Juice Booster 2 e Charger me: soluzioni di ricarica flessibili per i Fleet Manager
Per i driver "elettrici" o per i dipendenti che rimangono in ufficio: Juice Booster 2 e Charger me sono due soluzioni di ricarica efficaci ed efficienti che si adattano alle esigenze dei fleet manager alle prese con l'elettrificazione della flotta
In questo articolo
Juice Technology AG, l’azienda svizzera produttrice di infrastrutture di ricarica, offre ai fleet manager due soluzioni particolarmente adatte alle aziende e alla transizione energetica, che sopperiscono alla mancanza di colonnine o alle difficoltà di installarne in sede.
Si tratta di Juice Booster 2, il cavo di ricarica resistente e con potenza fino a 22 kW che noi abbiamo recensito e che dispone di tutti i tipi di prese disponibili; e la Juice Charger me, wallbox con potenze fino a 11 e 22 kW, con tecnologia Plug and Charge facile e intuitiva, dal design compatto e dalla facile installazione.
Due prodotti caratterizzati dalla qualità costruttiva impeccabile, dalla resistenza e dalla leggerezza per soddisfare tutte le esigenze dei driver e degli stessi fleet manager.
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JUICE BOOSTER: IL CAVO CHE FA ANCHE DA WALLBOX
Il Juice Booster 2 è un cavo di ricarica a struttura modulare che aumenta la flessibilità del proprio veicolo elettrico perché si può adattare a tutte le prese disponibili, sia quelle domestiche, che quelle delle colonnine (standard Type 2), nonché a diversi standard industriali.
Sceglierlo per darlo in dotazione ai driver con auto elettrica o ibrida plug-in è una soluzione, sia per il driver quando è in giro perché può sfruttare tutte le prese convenzionali (per esempio se è a un ristorante, o nella sede di qualche cliente); sia quando è in sede, laddove non sia possibile installare wallbox per motivi pratici.
Fondamentalmente, quindi, il Booster 2 è una stazione di ricarica portatile. Da un lato ha presa Type 2 fissa da collegare al veicolo, mentre dall’altro le prese sono intercambiabili.
Oltre a questo, è uno strumento che può fare anche da wallbox. Tra gli accessori è presente una staffa di aggancio per fissare il corpo di Juice Booster 2 direttamente alla parete, rendendolo nel concreto una wallbox collegata all’impianto domestico, in seguito all’installazione di un connettore industriale monofase a 32 A che moduli l’amperaggio direttamente dal corpo centrale del dispositivo tenendo conto della potenza dell’impianto e scegliendo quanta destinarne alla ricarica della vettura.
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PERCHÉ SCEGLIERE UNA WALLBOX PORTATILE
Sappiamo bene che i lavori per la realizzazione di un’infrastruttura di ricarica su larga scala sono lenti e richiederanno del tempo, ma chi utilizza da tempo un’auto elettrica può confermare che per il fabbisogno giornaliero medio, pari a 30-40 km, non è necessario recarsi a stazioni di ricarica pubbliche.
Di giorno, infatti, è sufficiente collegare l’auto ai punti di ricarica sul luogo di lavoro, di notte a casa. In entrambi i casi la potenza è in CA (Corrente Alternata), più lenta e quindi utile a una maggiore conservazione della batteria nel tempo.
Da qui l’importanza delle wallbox portatili, che colmano le lacune della rete di ricarica perché permettono di sfruttare i tempi di fermo delle vetture, ricaricandola quando rimane parcheggiata per un periodo di tempo prolungato, come quando siamo in ufficio, da un cliente, o a casa.
Un uso diffuso di questi dispositivi aiuta le aziende anche a un passaggio elettrico più veloce, flessibile ed economico.
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LE PRESE DISPONIBILI
Si parte dalla terminazione con presa Shucko fino alle specifiche prese nazionali europee (segno che è adatto anche a viaggiare, per chi volesse farlo con un’elettrica), e comprende anche le prese industriali sia monofase (blu) che trifase (rosse), sia a 16 Ampere sia a 32, e con potenza massima di 22 kW se la fonte di energia lo consente.
Naturalmente è disponibile anche la presa Type-2 per le colonnine pubbliche, cosa che di fatto permette di sostituire il cavo in dotazione al 100%.
Il dispositivo dispone di un corpo centrale metallico e a forma di cilindro, molto robusto e alle cui estremità sono collegati i due cavi. È il centro di controllo, che riceve le segnalazioni di malfunzionamento dell’impianto elettrico a cui si collega, e che permette di selezionare l’amperaggio se l’utente non vuole sfruttare al massimo tutta la potenza per la ricarica, ma usarne una parte per altri scopi.
A livello meccanico, Juice Booster 2 presenta una costruzione molto curata. Il corpo metallico centrale è dotato di tappi rivestiti in gomma, che ne aumentano la robustezza e lo rendono pronto anche all’utilizzo meno attento. I cavi sono molto spessi, simbolo di sicurezza visto che si parla di potenze elevate, mentre i connettori hanno terminazioni meccaniche e sono semplici da innestare (basta un click), oltre che dotati di certificazione IP67 per una massima tenuta all’acqua.
Le prese non sono tutte incluse, ma sul sito Juice Technology è possibile scegliere il proprio set.
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JUICE CHARGER ME: LA WALLBOX “DI DESIGN”
Juice propone però anche una vera e propria wallbox, sempre con delle peculiarità in grado di distinguerla dalla concorrenza.
Un dispositivo compatto e leggero, con potenze da 11 o 22 kW e che soddisfa i requisiti del nuovo standard ISO 15118, compatibile con il protocollo Plug and Charge che permette di attivare la ricarica non appena collegato il cavo all’automobile, se quest’ultima supporta la tecnologia (in caso contrario, si attiva con card RFID in dotazione).
Lunga 24 cm e profonda appena 12, ha un peso di 6,5 kg compreso il cavo: sono dati che ne sottolineano la compattezza, e che la rendono ideale sia da dare in dotazione al driver, installandola nel suo box; sia da installare in sede aziendale.
La wallbox supporta la ricarica mono, bi e trifase con corrente compresa tra 6 e 16 Ampere (11 kW) e tra 6 e 32 Ampere (22 kW), quest’ultima la più adatta per imprese e attività. Il dispositivo è realizzato con pannello frontale in policarbonato resistente ai raggi UV, e per questo è adatta anche per usi esterni e ha un sensore per resistere a temperature comprese tra i -26 e i +45 gradi. Il sensore, inoltre, riduce la corrente di ricarica in caso di surriscaldamento funzionando in questo caso in maniera indipendente dalla temperatura ambientale.
Juice Charger me può essere fissata in modo stabile alla parete, oppure essere posta su un piedistallo come unità singola o doppia, ma si tenga conto che il lettore RFID integrato è dietro il pannello frontale.
GESTIONE DA REMOTO
I fleet manager possono quindi disporre anche di più Juice Charger Me, in quanto ogni unità è predisposta per la gestione dinamica della ricarica a livello locale di massimo 250 stazioni. Il sistema di gestione si basa sul cloud smartJuice, che può ospitare un numero illimitato di wallbox, tutte con contatore elettrico integrato e certificato MID.
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