Crisi produttiva e elettrico: quale sarà il futuro dell’industria automotive?
Tra l'attuale crisi produttiva e la necessità di accelerare la transizione energetica, l'industria automotive sta vivendo un momento particolare, con un futuro che presenta ancora molti dubbi e punti oscuri. Proviamo a fare chiarezza sulle prospettive dei prossimi anni, con l'aiuto di AlixPartners.
In questo articolo
Il futuro dell’industria automotive, in questo momento è pieno di interrogativi. Fino a quando si farà sentire la coda lunga della pandemia? Quanto durerà la crisi dei semiconduttori e, in generale, la crisi produttiva dovuta ai blocchi delle forniture delle materie prime? I clienti saranno propensi ad acquistare le auto elettriche, su cui le Case stanno gioco forza puntando per seguire i dettami dell’UE?
https://youtu.be/TZonItiZh5A
Abbiamo affrontato questi temi di stretta attualità con Dario Duse, managing director di AlixPartners, che abbiamo incontrato a #ForumAutoMotive.
IL QUADRO ATTUALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOTIVE
La fase di rimbalzo a livello macroeconomico dopo l’annus horribilis 2020 è avviata: soprattutto in Cina e in America, dove la domanda è più forte. “Siamo in una fase abbastanza positiva, sia in termini di sviluppo del Pil sia in termini di evoluzione tecnologica” spiega Duse. La ripresa avrebbe potuto essere più forte, ma, continua il manager, “l’industria automotive deve fare i conti con i blocchi delle forniture delle materie prime”.
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Fatto sta che il Global Automotive Outlook di AlixPartners, presentato ieri, testimonia che quest’anno ci sarà un lieve aumento dei veicoli (autovetture e LCV) venduti nel mondo, 80 milioni contro 77 milioni del 2020, ma i livelli pre-Covid potranno essere raggiunti soltanto nel 2025. Ci sono due fattori che rallentano la ripresa: la crisi delle forniture, semiconduttori in primis, e, al tempo stesso, l’impennata dei prezzi delle materie prime. Quelle utilizzate per costruire auto e furgoni sono aumentate addirittura dell’87% rispetto a due anni fa, in media 1.200 dollari in più per veicolo prodotto.
Il chip shortage e la crisi delle forniture, invece, secondo la società di consulenza, determineranno quest’anno -7,7 milioni di veicoli prodotti.
COSA ACCADRÀ NEI PROSSIMI ANNI
Come detto, come testimonia Duse, si tornerà ai livelli del 2018 soltanto tra quattro anni. “Gli aumenti dei prezzi delle materie prime (rame, alluminio, nickel) impattano molto sull’industria automotive. Non ci aspettiamo che si abbasseranno nel breve periodo” sottolinea Duse. Anzi, molto probabile che nel 2022 lo shortage possa riguardare altri materiali, in primis il magnesio, componente fondamentale per produrre l’alluminio, dato che la Cina, principale esportatrice, ne ha ridotto la produzione.
Quali sono, in questo quadro, le prospettive del nostro Paese? Data la situazione attuale, per l’industria automotive nostrana è indispensabile stimolare la domanda. “In Italia quest’ultima è ancora relativamente debole, -30% rispetto al 2019. In particolare, sulla situazione del mercato dell’auto italiano influiscono da un lato la crisi dei semiconduttori e la tensione sulle materie prime, dall’altro proprio il livello della domanda, che già di per sé non è forte e che è stato influenzato negativamente anche dagli annunci dell’Unione Europea, Fit for 55 in primis, che hanno creato ulteriore incertezza”.
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AUTO ELETTRICHE: CRESCE LA PROPENSIONE DEI CLIENTI
Al tempo stesso, il Fit for 55 nei prossimi anni darà un’ulteriore inevitabile spinta ai veicoli BEV (100% elettrici). La domanda è: i clienti saranno propensi ad acquistarli? A questo proposito, una survey globale condotta da AlixPartners su un campione internazionale di 8mila consumatori in Cina, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e USA, evidenzia che la percentuale di driver intenzionati ad acquistare come prossima vettura un’auto elettrica è più che raddoppiata rispetto al 2019, passando dall’11% al 25% a livello globale.
In questo quadro, a sorpresa lo studio testimonia che gli italiani sono ancora più favorevoli, con una percentuale del 38%. I motivi? Ci sono più modelli disponibili e i prezzi sono diminuiti. Anche se, al tempo stesso, come emerge dalla ricerca, il costo dei veicoli a zero emissioni costituisce ancora uno dei principali ostacoli, insieme all’autonomia delle batterie e alla scarsità dei punti di ricarica. Interessante anche notare come il 42% degli utenti interessati ad acquistare un’auto elettrica prediliga già oggi il canale on-line rispetto a quello tradizionale.
IL FUTURO DELL’IDROGENO
AlixPartners, nelle sue previsioni, sottolinea anche un altro trend: quello dell’idrogeno verde. Il Fuel Cell sembra infatti rappresentare la migliore tecnologia in termini di impatto ambientale per i veicoli pesanti (camion e autobus). Tant’è che molti Costruttori sono in fase avanzata nello sviluppo della tecnologia e hanno previsto di avviare la produzione di serie nei prossimi anni.
Secondo la società di consulenza, l’idrogeno nel 2030 potrebbe già diventare il secondo combustibile più popolare sui veicoli pesanti, con una quota pari al 9%.
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