perdita di migliaia di posti di lavoro.
“Il mercato dell’automotive in Italia è in grave sofferenza a causa delle congiutura mondiale ed europea, ma anche di una non chiara e non coordinata strategia verso la transizione sostenibile da parte delle istituzioni italiane centrali e locali”, ha spiegato il Direttore Generale dell’UNRAE Andrea Cardinali.
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7,85 MILIARDI DI EURO PERSI SOLO DI GETTITO IVA
Spiega lo stesso Direttore Generale di Unrae Andrea Cardinali: negli ultimi tre anni il mercato ha perso 1.612.000 auto rispetto al 2019, anno pre-pandemia, e in parallelo le casse dello Stato hanno perso 7,85 miliardi di euro solo di gettito Iva. E la transizione non ha fatto in tempo ad iniziare che è già finita: da gennaio a novembre 2022 l’Italia, fra i 5 maggiori mercati europei, si è aggiudicata l’ultimo posto nella diffusione di auto elettriche e ibride plug-in, solo 8,8% del circolante. (In compenso siamo al posto per le full hybrid (o HEV) con una quota del 34%).
Il prossimo anno un’auto su otto dovrebbe essere a trazione elettrica con una quota del 12,8% divisa tra elettriche pure BEV (6%) e ibride plug-in PHEV (6,8%). Ma la quota maggiore sarà delle HEV (in salita dal 34% al 36,6%), seguite dal motore a benzina (in calo dal 27,5% al 25,4%) e dal diesel (giù dal 19,5% al 16,7%).
“Con un mercato a livelli così depressi – commenta Andrea Cardinali – per sostituire tutto il parco nazionale ci vorrebbero 30 anni”.
LA LETTERA APERTA DI UNRAE AL GOVERNO
Il Presidente Michele Crisci, nella lettera aperta al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella quale ricorda che in oltre 70 anni di storia le aziende dell’Unrae “hanno contribuito allo sviluppo del nostro Paese, in particolare della nostra industria, anche e soprattutto nell’area della componentistica la cui qualità è nota in tutto il mondo”.
Ma ora “i sacrosanti target ambientali indicati dalla UE, impongono una riconversione industriale rapida ed efficiente”, che richiede capacità di innovazione. “Non possiamo difenderci arroccandoci su posizioni e tecnologie passate – perché sottolinea Crisi – difendere il passato non significa proteggere l’Italia, piuttosto significa consegnare le nostre aziende ad un futuro… senza futuro”.
Crisci chiede di fornire “direzioni chiare al mercato sull’accoglimento delle nuove tecnologie”, perché la conseguenza “sono i dati che mostrano l’Italia unico paese europeo che retrocede nelle vendite di auto con la spina e che resta fanalino di coda dei 5 major markets europei, e anche di mercati secondari. Così non si attraggono investimenti dall’estero, al contrario si rallenta la transizione”.
“Abbracciare le nuove tecnologie velocizzandone l’adozione a partire dai soggetti che hanno la dispobilità per farlo, velocizzandone al contempo l’abbattimento dei costi di produzione e dei prezzi di vendita, questo è l’unico modo per aumentarne la diffusione per tutti. Solo le nuove tecnologie e il loro accoglimento – conclude Crisci – possono difendere il tessuto economico di questo meraviglioso Paese, accrescendone il Pil per il benessere di tutti”.
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