Auto Aziendale strumento di lavoro: le richieste dei Fleet Manager. Ne parliamo con Gianfranco Martorelli (Top Thousand) | Fleet Talks ep. 10
L'auto aziendale non è un privilegio ma uno strumento di lavoro che ha permesso l'inclusione di tutti i cittadini e ridotto i disagi in questo momento di emergenza. Ne abbiamo parlato con il presidente dell'Osservatorio Top Thousand.
Gianfranco Martorelli, Presidente Osservatorio Top Thousand e Fleet Mobility Manager presso Wind Tre, è il protagonista della decima puntata di Fleet Talks.
https://youtu.be/zHln5MztBjg
L’intervista è stata realizzata in data 29 Aprile 2020 a pochissimi giorni dalla data ufficiale della fine del lock down nazionale, 4 Maggio 2020 secondo le specifiche dell’ultimo DPCM.
FLEET TALKS ep. 10 – AUTO AZIENDALE NON UN PRIVILEGIO. LE RICHIESTE DEI FLEET MANAGER
Gianfranco Martorelli, oltre ad essere il Fleet Mobility Manager presso Wind Tre, rappresenta, in quanto presidente dell’Osservatorio Top Thousand, quella mobilità che durante l’emergenza Covid-19 non si è fermata ma che ha permesso “l’inclusione di tutti i cittadini eliminando la distanza e riducendo i disagi in questo momento di emergenza“.
Ci sono aziende, all’interno dell’Osservatorio, che hanno continuato a lavorare, anche se a regime ridotto, aziende che appartengono a settori strategici come quelli della biomedica e apparati medicali, food e delivery, reti e telecomunicazioni, servizi finanziari, trasporti e servizi di postalizzazione.
I Fleet Manager hanno dovuto provvedere a supportare i driver all’interno di uno scenario più complicato dove bisogna preservare in primis la sicurezza degli autisti e nello stesso tempo fornire il supporto tecnico delle officine a mezzo servizio.
Gianfranco sottolinea come da questa pandemia sia uscito un concetto che fa a pugni con i luoghi comuni emersi nell’ultimo anno: “l’auto aziendale non è un privilegio ma uno strumento di lavoro che ha permesseo l’inclusione di tutti i cittadini e ridotto i disagi in questo momento di emergenza“.
Ma cosa chiedono nel concreto le aziende ai loro principali interlocutori, aziende che possono e devono essere la scintilla per far ripartire il comparto automotive e non solo. Gianfranco stila la lista degli interlocutori e le richieste per far ripartire tutto.
Ai provider di mobilità chiedono maggiore elasticità e prodotti flessibili, rapporti di partnership più che commerciali, non per fare cassa nel breve ma per ripartire insieme.
Alle case costruttrici chiedono di gestire tutti gli stock di auto invendute adeguandole alle necessità economiche e modalità di approvviggionamento delle aziende. Alle officine si chiede di ampliare la gamma dei servizi, mettendo al primo posto la sicurezza specialmente per tutte quelle vetture in gestione e utilizzo sharing.
Infine si chiede allo Stato maggiore chiarezza su alcuni temi impattanti: tassa di proprietà, persecuzione fiscale su auto aziendali in fringe benefit ed iva da adeguare agli standard europei. “Servono supporti economici strutturali” sintetizza Gianfranco “e non prestiti“.
Agli enti e istituzioni locali chiedono di non prendere più decisioni intuitive e senza fondamenti scientifici, tipo quelle sul blocco di motorizzazioni non impattanti come le tecnologie diesel euro 6, solo per seguire un trend emotivo. Infatti in questo periodo di mobilità ridotta i valori legati al particolato (PM10 e PM2.5) non sono scesi.
L’auto aziendale può essere la chiave per una ripartenza del settore automotive, se gestita e preservata in modo in modo strategico.