Le videocall in auto erano davvero necessarie?
L’app di video conferenze Zoom sarà integrata nei modelli Tesla, mentre sulle Lynk&Co è già possibile utilizzare Microsoft Teams.
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Gli psicologi del lavorano concordano sulla necessità di “staccare” per ridurre i livelli di stress e, al contempo, aumentare la produttività. Ma pare che tali indicazioni non siano giunte alle case costruttrici di automobili.
In barba a un sano approccio al lavoro e, ancor più importante, alla sicurezza, Tesla ha infatti deciso di integrare Zoom nelle proprie vetture. Lynk&Co l’aveva già preceduta e, sulla 01, è già possibile utilizzare i servizi di videoconferenza di Microsoft Teams.
LE CALL ALLA GUIDA
Partecipare agli incontri digitali di lavoro dovunque ci si trovi: in ufficio, in casa, in viaggio. È una possibilità che si è iniziata a sperimentare durante il lockdown (quando lo smart working era l’unica opzione) e che da allora non è più stata abbandonata.
Adesso le riunioni su schermo approdano anche in automobile. Lo ha fatto Lynk&Co che ha reso Teams disponibile sulle 01 già da quest’estate. Tra poco lo farà anche Tesla, che ha annunciato una partnership con Zoom.
Rischio sicurezza
Ma se, giustamente, utilizzare il telefono alla guida comporta gravi penalità, lo stesso non dovrebbe accadere accedendo a riunioni digitali che richiedono ascolto e attenzione? Le auto che si guidano da sole non esistono ancora – non al di fuori di sperimentazioni più o meno catastrofiche. Il che significa che dovrà continuare a essere l’automobilista il responsabile del procede del veicolo, lo stesso automobilista che sarà tenuto a rispondere alle domande del proprio manager.
L’annuale Distracted Driving report, pochi mesi fa, ha riportato che il 54% dei partecipanti segnala seri problemi di concentrazione dopo aver partecipato a una videoconferenza. Figuriamoci quanto la cosa diventi rischiosa se alla guida ci si mette non dopo ma durante la call.
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