Stop ai motori termici, l’Europa conferma la sua decisione
La riconferma finale dello stop ai motori termici arriva dal Parlamento europeo che approva il testo in via definitiva con 340 voti favorevoli, 279 voti contrari e 21 astensioni. I costruttori responsabili di piccoli volumi di produzione (1000-10mila auto o 1000-22mila furgoni) saranno derogati fino al 2035.
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L’accordo Parlamento e Consiglio europeo in merito al futuro dei motori termici era arrivato ad ottobre 2022, dopo mesi di dibattiti, trattative e lamentele. L’Europa aveva infatti raggiunto un accordo sulla messa al bando dal 2035 di auto nuove a combustione, contenuta nel Fit for 55. Oggi arriva la riconferma finale – per la verità una mera formalità, dato che l’intesa era stata già raggiunta – con l’approvazione del Parlamento europeo del testo in via definitiva con 340 voti favorevoli, 279 voti contrari e 21 astensioni.
“La normativa incentiva la produzione di veicoli a basse e a zero emissioni. Inoltre, contiene un’ambiziosa revisione degli obiettivi per il 2030 e l’obiettivo emissioni zero per il 2035, cruciale per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050– ha spiegato il relatore della normaJan Huitema – Questi obiettivi offriranno chiarezza per l’industria automobilistica e stimoleranno l’innovazione e gli investimenti dei costruttori. Acquistare e guidare autovetture a emissioni zero diventerà meno oneroso per i consumatori e porterà a un rapido sviluppo del mercato di seconda mano. Guidare in modo sostenibile diventerà accessibile a tutti“.
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STOP AL MOTORE TERMICO: DIPENDE DALLA PRODUZIONE
Comunque ci saranno delle deroghe per i piccoli costruttori:
- Per quelli responsabili di volumi da 1.000 a 10mila nuove autovetture o da 1.000 a 22mila nuovi furgoni, in un anno solare, possono ottenere una deroga fino alla fine del 2035,
- quelli responsabili di meno di 1.000 immatricolazioni di nuovi veicoli all’anno continueranno a essere esenti.
GLI STEP PER RAGGIUNGERE LE ZERO EMISSIONI
Il blocco non sarà immediato. Ci saranno infatti degli step intermedi nella riduzione delle emissioni delle Case auto, prima di arrivare allo stop. Il primo nel 2025, quando la Commissione europea presenterà una “metodologia per valutare e comunicare i dati sulle emissioni di CO2 durante tutto il ciclo di vita delle auto e dei furgoni venduti sul mercato dell’UE“.
Sempre a partire dal 2025, ogni due anni, dovrà essere pubblicata una relazione per valutare i progressi compiuti.
Entro dicembre 2026, la stessa Commissione si occuperà di monitorare “il divario tra i valori limite di emissione e i dati reali sul consumo di carburante ed energia” per presentare una “metodologia per l’adeguamento delle emissioni di CO2 specifiche per i costruttori“.
Tutto questo in vista della prima scadenza: quella del 2030, quando dovranno essere tagliate le emissioni del 55% per le autovetture e del 50% per i furgoni (rispetto ai livelli del 2021).
L’OK AI CARBURANTI SINTETICI
Adesso si attende l’ok anche del Consiglio e del Parlamento, ma nell’accordo di ieri si prende posizione sui carburanti sintetici (grazie anche all’intervento della Germania che ha spinto sul tema): sono neutri dal punto di vista delle emissioni di CO2. La Commissione ora potrebbe presentare una proposta ad hoc per l’immatricolazione di veicoli alimentati a e-fuels anche dopo lo stop al motore termico.
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