Tutti gli errori degli incentivi auto 2022
Con Michele Crisci, presidente di Unrae, approfondiamo quali sono le principali mancanze degli incentivi auto 2022. Ecco i 5 punti oscuri.
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Finalmente nei giorni scorsi il Governo ha trovato l’accordo sugli incentivi auto 2022. Una boccata d’ossigeno necessaria per un mercato in difficoltà, resa ancora più reale dal fatto che, finalmente, si tratta di un piano strutturale. Il DPCM, però, presenta anche e soprattutto parecchie ombre.
Abbiamo interpellato Michele Crisci, presidente di Unrae, per approfondire quali sono le principali mancanze e, quindi, quello che le associazioni automotive chiederanno nei prossimi mesi. Ecco, quindi, tutti gli errori degli incentivi auto 2022.
“Le luci sono costituite dal piano di incentivazione pluriennale all’interno di un’agenda per la transizione ecologica e dal rispetto delle fasce di CO2 nella determinazione dei contributi” premette Crisci. I punti oscuri, però, come detto non mancano. Vediamo quali sono.
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INCENTIVI AUTO 2022: LE OMBRE
1) I PRICE CAP DIMINUITI IN MANIERA DISOMOGENEA
Il primo punto è costituito dai price cap diminuiti in maniera disomogenea rispetto agli anni precedenti. “Abbassare le BEV da 50.000 euro a 35.000 euro lascia molto perplessi” spiega Crisci. Anche perchè per le auto della fascia intermedia 20-60 g/km il tetto di listino è di 45.000 euro, quindi non sembra esserci dietro una strategia chiara.
2) LE AZIENDE ESCLUSE
Il secondo errore evidenzia una vera e propria mancanza di pragmatismo. “Gli incentivi sono stati pensati solo per i privati: capiamo i fondi insufficienti, ma è anche vero che le aziende sono state e saranno il principale motore della transizione energetica” sottolinea Crisci.
Sempre riguardo le aziende, Unrae sottolinea come nell’agenda deve esserci capienza anche per una revisione fiscale, che riguardi specificatamente l’allineamento della detraibilità dell’Iva.
3) I FONDI PER LE TERMICHE
I fondi per le auto termiche (170 milioni di euro) sono decisamente bassi e sono destinati a terminare in fretta, così come era successo per le precedenti tornate di incentivi.
4) VEICOLI COMMERCIALI POCO CONSIDERATI
I veicoli commerciali sono stati considerati, e questo è positivo, ma con fondi risicati. “Auspichiamo che in futuro si possa rivedere questa misura,perchè i veicoli commerciali sono fondamentali per lo sviluppo dell’economia e per l’ultimo miglio, e soffrono l’anzianità e le emissioni del parco circolante più delle auto” commenta Crisci.
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5) NESSUNA AGEVOLAZIONE PER IL NOLEGGIO
Last but not least, la formula del noleggio, che è sempre più importante anche per i privati, non è stata considerata dalle agevolazione. “E’ davvero un peccato, perchè il noleggio è uno dei promotori della transizione e contribuisce a rimettere sul mercato auto a bassissime emissioni” conclude Crisci.
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